ICQ, precursore delle moderne chat, abbassa le saracinesche dopo quasi tre decenni dal lancio quando la messaggistica online era ancora agli albori.

Nato nel 1996 per mano di cinque informatici israeliani, ICQ ottenne un rapido successo, tanto che due anni dopo America Online (AOL) acquisì la società Mirabilis per circa 300 milioni di dollari.

AOL contribuì all’espansione di ICQ che nel 2001 superò i 100 milioni di iscritti, un risultato notevole in un’epoca in cui Internet era relativamente poco diffuso a livello domestico.

Tuttavia negli anni successivi iniziò una progressiva perdita di utenti segnata dall’affermarsi di servizi concorrenti come Skype e più tardi di app di messaggistica come WhatsApp e social network quali Facebook.

Nel 2010 AOL vendette ICQ a Mail.Ru, società russa nota soprattutto per il social network VK, che in seguito avrebbe dato il nome anche all’azienda, ma al momento del passaggio del testimone ICQ contava circa 42 milioni di utenti giornalieri e una rilevanza decisamente minore rispetto ai numerosi altri servizi di chat.

VK tentò in più occasioni di rilanciare il servizio, fino a rilasciarne una nuova versione nel 2020 chiamata ICQ New, ma l’operazione non ebbe molto successo e secondo le stime più recenti il servizio conta una decina di milioni di utenti mensili.

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ICQ chiuderà il 26 giugno 2024

VK ha da poco annunciato che il 26 giugno chiuderà ICQ invitando i suoi utenti a utilizzare VK Messenger e VK WorkSpace, i due servizi di messaggistica offerti dall’azienda e legati al suo omonimo social network che ha un certo successo in Russia, tuttavia il post su X è alquanto ambiguo, con la celebre affermazione di Arnold Schwarzenegger nel film Terminator “I’ll be back”.