L’origine dei venti solari è oggetto di studio da decenni e rimane ancora oggi un mistero irrisolto. La sonda spaziale Solar Orbiter dell’ESA sta contribuendo a spiegare il fenomeno grazie alle immagini catturate dallo strumento di bordo Extreme Ultraviolet Imager (EUI). In queste immagini un team di ricercatori ha osservato un gran numero di getti provenienti da una regione oscura del sole chiamata “buco coronale”.

Il team di Lakshmi Pradeep Chitta, autore principale dello studio del Max Planck Institute for Solar System Research, li chiama “getti di picoflare” in quanto contengono molta meno energia rispetto ai brillamenti solari, tuttavia gli scienziati ritengono che abbiano il potere di emettere abbastanza plasma ad alta temperatura da innescare i venti solari.

Sebbene i buchi coronali siano noti da tempo come regioni di origine del fenomeno, gli scienziati stanno ancora cercando di capire il meccanismo con cui i flussi di plasma emergono da essi e questa scoperta potrebbe essere la risposta.

Sfruttando il Solar Orbiter, il team continuerà a monitorare i buchi coronali e altre potenziali fonti di venti solari, oltre a raccogliere dati che potrebbero finalmente dare risposte sui flussi di plasma responsabili delle aurore sulla Terra.

Le osservazioni del team potrebbero inoltre far luce sul motivo per cui la corona o l’atmosfera del sole è estremamente più calda della sua superficie.

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