Si torna a discutere di euro digitale all’interno dell’Unione Europea. La Commissione di Bruxelles ha infatti pubblicato un documento in cui è contenuta la proposta legislativa al riguardo. Una proposta la quale dovrà iniziare ora la sua navigazione istituzionale venendo sottoposta al vaglio della Banca Centrale Europea una volta che sarà terminata la fase istruttoria, nel prossimo mese di ottobre. A questo punto la BCE dovrà decidere se sospendere il processo oppure dare il via libera definendo le caratteristiche tecniche e le modalità di distribuzione. Sembra difficile, però, che si arrivi ad uno stop, alla luce dell’importanza che stanno assumendo i mezzi di pagamento diversi dal contante, anche all’interno del vecchio continente.

Come dovrà essere l’euro digitale

Facilmente accessibile a tutti e destinato a non sostituire il contante, bensì a integrarlo: questa è la base che dovrà essere tenuta a riferimento nel processo di definizione dell’euro digitale. A indicarla è del resto proprio il documento  che è stato pubblicato oggi a cura della Commissione europea, ove si afferma che dovrà essere un mezzo di pagamento largamente accettato, come lo sono al momento le banconote e le monete.

Naturalmente, tutti coloro che vorranno utilizzare l’euro digitale dovranno avere la possibilità di farlo in maniera totalmente gratuita, in maniera tale da permetterne il più largo accesso possibile. A metterlo a disposizione saranno proprio le banche e il denaro virtuale dovrà affiancare, e non sostituire, quello tradizionale, allargando il ventaglio degli strumenti a disposizione di cittadini e consumatori.

Al tempo stesso, gli intermediari privati che vorranno distribuirlo come fanno con altri strumenti di pagamento digitali, si vedranno riconosciuti incentivi economici, i quali permetteranno di evitare commissioni eccessive a carico degli esercenti.

Nel nuovo sistema che si va prefigurando, il contante dovrà comunque avere un ruolo assolutamente centrale, un chiarimento di non poco conto a fronte delle tante polemiche che stanno emergendo come reazione all’ipotesi di eliminarlo del tutto dalla nostra vita di tutti i giorni. Ipotesi vista da molti come un tentativo di controllo sociale e, di conseguenza, da rigettare.

La proposta legislativa che è stata redatta dalla Commissione Europea, come era del resto facilmente prevedibile, spinge molto sul fronte della privacy e della protezione dei dati. Anche in questo caso, infatti, da più parti si sono levate voci preoccupate sul possibile utilizzo dell’euro virtuale come strumento per poter avere dati riservati dei cittadini che lo utilizzerebbero. Ipotesi presa in considerazione proprio nel documento, ove si afferma che è previsto un elevato livello di riservatezza per gli utenti e di protezione dei loro dati personali. Per fornire questi ultimi, in particolare, i pagamenti digitali potranno essere condotti anche offline.

In definitiva, l’euro digitale viene visto dall’esecutivo alla stregua di un mezzo di efficace protezione degli interessi europei. Proprio per questo, quindi, sembra difficile poter pensare che la BCE decida nei prossimi mesi di bloccare i lavori in vista della sua adozione.

Secondo Fabio Panetta, membro italiano della Commissione esecutiva della Banca Centrale Europea, e Valdis Dombrovskis, numero due esecutivo della Commissione stessa, permettere l’ingresso di valute virtuali esterne all’Unione avrebbe la conseguenza di indebolire l’euro. Considerato l’ormai prossimo debutto della CBDC (Central Bank Digital Currency) della Cina e i progetti attualmente in discussione in molti Paesi, si tratta in effetti di una esigenza sempre più pressante.

Proprio Fabio Panetta ha affermato, dal canto suo, che la BCE vede con favore l’affermazione di una forma digitale di euro e l’impostazione data, tesa a farne uno strumento complementare, e non sostitutivo del contante. Mentre Christine Lagarde, numero uno della massima istituzione monetaria continentale, ha affermato che l’euro resta il simbolo più tangibile dell’integrazione europea. Proprio per questo è da salutare positivamente il suo adattamento all’era digitale ormai in corso.

La presentazione del documento redatto ad opera della Commissione europea può essere considerato alla stregua di una accelerazione del processo inaugurato nel mese di luglio del 2021, quando il Consiglio direttivo della BCE ha dato il via alla fase istruttoria del progetto teso al varo di un euro digitale. Non resta quindi che attendere i prossimi passi per capire quale direzione prenderà il progetto.

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