In occasione dell’ultima riunione dell’anno del Consiglio dei Ministri, ieri, 28 dicembre 2023, è stato approvato il cosiddetto decreto Milleproroghe, un provvedimento che serve al governo per prorogare scadenze di legge vicine al termine. Fra le varie cose, è stato ufficializzato anche un nuovo aumento del costo dei pedaggi autostradali, che entrerà in vigore già dal 1° gennaio 2024.
“Nelle more degli aggiornamenti convenzionali, le tariffe autostradali sono incrementate nella misura del 2,3 per cento, corrispondente all’indice d’inflazione (NADEF, cioè la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, ndr) per l’anno 2024″ riporta il relativo comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, che conferma così un rincaro atteso e niente affatto isolato, considerando gli aumenti del 2% a partire dal 1° gennaio 2023 e l’ulteriore +1,34% del 1° luglio seguente.
Questo aumento dei pedaggi autostradali non arriva assieme a un nuovo piano di investimenti delle concessionarie autostradali, chiamate a presentare le loro proposte di aggiornamento dei PEF (piani economico finanziari) in conformità alle norme dell’Autorità di regolazione dei trasporti. I termini ultimi per depositarle sono stati rinviati al 30 marzo 2024, mentre quelli per il perfezionamento dell’aggiornamento dei piani economici finanziari al 31 dicembre 2024.
Nel frattempo, come anticipato, le persone dal 1° gennaio 2024 pagheranno il 2,3% in più per i pedaggi autostradali, con aumenti su tutte le tratte a prescindere dal concessionario che le gestisce.
“Siamo contrari a questa scelta del Governo di ripetere il solito rito di aumenti ai caselli autostradali apparentemente finalizzati a finanziare i lavori sulla rete, che in realtà contribuiscono ai profitti delle società autostradali come confermano i bilanci degli ultimi 2 anni (solo ASPI oltre 1 miliardo nel 2022, 800 milioni nei primi nove mesi del 2023)” ha commentato l’Associazione Nazionale Utenti Servizi Pubblici Assoutenti in una nota a cui fanno eco le parole del presidente del CODACONS Carlo Rienzi “a pedaggi più salati non corrisponde un miglioramento dei servizi resi agli utenti, come dimostrano i continui disservizi su tutta la rete, i cantieri infiniti, le lunghissime code che imprigionano gli automobilisti. Al contrario, il costo dei pedaggi, a fronte dei gravi disservizi registrati sulle autostrade nel 2023, sarebbe dovuto scendere come forma di indennizzo in favore degli automobilisti lesi”.
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