In questi ultimi anni anche Amazon, così come altri colossi, si è trovata costretta a sfruttare lo smart working per affrontare i problemi legati alla pandemia di Coronavirus e alle conseguenti limitazioni negli spostamenti, puntando su un modello di lavoro che ha le potenzialità per migliorare la qualità della vita dei dipendenti e, allo stesso tempo, aumentarne la produttività.

Piano piano, tuttavia, l’economia e le nostre abitudini stanno tornando alla “normalità” e anche Amazon si prepara ad apportare delle modifiche: pare, infatti, che da maggio l’utilizzo dello strumento dello smart working verrà limitato.

Amazon prova a tornare alla normalità

Stando a quanto viene riportato dalla CNN, sembra che il colosso dell’e-commerce abbia deciso di richiedere ai propri dipendenti di tornare in ufficio almeno tre giorni alla settimana.

Questa mossa, che segna la fine della politica del lavoro ibrido seguita da Amazon negli ultimi anni, arriva in un momento molto delicato per l’azienda statunitense, che di recente ha confermato di avere in programma di licenziare ben 18.000 dipendenti.

Il CEO Andy Jassy ha difeso questa modifica importante spiegando che il lavoro di persona porterebbe a una migliore collaborazione e cultura aziendale, aggiungendo di essere consapevole che non è semplice riportare molte migliaia di dipendenti negli uffici in tutto il mondo e, pertanto, sarà dato ai team che devono svolgere tale lavoro organizzativo un po’ di tempo per sviluppare un piano.

Jassy ha anche affermato che la presenza in ufficio dovrebbe dare una spinta alle economie locali in cui si trovano le sedi di Amazon.

L’esperienza dell’ufficio migliorerà costantemente nei prossimi mesi (e anni) man mano che l’azienda troverà gli immobili necessari ad affrontare le esigenze ma Andy Jassy non ha dubbi sul fatto che la nuova politica aziendale darà i suoi frutti.

Resta da capire quale sarà l’accoglienza che i dipendenti Amazon riserveranno a tale novità.