Oltre all’incredibile spavento e ai danni causati a persone e cose, il terremoto che ha colpito Taiwan lo scorso 3 aprile avrà a quanto pare serie ripercussioni anche sul mercato delle memorie RAM (o DRAM se preferite), impattando in modo importante sui prezzi e disponibilità.

Secondo un recente report di Digitimes infatti, a seguito del forte terremoto tutti i grandi produttori di memorie RAM taiwanesi hanno interrotto la produzione di wafer, come del resto si è visto con eventi naturali simili nel recente passato. Questo stop alla catena produttiva è stato seguito poi da altre misure “preventive” da parte delle aziende che, di comune accordo potremmo dire, hanno anche smesso di divulgare i prezzi di vendita per questo secondo trimestre. Ma vediamo cosa significa e cosa potrà succedere nei prossimi mesi.

Memorie RAM: prezzi in ascesa ma la domanda non dovrebbe variare

memorie ram

Prima di andare avanti, bisogna premettere che già prima del terremoto di Taiwan il prezzo delle memorie RAM stava seguendo un trend al rialzo, con una domanda al contempo molto bassa che non migliorava sicuramente la situazione. Il terremoto del 3 aprile come detto ha interrotto la produzione e già solo questo potrebbe giustificare un incremento di prezzo delle memorie. Se a questo però aggiungiamo che i big di settore colpiti dal sisma, ovvero Micron, Samsung Electronics ed SK Hynix, hanno smesso di divulgare i prezzi contrattuali delle DRAM, si avverte un’ulteriore volontà dei produttori di cavalcare in qualche modo l’onda per favorire un ulteriore incremento di prezzo, magari per recuperare le perdite registrate tra il 2022 e il 2023.

Dati alla mano, il secondo trimestre 2024 stava registrando un incremento dei prezzi più moderato rispetto al primo trimestre, con uno scarto non marcato ma comunque con segno negativo. Inutile dire che ora la situazione è destinata a mutare, senza dimenticare che i produttori taiwanesi sono pronti a ridiscutere i contratti con i clienti per adeguarsi ai nuovi prezzi. Ciliegina sulla torta, la possibile carenza di memorie DRAM dovuta alla chiusura degli stabilimenti di Taiwan in queste settimane e che, inevitabilmente, si dovrebbe ulteriormente concretizzare nei prossimi mesi. In quest’ottica inoltre, i grandi clienti delle aziende citate sopra potrebbero iniziare a preoccuparsi, cercando di stoccare il maggior numero di unità prima della crisi vera e propria.

In poche parole, si sta creando una sorta di circolo vizioso che, inevitabilmente potremmo dire, porterà non solo a un incremento sensibile dei prezzi al dettaglio, ma anche a una disponibilità abbastanza risicata di particolari prodotti (anche memorie NAND si vocifera). Non si parla solo di moduli di memoria destinati alla vendita al dettaglio, per intenderci quelle che compriamo singolarmente per assemblare un PC, ma anche di quelli che trovano posto su PC desktop, notebook, AiO, server ecc. Il report di Digitimes si chiude confermando che, nonostante tutto, il mercato delle memorie non dovrebbe vedere un cambiamento di trend per quanto concerne la domanda che, statistiche alla mano, rimane debole a discapito di tutto il settore.