Sappiamo tutti quanto le tempistiche della politica non siano celeri, non solo in Italia. Ma è recente la notizia di una nuova stretta messa in atto nei confronti delle big tech da parte del Parlamento europeo. Vediamo quali sono le novità introdotte con il Digital Service Act.

Il Parlamento europeo impedirà di utilizzare informazioni sensibili a fini pubblicitari

Giovedì 20 gennaio il Parlamento europeo ha approvato, con larga maggioranza, la bozza iniziale di un disegno di legge originariamente presentato nel 2020. Stiamo parlando del Digital Service Act, il cui scopo è quello di mettere un freno alle pubblicità invasive dei big tech. La bozza, approvata con 530 voti favorevoli, 78 contrari e 80 assenze impedirà a piattaforme quali Google, Facebook e Amazon di utilizzare informazioni sensibili quali orientamento sessuale, razza e religione per fini pubblicitari. Il provvedimento, obbligherà le aziende interessate a predisporre servizi attraverso i quali gli utenti possano esprimere la volontà di rinunciare facilmente al tracciamento. Inoltre premerà sulle piattaforme affinché eliminino contenuti e prodotti illegali, quali incitamento all’odio e merci contraffatte.

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Il politico olandese, membro del Parlamento europeo Paul Tang, ha dichiarato su Twitter “Con un’ampia maggioranza, il Parlamento europeo ha adottato il Digital Services Act. Una grande vittoria, con supporto da sinistra a destra”.

La recente proposta include altri due interessanti regolamenti, già approvati il mese scorso, secondo i quali è fatto divieto di annunci mirati nei confronti dei minori e vengono vietati anche i cosiddetti modelli oscuri, ovvero una pratica utilizzata da alcune piattaforme per indurre gli utenti ad accettare la condivisione dei propri dati. Qualora le aziende violassero queste politiche, incorrerebbero in sanzioni fino al 6% delle proprie entrate globali.

Ad ogni modo, il Digital Service Act deve ancora passare al vaglio del Consiglio europeo il prossimo 31 gennaio, potrebbe però beneficiare di riflesso di una proposta simile presentata di recente negli Stati Uniti dai parlamentari democratici. La direzione presa è quella di tutelare quanto più possibile i diritti degli utenti, rendendo la vita un po’ più difficile ai big della tecnologia.

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