Questa settimana, YouTube ha introdotto una nuova funzione pensata in via esclusiva per i creator, si chiama Search Insights e assolve — in parole povere — allo scopo di consentire loro di capire esattamente di quali contenuti i propri utenti siano alla ricerca, letteralmente: grazie a tali dati, il creator ha la possibilità di sapere quali termini abbiano cercato gli utenti che hanno visualizzato i suoi video.

Negli scorsi giorni e settimane ci eravamo occupati di YouTube soprattutto per altre questioni: dal lancio dei remix di altri video negli Shorts alla modalità PiP per iOS, passando per il lancio di show TV gratuiti negli Stati Uniti e per il blocco di canali riconducibili al governo russo, senza dimenticare il discorso legato agli NFT. Quest’oggi ci occupiamo di una funzione non pensata per essere sfruttata dagli utenti finali, ma della quale proprio questi ultimi sono parte integrante.

YouTube Search Insights: manna dal cielo per i creator

Il roll out di questa nuova funzione è avvenuto talmente in sordina che probabilmente molti, creator compresi, non se ne sono neppure accorti, con l’annuncio che, tra l’altro, sembra essere stato pubblicato unicamente sul canale video Creators Insider.

Lo strumento Search Insights, come detto, permette ai content creator di sapere quali parole chiave vengano cercate sulla piattaforma dagli utenti di YouTube; in aggiunta a questo, fornisce loro anche le ricerche effettuate dagli utenti del proprio canale. È inutile stare a sottolineare quanto questo, per chi produce video, costituisca un enorme aiuto per la creazione di contenuti maggiormente in linea con i gusti degli utenti. La seguente citazione, che descrive la funzione come una sorta di cheat code, è talmente corretta da meritare di essere riportata testualmente:

It almost feels like you’ve been granted access to a YouTube search cheat code. And you might not have even noticed it yet”.

Secondo quanto riferisce YouTube, la disponibilità della funzione Search Insights è attualmente piuttosto limitata: prima di tutto, attualmente è in grado solo di mettere insieme i dati dell’ultimo mese degli utenti di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e India (che sono comunque un’enormità); in seconda battuta, funziona soltanto per i termini cercati in inglese. Al netto di queste limitazioni iniziali, si tratta ugualmente di una grossa e potenzialmente utilissima mole di dati.

YouTube Search Insights: come si usa

Giunti a questo punto, che siate dei creatori di contenuti o semplicemente curiosi, vi starete chiedendo come fare per sfruttare la funzione YouTube Search InsightsVediamolo subito.

In primo luogo, occorre aprire la propria YouTube Studio Dashboard e cliccare su Analytics dal menu sidebar. In questa sezione figura un ultimo tab inedito etichettato come “Research”; è sufficiente selezionare il suddetto tab per ritrovarsi sotto agli occhi lo strumento Search Insights. A questo punto è possibile digitare qualsivoglia termine o argomento nel tab Searches Across YouTube per vedersi restituita una lista di termini rilevanti cercati sulla piattaforma. Ciascun termine viene classificato come High, Medium, oppure Low a seconda del volume di ricerca di quella determinata parola o frase su YouTube. Inoltre, il creator di turno può decidere se visualizzare dei dati “globali” — riferiti ai mercati attualmente coperti — oppure solo quelli del Paese di proprio interesse.

Se lo strumento nel complesso è molto utile, c’è una funzione ben precisa che merita attenzione. Cliccando sul tasto All Searches viene aperto un menu in cui compare l’opzione Content Gaps Only. Questa, una volta attivata, assolve al seguente scopo: se una parola presenta l’etichetta “content gap”, significa che YouTube sta informando il creator o che gli utenti non stanno trovando determinati contenuti effettuando tale ricerca, oppure che i video rilevanti sono molto vecchi o di scarsa qualità. Praticamente, i creatori di contenuti hanno modo di scoprire nuove opportunità di realizzare video rilevanti.

Il tab Your Viewers’ Searches, invece, fornisce gli stessi dati — content gap compresi — in riferimento ai soli utenti che abbiano visualizzato contenuti del creator. Quest’ultimo, così facendo, può capire come realizzare contenuti di maggior interesse dei propri utenti e, quindi, conseguire risultati migliori.

Non manca neppure un tab Saved, che aiuta a monitorare determinate parole chiave, un po’ come dei preferiti da tenere sempre a portata di click.

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