Nel novero delle grandi aziende tecnologiche che stanno tagliando forza lavoro per ovviare alla crisi economica in atto, mancava PayPal. Un’assenza che l’azienda ha deciso di colmare, ricorrendo al licenziamento del 7% del personale. Saranno infatti circa 2mila i lavoratori costretti a cercarsi un nuovo posto, in un momento in cui sono molte le aziende impegnate a sfoltire i ranghi, a partire proprio dalle Big Tech.

PayPal: cosa sta accadendo?

A dare  l’annuncio dei licenziamenti decisi da PayPal è stato Dan Schulman, il presidente e amministratore delegato dell’azienda in un comunicato stampa teso con tutta evidenza a indorare una pillola amara. I licenziamenti avranno luogo nel corso delle prossime settimane, con alcune parti dell’azienda le quali sono destinate ad essere colpite più di altre.

Lo stesso numero uno di PayPal ha poi aggiunto: “Tratteremo i nostri colleghi in partenza con il massimo rispetto ed empatia, forniremo loro pacchetti generosi, ci impegneremo in consultazioni ove richiesto e li sosterremo nelle loro transizioni. Voglio esprimere il mio personale apprezzamento per i significativi contributi che hanno dato a PayPal.”

Contributi che però stanno per essere liquidati nonostante il fatto che PayPal nel corso dell’ultima relazione trimestrale pubblicata, quella relativa al terzo segmento del 2022, abbia addirittura superato le aspettative degli analisti. In particolare, l’azienda ha messo a segno una crescita nell’ordine del 14% del volume totale dei pagamenti, pari a 337 miliardi di dollari, rispetto al terzo trimestre del 2021. Cui si sono andati ad aggiungere i 2,9 milioni di account che si sono andati a sommare a quelli già attivi.

Per quanto riguarda le entrate totali sono a loro volta aumentate del 10,8%, sempre su base annuale, attestandosi a quota 6,85 miliardi di dollari, anche in questo caso leggermente al di sopra delle aspettative, mentre l’utile per azione è stato di 1,08 dollari, superiore di 12 centesimi alle attese.

Alla luce di quanto detto, in molti si pongono una precisa domanda: perché PayPal licenzia? Il motivo è da rintracciare nel fatto che la stessa azienda ha abbassato le attese su alcuni dati, a partire dal numero di nuovi conti attivi netti. Se originariamente si pensava ad una crescita pari a dieci milioni di account, in un secondo momento la previsione si è posizionata tra gli otto e i dieci milioni. Dati che hanno infine spinto la dirigenza a optare per un dimagrimento della forza lavoro.

PayPal è solo l’ultima azienda tecnologica che ricorre ai licenziamenti

PayPal è l’ultima delle grandi aziende tecnologiche che opta per questo genere di provvedimento. In precedenza, Microsoft ha annunciato il taglio di 10mila dipendenti, 2mila meno di Google, che ha dichiarato la sua intenzione in tal senso all’inizio del mese. Solo nel primo mese del 2023, stando ai calcoli condotti da Crunchbase, sono non meno di 46mila i lavoratori del mondo del big tech Usa che hanno perso il lavoro.

Se Schulman ha addebitato la decisione ad un contesto macroeconomico difficile, occorre anche sottolineare come in realtà l’economia statunitense non sia ancora entrata in fase di recessione. Il tasso di disoccupazione nazionale è infatti ai minimi da 50 anni, al 3,5%, mentre il Prodotto Interno Lordo (PIL) ha continuato a crescere nel corso degli ultimi trimestri.

Peraltro, secondo il Fondo Monetario Internazionale, che ha espresso il suo parere nell’aggiornamento del WEO (World Economic Outlook di ottobre), il PIL dovrebbe crescere dell’1,4% nel corso di questo 2023, quattro decimali in più rispetto alle previsioni che erano state formulate tre mesi fa. Nonostante ciò PayPal ha deciso di tagliare egualmente, anche se accompagnando il provvedimento con le parole gentili di Schulman, destinate però a non consolare eccessivamente coloro che ben presto dovranno trovarsi una nuova collocazione.

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