Dagli Stati Uniti arriva la notizia della ferrea opposizione di Apple nei confronti di un disegno di legge presentato in Oregon, che ha come obiettivo quello di vietare la pratica nota come accoppiamento delle parti.

Stando a quanto è stato rivelato da Tarah Wheeler, esperta di sicurezza informatica che ha preso parte all’iter relativo alla proposta di legge statale sul diritto alla riparazione, il colosso di Cupertino non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare al pieno controllo del processo di riparazione.

Apple non vuole cedere il suo potere di controllo

Chi conosce Apple e le sue politiche probabilmente non sarà stupito per la posizione dell’azienda, da sempre molto attenta a non “aprirsi” verso l’esterno e a mantenere un controllo quasi assoluto su tutte le fasi di realizzazione dei suoi prodotti e sulla gestione delle operazioni post vendita.

Secondo il disegno di legge in questione, le aziende dovrebbero fornire la documentazione, gli strumenti e le parti necessarie sia ai clienti che alle officine di riparazione indipendenti per riparare i prodotti danneggiati.

In particolare, questo nuovo disegno di legge prende di mira anche l’accoppiamento delle parti, una restrizione imposta da aziende come Apple che può impedire ai clienti di riparare un dispositivo con parti realizzate da altri produttori.

L’utilizzo di componenti “non ufficiali” comporta la visualizzazione di fastidiose notifiche per informare gli utenti che la parte che hanno installato non è autentica mentre alcune funzionalità, come ad esempio Face ID, potrebbero rifiutarsi di funzionare.

John Perry, senior manager di Apple del team di progettazione che si occupa della sicurezza, ha affermato che il colosso di Cupertino utilizza l’accoppiamento delle parti per “semplificare la riparazione”, garantendo al tempo stesso che il dispositivo e i suoi dati “rimangano al sicuro”.

In sostanza, la posizione di Apple è che questo disegno di legge rischia di mettere in pericolo la sicurezza degli utenti.