Il Governo Meloni si avvicina al primo vero banco di prova da quando si è insediato: nelle prossime settimane, infatti, c’è da redigere e approvare la manovra finanziaria e, così come avviene ogni anno per questo tipo di provvedimenti, saranno in tanti a restare insoddisfatti per una o più delle misure in essa incluse.

Tra quelle più discusse è già possibile annoverare la Tassa Verde o Amazon Tax, così com’è stata soprannominata, ossia una misura che mira sulla carta a porre un freno alle consegne di prodotti acquistati attraverso l’e-commerce effettuate con mezzi non ecologici.

In teoria, pertanto, si tratterebbe di una tassa con un obiettivo lodevole solo che, passando al concreto, il serio rischio è quello di andare a colpire tutto il settore dell’e-commerce, uno di quelli che fanno registrare una crescita continua e che negli ultimi due anni, soprattutto durante la pandemia di Coronavirus, hanno letteralmente trainato il Paese. Alla faccia della riconoscenza!

Diverse preoccupazioni per la Tassa Amazon

L’idea del Governo sarebbe quella di colpire gli acquisti online con una tassa ulteriore e spingere così gli utenti a comprare ciò di cui hanno bisogno nei negozi fisici vicini.

Tutto molto bello se, tuttavia, ciò fosse così semplice, in quanto ci sono diverse ragioni per cui si effettua un acquisto online, a partire dalla necessità di risparmiare ma anche per il desiderio di avere un prodotto difficile (o persino impossibile ) da reperire nei negozi fisici.

Ed ancora, c’è chi si affida all’e-commerce perché non ha il tempo materiale per darsi allo shopping tradizionale oppure chi ha difficoltà con gli spostamenti e trova molto più comodo ricevere direttamente a casa il prodotto che desidera, con grande puntualità e senza ritardi, così come Amazon e altre piattaforme ormai ci hanno abituato.

Senza contare che negli ultimi anni sono state tantissime le piccole aziende che hanno puntato sull’e-commerce per riuscire ad emergere, potendo così raggiungere un’enorme platea di utenti.

Un freno alla competitività del Paese

Assolutamente contrario alla Tassa Verde si è detto Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, il quale ha commentato così tale misura:

La presunta ‘Amazon Tax’ sulla rete distributiva dell’eCommerce proposta dal Governo all’interno della nuova legge di Bilancio non tiene conto del reale impatto economico e ambientale di questo settore sull’intera economia del nostro Paese. Porre un freno a un settore strategico come quello del digitale, che già sta subendo un rallentamento a causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi tecnologici e di gestione dell’intera rete, significherebbe minare la competitività dell’Italia sul piano internazionale”.

Liscia precisa che a fare le spese di un’eventuale Tassa Verde sarebbero in primis le piccole e medie imprese, che hanno trovato nel commercio digitale una risorsa strategica per lo sviluppo del loro export, raggiungendo consumatori in tutto il mondo.

Stando ai dati diffusi da Netcomm, l’e-commerce consente di ridurre da quattro a nove volte il traffico generato dallo shopping nei negozi e le consegne ai clienti rappresentano lo 0,5% del traffico totale nelle aree urbane.

In sostanza, combattere l’inquinamento sarebbe l’ultimo degli obiettivi della Tassa Verde.

I giochi sono ancora aperti

Di parere opposto, invece, sono le associazioni che si occupano di tutela ambientale, che guardano con favore a una tassa che mira a colpire solo le aziende che non stanno attente alla salvaguardia del Pianeta.

Resta da capire come verrà formulata la Tassa Verde e sarà proprio questo l’aspetto più importante per valutare se tale misura potrà aiutare a proteggere le nostre città dall’inquinamento o se, al contrario, si tratterà soltanto di una “scusa” per andare a colpire un settore in enorme crescita e che, pertanto, garantisce allo Stato notevoli entrate.

Nel caso in cui la Tassa Verde dovesse divenire realtà, una cosa è già sicura: a pagare saranno gli utenti finali, sui quali inevitabilmente finirà per ricadere il costo del nuovo balzello e ciò a prescindere da quali siano le reali finalità del Governo.

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