Neuralink, azienda statunitense di neurotecnologie fondata da un gruppo di imprenditori, tra i quali il noto Elon Musk, starebbe cercando di collaborare con cliniche di neurochirurgia per testare nel cervello degli umani i suoi dispositivi neurali impiantabili.

L’ultima versione dell’interfaccia BCI (Brain Computer Interface) denominata N1 ha le dimensioni di una moneta da un quarto di dollaro e finora Neuralink ha sperimentato il dispositivo su animali come scimmie e maiali, ma la società starebbe cercando partner per sperimentare la tecnologia sull’essere umano.

Elon Musk afferma da anni che la sua organizzazione è vicina a incorporare la sua BCI nel cervello delle persone, tanto che a dicembre la startup ha presentato la maggior parte dei suoi documenti alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per l’approvazione.

Tuttavia i dipendenti attuali ed ex hanno affermato che Neuralink avrebbe richiesto l’approvazione della FDA per avviare studi clinici su persone all’inizio del 2022, ma che le sarebbe stata negata per gravi problemi di sicurezza.

Secondo quanto riportato da Reuters, Neuralink sarebbe in trattative con il Barrow Neurological Institute, un importante centro di neurochirurgia con sede a Phoenix, in Arizona, per impiantare i dispositivi N1 all’interno del cervello umano.

La cavia dovrebbe farsi praticare un foro nel cranio in modo che gli elettrodi del dispositivo BCI possano interagire con la materia grigia. L’intervento richiederebbe appena 15 minuti.

Non è chiaro quanto Neuralink sia prossima al suo obiettivo di avviare sperimentazioni sull’uomo e se collaborerà con cliniche di neurochirurgia, ma certo è che esistono ostacoli normativi significativi per testare impianti BCI invasivi nel cervello delle persone.

Inoltre l’anno scorso l’ispettore generale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha iniziato a indagare sulle pratiche di Neuralink per verificare potenziali violazioni del benessere degli animali.

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