Com’è noto, il settore delle criptovalute sta attraversando un momento molto delicato, forse il peggiore dalla sua nascita, tanto da spingere più di un osservatore a parlare di crypto winter. Di converso, però, continua ad aumentare la loro diffusione nella vita di tutti i giorni, con un gran numero di aziende disposte ad accettare Bitcoin e Altcoin come forma di pagamento.

Tra i tanti casi d’uso, quello che sta calamitando l’attenzione dell’opinione pubblica, proprio per la rilevanza del tema e le sue implicazioni, è quello all’interno della guerra tra Russia e Ucraina. Se da una parte il governo di Mosca sembra propenso ad utilizzare gli asset virtuali per aggirare le sanzioni di Stati Uniti e Paesi alleati, dall’altro quello ucraino ne ha fatto uno strumento con il quale avere risorse finanziarie da destinare allo sforzo bellico, tanto da optare per la loro legalizzazione.

Il tema è comunque sempre più d’attualità, tanto da spingere molte persone, in particolare quelle che magari non hanno grande dimestichezza con le tecnologie di ultima generazione, a porsi una precisa domanda: dove e come è possibile utilizzare le criptovalute, ad oggi? Andiamo a fare il punto su una situazione in continuo aggiornamento.

Quali sono i principali fattori che spingono i pagamenti in criptovalute

Se in un primo momento le criptovalute sembravano destinate a fungere da strumento nel settore finanziario, alternativo nei piani di Satoshi Nakamoto e dei suoi successori, con il trascorrere del tempo è diventata sempre più evidente la loro utilità sotto forma di metodo di pagamento. A spingere in tal senso sono state soprattutto due caratteristiche di notevole importanza:

  • la mancanza di intermediari, fattore in grado di accrescere i costi collegati alle transazioni;
  • i profili di sicurezza connessi al loro utilizzo, resi molto elevati proprio dalla presenza della crittografia.

In conseguenza di ciò, al declino del trading puro, quello che cerca di trarre profitto dalla variazione di prezzo di un asset, ha corrisposto la crescita dei pagamenti in valuta virtuale. Pagamenti i quali sono sempre più accettati da rivendite fisiche disposte lungo il territorio e da piattaforme online. Un trend che ha del resto interessato anche il nostro Paese, come è facile immaginare, soprattutto dopo la crescita dei pagamenti digitali che ha fatto seguito al diffondersi del Covid, spingendo i consumatori a rivolgersi a metodi in grado di eliminare i pericoli collegati al commercio tradizionale. Proviamo quindi a vedere chi accetta pagamenti crypto, nel nostro Paese e a livello globale.

Il commercio elettronico

Il primo caso d’uso è quello legato al commercio elettronico. Se ancora Amazon e eBay non consentono di pagare in asset virtuali, altre piattaforme hanno già iniziato a farlo. Tra i nomi più in vista occorre ricordare Xbox, brand creato e gestito da Microsoft, che fornisce videogiochi, componenti aggiuntivi e abbonamenti di vario genere, che possono essere acquistati online procedendo al pagamento con Bitcoin. Anche il grande rivale di Xbox, Playstation, a sua volta gravitante nell’orbita di Sony, ha aperto ai pagamenti in BTC, ritenendo di non lasciare un vantaggio di questo genere alla concorrenza.

Nella lista occorre poi includere un gran numero di negozi virtuali che hanno scelto Shopify come piattaforma su cui appoggiarsi A favorirli è la partnership che l’azienda canadese ha instaurato con Bitpay, proprio allo scopo di permettere ai negozi virtuali di accettare pagamenti in Bitcoin.

A sua volta, PayPal ha implementato la funzionalità la quale consente di conservare Bitcoin, Ethereum e Litecoin per pagare servizi e prodotti che accettano questa opzione. Mentre CSPAy, integrato all’interno della piattaforma CryptoSmart consente al negoziante, reale o virtuale, di vedere immediatamente convertiti in euro i prodotti pagati. Una opportunità ad esempio offerta su Woo Commerce, Drupal, Magento, PrestaShop o ShopWare.

C’è poi Overstock, uno dei primi grandi rivenditori online ad accettare i Bitcoin come pagamento per i propri prodotti, già dal 2014. All’interno del negozio online i clienti possono pagare dispositivi elettronici come televisori e computer portatili o computer e una lunga serie di prodotti per la casa. Con il passare del tempo, a BTC si sono poi aggiunti altri token, come Ethereum, Litecoin, Monero, Dash e Bitcoin Cash.

All’elenco si aggiunge poi Newegg, una delle più grandi società di vendita al dettaglio di prodotti collegati all’elettronica di consumo, che accetta Bitcoin per una gamma abbastanza estesa di prodotti e servizi, a partire dai componenti hardware per i personal computer e l’hardware necessario per il mining di criptovaluta.

Altro negozio online da menzionare in questa lista è poi Bit Shopping, nato nel 2018 con l’evidente intento di inserirsi nell’onda che stava montando in quel momento offrendo pagamenti crypto su migliaia di articoli di uso quotidiano. dall’elettronica ai mobili, passando per le attrezzature da palestra. Oltre al Bitcoin è possibile pagare con molte Altcoin, come del resto è possibile farlo su Bitrefill, che offre ricariche telefoniche e Gift card per la maggior parte dei settori commerciali. Come metodo di pagamento il sito accetta Bitcoin e alcune dei principali altcoin tra cui Ethereum, Litecoin, DASH, Bitcoin cash e Dogecoin.

Pagare i servizi online con criptovaluta: Fiverr, Expedia e molto altro

Anche i servizi possono essere pagati online con Bitcoin e Altcoin. I casi più eclatanti sono in questo caso i seguenti:

  • Fiverr, una piattaforma che propone servizi freelance a chi ne abbia necessità. A partire da 5 dollari, chi vuole può utilizzare BTC per il pagamento di quanto concordato con la controparte;
  • Expedia, sito il quale è diventato ormai da tempo un punto di riferimento per chi ama viaggiare e cerca servizi alberghieri a costi convenienti. L’agenzia di viaggi online permette in particolare ai propri utenti il pagamento delle prenotazioni per gli hotel utilizzando Bitcoin. Il servizio è per ora limitato al pagamento delle prenotazioni alberghiere, ma è lecito pensare che possa presto essere allargato;
  • CheapAir, servizio di prenotazione per i voli statunitensi, sia nazionali che internazionali. Per poterli pagare si può scegliere una vasta gamma di criptovalute, partendo naturalmente da Bitcoin. Per poter approfittare del sistema di pagamento di CheapAir è però necessario avere un wallet messo a disposizione da Coinbase;
  • More Stamps Global, altra azienda operante nel settore turistico. Chi è intenzionato ad usufruire della sua proposta può scegliere tra voli, noleggio auto, prenotazioni alberghiere e tutti i tipi di altri pacchetti turistici, pagando con una quarantina di token, a partire da BTC.

Il crypto gaming

Com’è noto, con l’insorgere della pandemia di Covid le piattaforme di gaming online hanno ulteriormente rinsaldato le proprie posizioni, aiutate dai timori collegati al pericolo del virus e alla chiusura dei bar, ove erano dislocate le slot machine fisiche. I siti che propongono le macchinette mangiasoldi e i giochi da tavolo hanno colto al volo l’occasione, dimostrando notevole reattività in termini di innovazione. Nel farlo hanno deciso di adottare anche i pagamenti in valuta digitale, che del resto alcuni casinò online avevano già iniziato a proporre.

La lista delle piattaforme che hanno offerto questa ulteriore opportunità di pagamento e prelievo a chi apre un conto è lunghissima, comprendendo in particolare: TrustDice Casino, Rocketpot.io Casinò, BC.Game, CryptoLeo, BlizZcasino, Bitcasino.io, Pirateplay, 1xBit Casinò, Coin Poker, Zet Casino, Divas Casino, Nomini, Wazamba, Cadoola, Alf Casino, Buran Casino YoYo Casino, Boa Boa, Casinia, Librabet Casino, Enzo Casino, Jack Million, Unique Casino, Ts Casino, White Lion, Dingo Casino, Lsbet Casino, 22bet Casino, Cbet Casino, Stake, Cloudbet, Bitstarz, Wild Casino, mBit, Joo Casino, Fortune Jack e Wild Tornado.

Prima di aderire all’ipotesi di aprire un conto e depositare le proprie criptovalute, però, il nostro consiglio è di sincerarsi del godimento di una licenza rilasciata da un’autorità di controllo del gioco facente riferimento all’Unione Europea. Il settore del gaming, infatti, come del resto quello delle criptovalute, è stato funestato più volte dalle scorrerie di truffatori e dai comportamenti poco ortodossi dei gestori.

Anche la moda consente pagamenti crypto

Negli ultimi mesi anche il settore della moda ha deciso di aprirsi all’innovazione finanziaria. Il primo nome che salta agli occhi, in tal senso, è rappresentato da Gucci, che ha annunciato all’inizio di maggio un progetto pilota per il pagamento dei prodotti all’interno dei propri store fisici degli Stati Uniti. Il progetto vede in un primo momento partecipare 5 negozi, cui si dovrebbero aggiungere, in caso di riuscita, gli altri 106 presenti lungo il territorio federale.

La celebre casa italiana non è comunque arrivata per prima a questa risoluzione, poiché già Philippe Plein aveva a sua volta deciso in precedenza di adottare gli asset virtuali, supportando i pagamenti in 15 token diversi. È stato lo stesso fondatore a dichiarare la grande fiducia in una affermazione sempre più larga delle criptovalute, che potrebbe essere del resto favorita proprio dalla cassa di risonanza fornita dal settore del lusso.

L’iniziativa di Gucci, però, sembra essersi propagata alla stregua di una vera e propria scossa elettrica, se si pensa che subito dopo il suo annuncio anche GennySergio Rossi e Tag Heuer, brand della galassia Lvmh, hanno annunciato la decisione di aprirsi ai pagamenti crypto.

Pagare il taxi o il caffè con BTC e Altcoin

Se la moda è arrivata alla risoluzione di offrire pagamenti in criptovaluta, già molti negozi più o meno noti hanno da tempo accordato identica opportunità ai propri clienti. In Italia, ad esempio, a marzo di quest’anno risultavano già centinaia di strutture commerciali in grado di farlo, con Milano (550 negozi) e Roma (147) in particolare evidenza, seguite da Bologna (85) Torino (80) e Palermo (66).

Le attività che accettano pagamenti in criptovaluta sono le più disparate, a partire da hotel e bed & breakfast, gioiellerie, ristoranti, bar, negozi di abbigliamento, atelier, copisterie, grandi magazzini. Tra quelle di cui si è molto parlato ricordiamo CoinBar, un locale ibrido dove è possibile pagare in Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Usdcoin e Bitcoin Cash, non solo la colazione o l’aperitivo, ma anche fare la spesa. Un servizio il quale è del resto offerto ormai da tempo da Starbucks, la nota catena che lo rende possibile scaricando la sua app grazie alla collaborazione con Bakkt.

Per quanto riguarda i servizi, una nota di merito va invece a Chainside e eTaxi, che permettono di pagare le corse in valuta virtuale. Il primo ha lanciato il servizio già qualche anno fa a Roma, Milano e Napoli, mentre il secondo si è appoggiato a Future’s Value, una società specializzata in blockchain e finanza decentralizzata. I clienti possono quindi utilizzare le proprie criptovalute per pagare il taxi scansionando un QR Code dal sito.

Infine, occorre ricordare un altro settore che ha deciso di aprirsi ai pagamenti crypto, ovvero il cinema. In questo caso è stata la statunitense AMC a decidere di sfruttare questa nuova opportunità e offrirla alla propria clientela più dinamica. Già dalla meta del 2021, infatti, la più grande catena mondiale di sale cinematografiche permette di acquistare biglietti pagando in valuta virtuale. Se in un primo momento la proposta era limitata a Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash e Litecoin, in un secondo momento è stata estesa anche ai due celebri meme coin, Dogecoin e Shiba Inu.

Le criptovalute stanno diventando uno strumento finanziario sempre più accettato

Abbiamo quindi passato in rassegna le rivendite, fisiche o online, che accettano pagamenti in Bitcoin o Altcoin, un elenco che si va infoltendo giorno dopo giorno. Se, quindi, come strumento di trading le criptovalute stanno suscitando sempre più diffidenza, alla luce di una volatilità eccessiva anche per chi è abituato alle fibrillazioni dei mercati finanziari, in qualità di strumento per i pagamenti nella vita di ogni giorno stanno prendendo sempre più piede.

Proprio questo trend, sempre più forte, sembra andare nella direzione di una adozione di massa degli asset virtuali, i quali sono del resto sempre più utilizzati in America Latina, ove un gran numero di lavoratori e pensionati dei Paesi alle prese con livelli inflattivi abnormi, fanno ricorso a Bitcoin e Altcoin per ovviare al problema. In pratica, queste persone preferiscono accettare il rischio connesso ad una possibile svalutazione dei propri token piuttosto che sottoporsi alle vere e proprie forche caudine rappresentate da valute fiat troppo deboli.

Non resta quindi che registrare i continui arrivi di nuove attività pronte ad accettare pagamenti virtuali, una tendenza la quale sembra ormai inarrestabile. La speranza, naturalmente, è che i legislatori riescano a fornire un quadro normativo in grado di proteggere al massimo i consumatori, ovvero quella categoria che storicamente rappresenta l’anello debole della catena.

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