Per accelerare il processo di digitalizzazione del Paese, il piano per la dismissione della rete in rame di TIM prevede il progressivo spegnimento di oltre 6.700 centrali, sulle circa 10.500 esistenti, entro il 2028.

Oggi il processo di dismissione prende ufficialmente il via con lo switch off delle prime 62 centrali interamente in rame che sono collocate in 54 comuni distribuiti su 11 regioni: Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto.

TIM avvia lo switch off delle centrali in rame in 11 regioni

Lo spegnimento delle centrali in rame comporta il passaggio dei collegamenti attestati su queste infrastrutture (Adsl, Isdn e linee telefoniche Rtg) sulla rete TIM di nuova generazione, già disponibile totalmente o in parte in fibra.

La migrazione dei clienti verso connessioni in banda ultralarga permetterà non solo un significativo miglioramento delle prestazioni e della qualità del servizio, ma anche consistenti benefici in termini di impatto ambientale.

Si stima che la dismissione delle centrali in rame consentirà a regime una riduzione dei consumi energetici di circa 450 mila MWh e minori emissioni di CO2 per 209.600.000 kg, equivalenti a 16.108.000 alberi.

Nei mesi scorsi TIM ha inviato un’apposita informativa a tutte le Amministrazioni comunali nei territori interessati dall’iniziativa, organizzando anche specifici incontri di approfondimento sul tema.

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