Non è un mistero che le criptovalute in questi ultimi tempi stiano vivendo una profonda crisi. Lo dimostrano le tante aziende crypto fallite, colossi compresi, e lo ribadiscono anche i risultati di una nuova ricerca commissionata da Kapersky che ha preso in considerazione le tendenze di tanti utenti di vari Paesi, sia europei che non. Cosa ne è emerso? Che quasi la metà ha paura di perdere denaro e che una persona su dieci l’ha già perso, chiudendo di conseguenza del tutto con gli investimenti in criptovalute.

Le criptovalute fanno paura: i numeri e le tendenze del 2022

Quello che si è appena concluso è stato un anno difficile, che a noi italiani ha portato una nuova legge, a tutti gli altri tanta instabilità legata a una crisi nera che si è riverberata su aziende, lavoratori e investitori, a partire dal fallimento di Terra (LUNA) e dalla bancarotta dell’exchange di criptovalute FTX, soprattutto.

Sulle aspettative per il nuovo anno abbiamo già scritto un approfondimento dedicato, ma qui vogliamo concentrarci più che altro sul punto di vista degli utenti, metterci dalla parte di chi investe e di chi non ha intenzione di farlo. Per questo vi parliamo di un’analisi di Kapersky appena pubblicata che ha preso in considerazione 12.000 persone di 16 diversi Paesi, alcuni europei (francesi, tedeschi e spagnoli ad esempio), altri no (statunitensi, sudafricani, arabi, messicani, eccetera).

Questo gruppo campione è eterogeneo, ma in generale quasi tutte le persone considerate hanno una certa familiarità con le criptovalute: dagli utenti regolari possessori di criptovalute che le utilizzano quotidianamente a chi lo faceva in passato, passando per chi sa di che si parla ma non ne ha mai posseduta una, fino a tutti gli utenti per così dire intermedi fra i due poli.

In sostanza, il 48% degli intervistati ha dichiarato di temere di usarle, per via dei rischi legati alla perdita di denaro ormai di dominio pubblico alla luce dei recenti patatrac. E pur tralasciando questo, come anticipato, circa il 10% del gruppo campione ha subito delle perdite a causa di semplici cali del valore delle valute stesse. A ricalcare i contorni di questo stesso scenario c’è inoltre il 61% degli intervistati che hanno dichiarato di rifiutarsi di utilizzarle perché temono di mettere a rischio il proprio denaro.

Fra le altre principali barriere che dividono gli utenti dall’adottare le criptovalute il 14% degli intervistati segnala inoltre la mancanza di risorse a sostegno delle criptovalute e il rischio che rivelino i propri dati durante cyberattacchi (6%), fattori che suggeriscono quanto la sicurezza costituisca un altro fattore importante nella questione legata alla crisi crypto.

Lato aspettative, per il 41% degli europei che hanno partecipato a questa indagine si dichiarano insoddisfatti o appagati solo in parte dagli investimenti in criptovalute; solo il 26% si è dichiarato accontentato, numero decisamente più basso rispetto ad esempio agli intervistati della regione Asia-Pacifico (41%).

Perché le criptovalute non convincono

Nonostante le sfide che il settore delle criptovalute sta affrontando, è importante ricordare che si tratta ancora di uno spazio relativamente nuovo e innovativo con un enorme potenziale. Come per ogni tecnologia emergente, ci potranno essere difficoltà di crescita e battute d’arresto, ma le prospettive a lungo termine per le criptovalute potrebbero essere ancora rosee. Dando priorità alla sicurezza, gli investitori in criptovalute possono ridurre al minimo il rischio di perdere denaro o informazioni  personali e proteggersi dalle minacce che dipendono da loro.

Con queste parole, Mar Rivero, Senior Security Researcher di Kapersky’s Global Research and Analysis Team ha fornito un po’ di speranza agli interessati e ai curiosi del settore. Maggiori dettagli li trovate qui.

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