Quanto sta avvenendo in queste ore fa capire come la spavalderia mostrata di Elon Musk può andare bene sinché si tratta di trollare su Twitter, molto meno quando si tratta di relazioni coi lavoratori dell’azienda. Dopo essere stati messi di fronte ad un vero e proprio bivio dal nuovo proprietario, che ha imposto di scegliere sino alle 17 di ieri tra il restare in azienda alle sue condizioni, oppure prendere i soldi e congedarsi, un gran numero di impiegati ha optato infine per la seconda ipotesi.

Qualcuno potrebbe a questo punto pensare che, in fondo, è proprio quello che voleva l’uomo più ricco del mondo. Non è però esattamente così. Tra i tanti i quali hanno scelto di abbandonare la nave, infatti, ci sono anche gli sviluppatori, in un numero tale da compromettere seriamente la possibilità per Twitter di mantenere la necessaria operatività. Un problema che probabilmente Musk non aveva preso in considerazione, facendo un errore grande come un grattacielo.

Twitter: i dipendenti se ne stanno andando in massa

La fuga dei dipendenti da Twitter  sta assumendo proporzioni clamorose nel corso di queste ore. Dopo essere stati lasciati all’oscuro sui licenziamenti sino a oggi, molti di loro si sono trovati di fronte ad una intimazione tale da fare capire al meglio il clima tossico che si respira in queste ore in azienda: non possono raggiungere i propri uffici e devono attendere una comunicazione di posta elettronica per sapere se potranno continuare a lavorare o meno.

A raccontare quanto sta avvenendo è Gergely Orosz, un ingegnere ed ex dipendente anche di Uber, il quale ha raccolto i pareri di molti suoi colleghi, dai quali ha tratto un convincimento ben preciso: Elon Musk ha fatto male i conti e tirato troppo la corda, stavolta.

La sua condotta, la quale si è spinta a sbeffeggiare proprio gli ingegneri, accusandoli pubblicamente di prenderlo in giro, ha infatti avuto come risultato l’addio di un numero elevatissimo di dipendenti, tra i quali molti che servirebbero invece a Twitter per mantenere livelli operativi adeguati. Per quanto riguarda proprio gli sviluppatori, sembra che addirittura il 90% di loro abbia deciso di salutare Musk, un numero che probabilmente quest’ultimo non si attendeva.

Di fronte all’evento, il nuovo proprietario sarebbe quindi stato costretto ad una precipitosa retromarcia la quale, stando alle cronache di queste ore, starebbe assumendo toni da operetta. Proprio Musk, infatti, sta organizzando riunioni coi fuggitivi per pregarli di restare, almeno stando a quanto riportato su Twitter dal giornalista Casey Newton.

I calcoli sbagliati di Elon Musk

Elon Musk potrebbe aver decisamente sbagliato i propri calcoli. Questo è il convincimento che si sta diffondendo in queste ore, sull’onda di quanto sta accadendo. Uno sbaglio derivante dalla mancata conoscenza di quel mercato del lavoro che pure dovrebbe essere un requisito minimo per guidare grandi aziende come quelle che sono al momento nelle sue mani. La testimonianza più eloquente in questo senso è quella collegata al balletto delle email, verificatosi nella giornata di ieri.

Quando ha capito che il suo approccio stava facendo più danni della grandine, il nuovo proprietario del social media ha deciso di inviare una comunicazione di posta elettronica ai dipendenti. La missiva è però caduta nelle mani della CNN, che non ha esitato a divulgarne il contenuto. In pratica, si trattava di una precipitosa ritirata sul lavoro a distanza, il quale tornava ad essere possibile previa autorizzazione da parte del manager interessato e assicurazione che il lavoratore in questione stesse comunque dando un eccellente contributo alla causa.

A distanza di 20 minuti, però, è arrivato il patatrac. In una nuova comunicazione l’uomo più ricco del mondo affermava infatti che qualunque manager colto ad affermare falsamente che qualcuno dei sottoposti sta facendo un lavoro eccellente o che un determinato ruolo è essenziale, da remoto o meno, sarebbe stato licenziato dalla società. Il bicchiere, da questo momento, poteva dirsi colmo.

Perché gli sviluppatori scappano da Twitter?

È stato lo stesso Orosz a chiarire i motivi della fuga di massa degli sviluppatori da Twitter. Trovandosi di fronte agli stessi diktat con cui si sono trovati a convivere gli scienziati missilistici di SpaceX, altra azienda ove le relazioni sindacali non sono propriamente distese, gli ingegneri hanno reagito in maniera assolutamente diversa. Lo hanno potuto fare in quanto i primi hanno poche alternative lavorative, i secondi molte di più.

Non reputando dignitose le condizioni prospettate da Elon Musk, ad esempio il doversi recare in ufficio non meno di 40 ore la settimana e dire addio allo smart working, e avendo la possibilità di trovare subito posti di lavoro migliori, gli sviluppatori non hanno avuto alcun genere di esitazione e hanno scelto la strada di un rischio, quello di restare senza lavoro, del resto abbastanza limitato. Nel farlo gli interessati possono tra l’altro contare su ammortizzatori assicurati proprio da Twitter e che gli consentono di restare per tre mesi con paga e assicurazione sanitaria, guardandosi intorno per reperire qualcosa all’altezza delle proprie aspirazioni.

Il loro sonoro no, però, pone ora un problema di non poco conto a Musk. Per poter sperare che gli interessati tornino al loro posto dovrà abbassare le penne e adottare un comportamento formale più consono. Nel caso non lo faccia, l’azienda potrebbe ben presto in difficoltà dal punto di vista tecnico e organizzativo. In ognuna delle due ipotesi la figura pubblica del miliardario di origini sudafricane sembra destinata a uscire al minimo ammaccata, per la gioia dei sempre più numerosi numerosi detrattori.

Leggi ancheC’è la conferma: Amazon licenzia e licenzierà anche il prossimo anno