La crisi climatica ed energetica rappresenta indubbiamente una delle tematiche più delicate e cruciali della nostra generazione; aggravate dal conflitto in Ucraina che ha spinto il mondo civilizzato a puntare con fermezza sulle energie rinnovabili, esplorandone le vere capacità con l’obiettivo ultimo di porre le basi del futuro energetico dell’umanità, un futuro rinnovabile in cui i combustibili fossili rappresentano un lontano ricordo.

Ogni Paese sta adottando politiche più o meno efficaci le quali spesso si devono scontrare con i farraginosi ingranaggi della burocrazia; sebbene collettivamente ci si stia muovendo verso la giusta direzione, ci sono nazioni che lo stanno facendo con maggiore efficacia e tra queste svetta la Cina.

Crescono le fonti di energia rinnovabili in Cina ma emergono alcune ombre

Nella giornata di ieri, il China Electricity Council, un’associazione di categoria nazionale senza scopo di lucro approvata dallo stato cinese, ha pubblicato un rapporto del primo trimestre denominato la “Situazione operativa dell’industria dell’energia elettrica“.

Questo report, come suggerisce il nome, si occupa di fare il punto della situazione sulla distribuzione delle fonti di energia nel Paese e l’ammontare della capacità elettrica di ciascuna categoria di energia, rinnovabili e non.

Stando al report, a fine marzo, la capacità di produzione di energia installata in Cina era di 2,62 miliardi di kilowatt, con un aumento annuo del 9,1%. Ogni categoria di combustibili, sia rinnovabili che fossili, ha visto aumentare di anno in anno la capacità installata.

Complessivamente, la capacità di produzione di energia elettrica da combustibili non fossili è stata di 1,33 miliardi di kilowatt, un aumento annuo del 15,9%, pari al 50,5% della capacità totale installata, e la percentuale è aumentata di 3 punti percentuali rispetto al 2022.

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Per quanto concerne la capacità di produzione di energia elettrica da combustibili fossili, questa si è attestata sui 1,13 miliardi di kilowatt, un aumento annuo dell’1,8%, e la produzione di energia elettrica da gas (materia alquanto controversa nell’ultimo anno) è stata di 120 milioni di kilowatt, un aumento annuo del 7,4%.

Il trend più rilevante del rapporto riguarda la produzione di energia solare che si è attestata sui 430 milioni di kilowatt, di cui la produzione di energia fotovoltaica e la produzione di energia solare termica sono state rispettivamente di circa 425 milioni e 670.000 kilowatt, con un aumento annuo del 33,7%, un risultato encomiabile.

La crisi del settore idroelettrico e la crescita del ruolo del carbone

Meno rassicuranti sono i numeri registrati dal settore idroelettrico, impattato dalla siccità delle regioni meridionali del Paese e che si traducono in un -8,3% nella produzione annua rispetto al 2022.

Quindi, mentre la crescita delle energie rinnovabili sta effettivamente registrando un rapido aumento in Cina e il governo cinese sta adottando misure per affrontare il cambiamento climatico, dal report emergono alcune ombre riguardanti l’utilizzo del carbone che il governo cinese sta spingendo particolarmente per soddisfare il fabbisogno energetico a breve termine, per cercare di sopperire al problema idroelettrico causato dalla siccità.

Come osserva Reuters, infatti, il governo cinese ha “incoraggiato i minatori di carbone a massimizzare la produzione e i generatori a carbone ad accumulare carburante”. Questa politica si è tradotta in aumento della produzione delle miniere di carbone 98 milioni di tonnellate (+5,4%) raggiungendo il record di 1.912 milioni di tonnellate nei primi cinque mesi del 2023.

Un report che in linea di massima evidenzia luci e ombre di una politica energetica che guarda al futuro ma rimane fin troppo legata ai retaggi del passato per soddisfare il fabbisogno energetico. L’aspetto positivo più rassicurante è come la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili stia procedendo a passo spedito con incrementi annui di oltre il 30%, più del doppio di quelli dei combustibili fossili.

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