L’acquisizione di Twitter ad opera di Elon Musk rappresenta una delle operazioni finanziarie più importanti degli ultimi anni nel mondo dei social network, oltre che una delle più chiacchierate.

L’eccentrico miliardario, infatti, non ha risparmiato critiche alla precedente dirigenza di Twitter nei mesi che hanno preceduto la finalizzazione dell’acquisizione e subito essere divenuto CEO ha iniziato ad apportare tutta una serie di modifiche, alcune anche piuttosto radicali e controverse.

In sostanza, Elon Musk ha fatto parlare molto di sé come numero 1 di Twitter, che poi è divenuto X, ma a distanza di oltre un anno i dubbi sulla convenienza dell’operazione rimangono e, anzi, si sono fatti ancora più grandi.

X sempre più in difficoltà

Stando ad uno studio condotto da Fidelity, società che ha collaborato con Musk all’acquisizione di Twitter, il valore di X è diminuito del 71% rispetto a quando il social è stata acquistato alla fine del 2022 (per 44 miliardi di dollari).

Ricordiamo che tra le critiche mosse da Elon Musk nei confronti della precedente dirigenza di questo popolare social network vi era quella secondo cui rappresentava un rischio per la democrazia e la cività, arrivando a sostenere che la piattaforma stava diffondendo una sorta di “virus mentale” di sinistra a causa dei pregiudizi della leadership e della maggioranza dei dipendenti.

Gli addetti ai lavori, pertanto, non si sono stupiti per la decisione di Elon Musk, subito dopo essere divenuto il CEO di Twitter, di allontanare la vecchia dirigenza e di licenziare migliaia di dipendenti, essendo questo uno dei suoi obiettivi primari.

Né il miliardario è stato particolarmente gentile nei confronti degli inserzionisti che minacciavano di abbandonare la piattaforma social a causa della nuova politica aziendale.

In pratica, chi sostiene che Elon Musk nel ruolo di numero 1 di X abbia fatto terra bruciata intorno al social network non sarà sorpreso per questo nuovo risultato negativo.