Dal momento in cui il Governo ha annunciato il bonus mobilità 2020 è scattata la corsa all’acquisto dei mezzi elettrici. Hoverboard, biciclette a pedalata assistita e soprattutto monopattini elettrici sono stati presi d’assalto e nel giro di qualche giorno alcuni dei modelli più popolari sono diventati introvabili.

Sulle sfaccettature del decreto che ha istituito il bonus mobilità abbiamo realizzato diversi contenuti che aggiorniamo man mano che dal Governo filtrano informazioni aggiuntive. L’approfondimento di oggi vuole aiutare coloro che sposerebbero l’idea di muoversi nel rispetto dell’ambiente conservando l’indipendenza di un mezzo privato se non avessero delle domande insolute.

Prendere in considerazione in un sol colpo qualsiasi mezzo elettrico conosciuto sarebbe impossibile, sia perché ne deriverebbe un articolo molto lungo e poco fruibile, sia per la quantità delle sotto categorie. Per cui in questa occasione prenderemo in esame i mezzi al momento più gettonati: le eBike, cioè le biciclette a pedalata assistita, ed i monopattini elettrici.

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Servono targa e assicurazione?

La legge inquadra monopattini elettrici e bici a pedalata assistita (eBike) come velocipedi, categoria per la quale non è necessaria la targa e non è obbligatoria l’assicurazione per la responsabilità civile (RC). Comunque si può sottoscrivere una polizza per mettersi al riparo dagli imprevisti; consigliamo l’operazione a chi utilizza il mezzo quotidianamente e per lunghi tratti. Agenzie come Assigeco offrono la copertura per danni a terzi con la sola RC a partire da 90 euro l’anno.

Dove posso circolare?

Marciapiede, ciclabile o carreggiata? Il dubbio può sorgere, ma la regolamentazione di gennaio 2020 sulla mobilità elettrica ha eliminato i vuoti normativi. Il marciapiede è da escludere: è infatti “la parte della sede stradale destinata al transito dei pedoni” quindi niente bici o monopattini a cui, in assenza di indicazioni precise, sono inibite sia la circolazione che la sosta.

I velocipedi “devono transitare sulle piste loro riservate quando esistono”, altrimenti “devono essere tenuti il più vicino possibile al margine destro della carreggiata“. Si può andare su strade urbane con il limite dei 50 km/h in cui non è vietata la circolazione dei velocipedi e sulle piste ciclabili delle strade extraurbane.

Come ci si comporta alla guida?

Monopattini ed eBike sono soggetti alle stesse prescrizioni delle comuni biciclette. Che si possieda un monopattino elettrico o una bici a pedalata assistita bisogna, in sintesi:

  • procedere su un’unica fila e comunque mai affiancati in più di due
  • avere libero l’uso di mani e braccia, e reggere il manubrio con almeno una mano
  • segnalare tempestivamente con il braccio l’operazione di svolta
  • attraversare carreggiate con traffico intenso conducendo il mezzo a mano.

La legge impone limitazioni tecniche ai mezzi?

Per entrambi i mezzi sussiste l’obbligo delle luci, sia davanti che dietro; sanzioni per i trasgressori da 100 a 400 euro. Il motore elettrico dei monopattini elettrici non può superare i 500 watt di potenza mentre quello delle biciclette a pedalata assistita deve star sotto i 250 watt; multe da 200 a 800 euro con la confisca del mezzo.

I bambini possono guidare eBike e monopattini elettrici?

Sotto i 14 anni di età non è permessa la circolazione su strade pubbliche con un monopattino elettrico, mentre fino alla maggiore età è obbligatorio il casco. Per le biciclette a pedalata assistita fino a 250 watt si applicano le norme del Codice della Strada per le bici a trazione muscolare, per cui nessuna età minima e niente casco obbligatorio.

È necessario un abbigliamento specifico?

Al calare della visibilità la legge obbliga ad indossare bretelle o giubbotti ad alta visibilità (una decina di euro su Amazon) a partire da mezz’ora dopo il tramonto e in tutte le condizioni di visibilità precaria (pioggia, nebbia, ecc).

E il casco?

Come detto sopra, il Codice della Strada ne prescrive l’obbligo solo ai minorenni alla guida di un monopattino elettrico. Il casco comunque rimane un equipaggiamento di sicurezza fortemente raccomandato a chiunque per le velocità, pur legali, che si possono raggiungere a bordo di monopattini ed eBike: un impatto a 25 chilometri orari può procurare danni fisici anche seri.

Qual è la velocità massima raggiungibile?

La legge impone una velocità massima di 25 km/h per tutti i monopattini elettrici, si scende a 6 chilometri orari all’interno delle aree pedonali. Per le biciclette a pedalata assistita invece non è previsto un limite di velocità “puro”: c’è l’obbligo per il produttore di predisporre un sistema che disattivi automaticamente l’assistenza elettrica al raggiungimento dei 25 km/h. In altre parole, per avere la collaborazione del motore si deve rimanere al di sotto della velocità massima.

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Posso incrementare le prestazioni?

Modalità di guida a parte, presenti su pressoché ogni mezzo, è possibile avere qualcosa in più ma non su tutti i mezzi: ad oggi non conosciamo eBike sulle quali si può intervenire e nemmeno troppi monopattini elettrici. Intorno agli Xiaomi Mi Electric Scooter si è sviluppata una community che nel corso del tempo ha sviluppato delle procedure per abbattere i paletti del firmware di serie, ossia il sistema che gestisce l’elettronica di bordo e quindi anche motore elettrico e batterie.

Intervenire sul firmware di uno Xiaomi Mi Electric Scooter non è alla portata di tutti: è concreto il rischio di brick che rende il monopattino elettrico inutilizzabile fino alla sostituzione del display di bordo con uno nuovo. Inoltre la rimozione del blocco della velocità massima a 25 km/h rende il mezzo non conforme alla legge, senza considerare che si chiede di più al motore e al pacco batterie accelerandone l’usura e incrementando il rischio di problemi anche gravi.

Qual è la portata?

Quasi tutti i monopattini elettrici e le biciclette a pedalata assistita ospitano su pedana e sella fino a 100 kg. Difficile si scenda sotto questa soglia, se non sui prodotti destinati ai più piccoli. È bene comunque dare un’occhiata alla relativa voce della scheda tecnica o del manuale d’uso e manutenzione.

Posso affrontare delle salite?

Un monopattino elettrico con un motore da 350 watt riesce a digerire anche pendenze del 20%, sebbene il valore dipenda dal peso e in particolar modo dallo stato di carica e di salute della batteria. In linea di massima, monopattini con un motore meno potente possono affrontare pendenze minori.

Per le eBike non esistono valori di riferimento: l’unità elettrica non è che un ausilio alla trazione principale, per cui il grosso della capacità di avanzare rimane a carico dei muscoli. I mezzi specialistici – e costosi – come le mountain bike a pedalata assistita sono i più indicati per affrontare i percorsi più impervi.

Posso affrontare strade sterrate?

Sì alle strade bianche per i mezzi con certificazione IP ed anche per tutti quei prodotti specialistici come le mountain bike da migliaia d’euro. Per le superfici irregolari invece meglio valutare con attenzione: gli organi di collegamento possono usurarsi rapidamente in caso di sollecitazioni importanti e ripetute, mentre le componenti elettriche come centralina e pacco batterie possono incorrere in problemi anche gravi.

No senza appello per i mezzi con ruote piene. Per i terreni accidentati meglio una eBike bene attrezzata.

Quando piove posso usare eBike e monopattini elettrici?

In genere la pioggia debole è tollerata da entrambi i mezzi. È importante consultare la scheda tecnica alla ricerca di una certificazione IP, con il primo numero che indica la protezione dalle particelle solide ed il secondo quella dai liquidi. I principali modelli di Segway e Xiaomi, ad esempio, sono certificati IP54 e cioè capaci di resistere a polvere e spruzzi quindi in grado di procedere in caso di pioggia debole.

Il consiglio è quello di attenersi alle indicazioni del produttore, tenendo però a mente che la garanzia non copre eventuali malfunzionamenti causati da polvere o liquidi, a prescindere dalla presenza di una certificazione IP. In caso di condizioni meteo avverse dunque è meglio lasciare a casa il monopattino elettrico o la eBike per i mezzi pubblici o l’auto.

Meglio ruote piccole o grandi?

In linea di massima con ruote di diametro ridotto si guadagna in agilità mentre con ruote grandi in stabilità e sicurezza su buche e avvallamenti. È necessario individuare il compromesso migliore sulla base dell’utilizzo prevalente.

Meglio ruote piene o gonfiabili?

Con le ruote piene ci si libera del rischio forature e questo può rappresentare un confort non indifferente. Il conto lo si paga sulle strade sconnesse, si deve accettare una minore aderenza su superfici imperfette e a bassa aderenza – asfalto bagnato o sampietrini – e in assenza di sospensioni si compromette notevolmente il confort di marcia e lo stress a giunti e componenti elettronici.

Quale distanza con un “pieno”?

Spesso si addita questo o quel produttore perché l’autonomia dichiarata non corrisponde a quella reale. L’autonomia reale però non è altro che la risultante di fattori diversi che si influenzano vicendevolmente: il peso del conducente, lo stile e la modalità di guida, la pressione degli pneumatici, il vento e la temperatura, o la tipologia del percorso sono solo alcuni degli elementi che concorrono alla cosiddetta autonomia reale, che quindi varierà da caso a caso.

In genere le percorrenze dichiarate sono calcolate su conducenti da 70 kg ed in condizioni ideali di funzionamento (velocità costante, superficie stradale liscia e livellata, assenza di buche e di vento ecc) in modo da rendere confrontabili i valori tra modelli diversi di produttori diversi. Nei fatti poi non è sempre così, ma la ratio è questa.

Volendo tirare una linea, i monopattini elettrici più piccoli, leggeri e dunque maneggevoli, superano di poco i 10 km con una sola ricarica mentre il Ninebot KickScooter MAX G30 è il riferimento della categoria con i suoi 65 km di percorrenza. Si fa più strada con le eBike: in genere non si scende mai al di sotto dei 30 km per superare, in qualche caso, i 150 km.

Se rimango “a secco”?

Non c’è santo che tenga: serve una presa di corrente, altrimenti ci si deve arrangiare per arrivare a casa o in ufficio. Con una eBike si può comunque proseguire pagando il prezzo di uno sforzo maggiore alla pedalata a causa del peso aggiuntivo della parte elettrica, mentre per un monopattino elettrico conviene chiedere aiuto a un veicolo a quattro (o più) ruote.

È facile da trasportare a mano?

Il fattore determinante è il peso. La maggior parte dei monopattini oscilla tra i 10 e i 20 kg mentre le biciclette a pedalata assistita possono anche spingersi oltre. Se non si può andare in negozio a valutare con mani (e braccia) proprie si può immaginare un monopattino o una eBike da 12 kg come una cassa d’acqua con sei bottiglie da due litri e valutarne così la trasportabilità.

Entra nel bagagliaio?

Rispondere non è semplice, se non con un dipende: dipende dalle dimensioni del monopattino o della eBike, se questa è pieghevole, dal volume e dalla conformazione del bagagliaio. Si può chiedere online agli altri possessori, andare in negozio per avere contezza delle dimensioni del prodotto da chiuso e immaginare se e come possa stare all’interno del bagagliaio.

Comunque se l’auto possiede la panca posteriore frazionabile se ne può reclinare una parte ed il problema è risolto al prezzo di un passeggero. In caso di soste prolungate invece nascondere una eBike pieghevole agli occhi indiscreti è quasi impossibile, mentre un monopattino elettrico si può conservare in una sacca anonima (circa 30 euro su Amazon).

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I mezzi pubblici accettano eBike e monopattini elettrici?

Difficile dare indicazioni spendibili in tutta Italia. In linea di massima se il monopattino, piegato, assume delle dimensioni compatibili con quelle di una borsa le chance di poterlo portare a bordo di bus, tram, metropolitane e treni sono maggiori; le biciclette a pedalata assistita, pieghevoli incluse, sono generalmente più ingombranti, per cui tirare una linea è pressoché impossibile.

L’ATM di Milano permette ad esempio il trasporto gratuito della bicicletta in metropolitana e sulle linee 4, 7 e 31 del tram. In ogni caso è sempre meglio consultare le aziende di trasporto locale.

Quanto tempo occorre per una ricarica?

I tempi di ricarica variano in maniera consistente in base a capacità della batteria e potenza dell’alimentatore; in genere occorrono dalle 3 alle 9 ore per una ricarica completa, ma alcuni modelli con meno di un’ora di ricarica riescono a garantire una decina di chilometri di autonomia.

Dove ricarico?

Basta una comune presa di corrente a cui collegare il mezzo o la batteria, se estraibile. Da non sottovalutare il fatto che in questo caso si può lasciare il mezzo in garage e portare in casa o in ufficio la sola batteria. Non è possibile utilizzare le colonnine di ricarica delle comuni vetture elettriche.

Quanto costa una ricarica?

I mezzi elettrici, specie se leggeri ed efficienti, hanno dalla loro la convenienza. Il costo per una ricarica completa dipende dalla capacità della batteria e dalla tariffa energetica, ma a considerare una spesa tra i 30 ed i 50 centesimi di euro non si finisce troppo lontani.

Come verifico il livello di carica?

Tramite l’indicatore sul manubrio. Che sia essenziale – dei LED – o più evoluto – uno schermo che mostra la percentuale di carica – tutti i mezzi elettrici ne possiedono uno. Consigliamo di controllare lo stato di carica da fermi per ottenere informazioni più precise: durante la marcia possono verificarsi delle fluttuazioni a causa della corrente assorbita da motore e accessori.

Quanto “dura” una batteria?

Anzitutto bisogna chiarire il concetto di ciclo di ricarica con il quale si intende una ricarica dallo 0 al 100%. Anche le ricariche intermedie concorrono però al raggiungimento di un ciclo: semplificando un po’, due ricariche al 50% equivalgono ad un ciclo completo così come quattro al 25% e così via.

Generalmente fino a 500 cicli di ricarica non si perde molta della capacità da nuova, con valori mediamente più bassi per le batterie di vecchia generazione e mediamente più alti per quelle al litio. Prodotti di buona qualità, se trattati con cura, possono raggiungere e superare abbondantemente i 1.000 cicli di ricarica mantenendo una capacità ragguardevole. Ad esempio Bosch garantisce le batterie per 2 anni o 500 cicli di ricarica mentre Shimano copre fino a 1.000 cicli.

Comunque dopo qualche anno di utilizzo (o di inutilizzo) la capacità di energia immagazzinabile decresce, con rapidità maggiore se il mezzo viene sfruttato a fondo. L’usura chimica può essere rallentata, non arrestata. Non è raro trovarsi dopo tre anni e qualche centinaio di cicli di ricarica con il 70% della capacità iniziale: in questo caso conviene procedere alla sostituzione dell’accumulatore.

La sostituzione della batteria è un’operazione semplice?

Nei mezzi con batteria estraibile è un gioco da ragazzi, ma occhio allo smaltimento dell’accumulatore esausto. Lo scenario si complica, anche notevolmente, quando la batteria è integrata nel telaio: in questo caso se non si è troppo pratici con cacciavite e chiavi inglesi è meglio chiedere l’aiuto di un professionista.

Come smaltisco la batteria esausta?

Le batterie al litio contengono materiali preziosi che possono e devono essere recuperati, per cui è molto importante smaltire le batterie esauste nel rispetto delle norme e dell’ambiente. È preferibile affidarsi alla rete di assistenza o ad un professionista, i quali affidano gli accumulatori agli operatori del settore (per gran parte tedeschi) in grado di trattare correttamente i componenti e recuperare parte dei materiali.

Se invece si vuole tentare la strada del fai da te, chi abita nei grandi centri urbani è favorito dalla presenza di centri di raccolta in grado di trattare il rifiuto nel modo corretto.

Dove parcheggio?

Ovunque, nel rispetto delle regole del Codice della Strada. È bene quindi parcheggiare a debita distanza da semafori, strisce pedonali, corsie adibite al transito dei mezzi pubblici facendo attenzione che il mezzo non costituisca un intralcio agli altri utenti della strada. Salvo diversa segnalazione, inoltre, non è consentita la sosta sui marciapiedi. Le eBike possono essere assicurate a un palo se sulla sede stradale, senza creare intralcio a pedoni e veicoli.

Come evito i furti?

Essendo sorelle delle bici a trazione muscolare, le biciclette a pedalata assistita possono attingere agli antifurto sviluppati negli anni: si va dai lucchetti ad arco alle catene, passando per i blocca disco. Le alternative, insomma, abbondano, e il nome di riferimento in questo campo è ABUS. Le eBike con batteria estraibile sono da preferire se si prevede di lasciare spesso la bici in strada, alla luce del valore economico della sola batteria sufficiente ad ingolosire i malintenzionati.

Proteggere un monopattino elettrico non è semplice. La catena è certo il sistema più efficace ma con il cruccio del peso e della portabilità, e ad essere onesti non c’è una soluzione che convince più di altre. Il rimedio migliore, al momento, è quello banale: non perderlo mai di vista.

Quale manutenzione?

Motore elettrico e batterie richiedono poca manutenzione e basta attenersi ai controlli prescritti dal produttore sul manuale d’uso e manutenzione. Tuttavia c’è da curare il resto della meccanica in modo più accurato rispetto ai mezzi privi di motore: monopattini elettrici e biciclette a pedalata assistita raggiungono velocità elevate che richiedono una meccanica in perfetta efficienza.

Alla base deve esserci quindi un controllo periodico alla pressione degli pneumatici, allo stato di usura dei freni e va assicurata la lubrificazione degli organi mobili. Gli interventi sulla ciclistica sono dunque i medesimi di una bici o di un monopattino tradizionali, ma frequenza e costanza sono più importanti che in un mezzo tradizionale.

E la pressione delle gomme?

In troppi sottovalutano l’importanza di un’operazione banale come il controllo della pressione degli pneumatici. Una gomma sgonfia è più soggetta alle forature, aumenta i consumi, accelera l’usura del battistrada e inficia la stabilità del mezzo; al contrario, una gomma eccessivamente gonfia diminuisce l’aderenza al suolo e il confort di marcia.

È fondamentale quindi che la pressione rimanga all’interno del range consigliato dal produttore, indicato sia sul manuale d’uso e manutenzione che sul fianco dello pneumatico.

Come gonfio le gomme?

Va bene una qualsiasi pompa con manometro da tenere in casa o in ufficio. Per viaggiare tranquilli si può acquistare una pompa a mano tascabile o un comodo compressore a batterie. Xiaomi ne produce uno molto interessante che copre svariate esigenze: è abbastanza potente da gonfiare anche le ruote dell’auto. Potete acquistarlo su Amazon o su Gearbest.

Quanto “dura” il motore elettrico?

Niente ansie: un motore elettrico di qualità può percorrere decine di migliaia di chilometri. È tra i componenti di cui ci si può preoccupare meno.

Per i ricambi?

L’imprevisto è sempre dietro l’angolo, dalla ruota lacerata da sostituire ai problemi più seri a batterie ed elettronica. Il consiglio è di rivolgersi ai brand più noti ed acquistare, se possibile, i modelli più popolari per i quali c’è ampia disponibilità di ricambi e pure di accessori per ogni esigenza.

Xiaomi, Segway, Cecotec, Atala, Italwin sono tra le aziende più affermate. Intorno ad alcune di queste sono nate delle community a cui ci si può rivolgere in caso di problemi o per ottenere dei consigli.