Un sistema di comunicazione fra veicoli che possa garantire ai ciclisti e agli altri “utenti deboli della strada” maggiore sicurezza. Questo è l’obiettivo della Coalition for Cyclist Safety, un’organizzazione nata per promuovere, sviluppare e implementare un sistema di comunicazione V2X con diverse aziende del settore tecnologico, della connettività, del software e dell’industria automobilistica e ciclistica, fra cui Audi, BMC, Bosch, Shimano, Trek e Qualcomm, alcuni dei membri fondatori di un comitato che comprende anche altre organizzazioni.

Ridurre il rischio di incidenti in bici con la comunicazione V2X: cos’è e come funziona

V2X sta per Vehicle-to-everything (veicolo verso qualsiasi qualcosa in italiano), sigla che indica un sistema di comunicazione fra un veicolo e altro: pedoni (V2P), veicoli (V2V), infrastrutture (V2I), dispositivi elettronici (V2D), eccetera. Si tratta di una tecnologia basata su reti di telefonia cellulare e WLAN con cui vengono trasferite le informazioni fra dispositivi, informazioni che, in questo caso, servono a ridurre il rischio di incidenti.

Le aziende e le organizzazioni parte della coalizione citata desiderano integrare nelle biciclette un sistema di comunicazione che, laddove supportato anche dalle automobili e dagli altri veicoli che circolano in strada, permetterà di aumentare la consapevolezza reciproca, principalmente fornendo avvisi e notifiche tempestive. Un sistema di comunicazione V2X potrebbe rendere molto più rari gli incidenti più frequenti che capitano nelle città, come quelli legati agli angoli morti dei veicoli di grandi dimensioni o quelli legati più semplicemente alle distrazioni e all’elevato numero di veicolo che circolano sulle strade.

Ad esempio: in un incrocio con più veicoli, se una bicicletta si avvicina, questi ultimi ricevono una notifica apposita che rende consapevoli i conducenti anche qualora non fossero in grado di vedere il ciclista fisicamente. Una specie di radar, per intenderci, qualcosa di simile a quanto garantiscono dispositivi per biciclette come i Garmin Varia, o il Bryton Gardia, luci-radar che segnalano al ciclista le automobili in avvicinamento attraverso notifiche visibili sui ciclocomputer o sugli smartphone collegati.

Bosch comunicazione v2x per ciclisti

Rendere accessibili i dispositivi fisici che possano permettere alle aziende di biciclette, di automobili e di altri veicoli di implementarli è un passo importante, che potrebbe e dovrebbe coinvolgere molte più aziende delle 19 realtà fondatrici della Coalition for Cyclist Safety citata, aziende impegnate a sviluppare, implementare e distribuire soluzioni, componenti e applicazioni V2X con la collaborazione di enti, organizzazioni e governi.

Per ora, il Gruppo Bosch, produttore fra le altre cose anche di motori e altre componenti per bici elettriche, ha dichiarato nel comunicato stampa relativo che si impegnerà a sviluppare le tecnologie V2X attraverso la sua divisione dedicata alle e-bike. Ma per garantire un’integrazione concreta, serve che la maggior parte degli attori in campo facciano altrettanto per contribuire a una mobilità più sicura, in bici, in monopattino e per tutti gli utenti deboli della strada.

“V2X rappresenta un altro importante contributo per un ciclismo più sicuro, poiché potrebbe offrire a chi usa le bici visibilità digitale per gli altri utenti della strada. Tuttavia, questo non può essere raggiunto da una sola azienda: richiede la collaborazione di diversi attori che lavorano a tutti i livelli sul tema, affinché in futuro nessun utente della strada sia escluso dai vantaggi che V2X può offrire” ha detto Claus Fleischer, amministratore delegato di Bosch eBike Systems della Coalition for Cyclist Safety.

Secondo Audi, entro il 2025, si stima ci siano 5,3 milioni di veicoli, bici, passaggi a livello, zone di lavoro e altri dispositivi in grado di connettersi usando un sistema di connettività V2X, numero che entro il 2030 ci si aspetta aumenti in maniera esponenziale: 61 milioni di dispositivi connessi, fra cui 20 mila strisce pedonali, 60 mila zone scolastiche, 216 mila scuolabus e 45 milioni di smartphone.

I lavori per tutto questo inizieranno presto negli Stati Uniti d’America e in Canada, ma l’obiettivo è introdurre anche soluzioni simili in Europa e nelle altre regioni del mondo. Qui trovate maggiori informazioni in merito.

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