Dopo aver criticato aspramente la scelta di OpenAI di allearsi con Microsoft, azienda che ha investito miliardi di dollari nello scorso anno, Elon Musk è passato alle vie legali facendo causa all’azienda da lui stesso fondata, madre di ChatGPT e di altre tecnologie di intelligenza artificiale. C’entra il fatto di aver reso meno libera OpenAI, un’azienda che è stata creata come una compagnia non-profit e open source, da cui deriva per l’appunto il prefisso “Open”, sottolineava Musk in un post su X alcuni giorni fa: “Ora è diventata una società closed source, a massimo profitto, controllata da Microsoft”.

 

Elon Musk ha quindi deciso di fare causa a OpenAI e ai suoi cofondatori Sam Altman e Greg Brockman, fra gli altri, accusandoli di aver violato il contratto con cui l’azienda stessa venne fondata con lo scopo di guadagnare. È centrale proprio il fatto che OpenAI, fondata a fine dicembre 2015 anche da Musk, che poi lasciò nel 2018 per “potenziali futuri conflitti di interesse con la IA di Tesla” secondo The Verge, nacque come società per lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale a beneficio dell’umanità, aperte al pubblico e non per profitto.

Questi principi, secondo Musk, sarebbero stati traditi dalla scelta di non rendere open source GPT-4, il modello linguistico di grandi dimensioni che ora è alla base di ChatGPT e di Copilot, strumento, quest’ultimo di Microsoft che, negli scorsi mesi ha finanziato OpenAI con vari miliardi di dollari.

Microsoft ha molta voce in capitolo, probabilmente controlla direttamente OpenAI a questo punto” disse Elon Musk ad aprile in un’intervista, parole diventate a distanza di quasi un anno una causa, commentata da lui stesso così: “OpenAI è stata trasformata in una filiale closed source della più grande azienda tecnologica del mondo: Microsoft. Sotto le direttive del suo nuovo consiglio di amministrazione, non solo sta sviluppando, ma sta di fatto perfezionando un’AGI (un’intelligenza artificiale generale, capace di apprendere e capire qualsiasi compito che può imparare un essere umano, di cui al momento non ci sono soluzioni concrete e definite, ndr) per massimizzare i profitti di Microsoft, piuttosto che per il bene dell’umanità”. Per ora, OpenAI non ha rilasciato commenti.

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