Anche Gucci ha deciso di aggiungere le criptovalute al paniere di sistemi di pagamento attualmente disponibili nei propri punti vendita disseminati lungo il territorio degli Stati Uniti. La celebre casa di moda ha annunciato la sua intenzione di farlo entro la fine del mese nell’ambito di un progetto pilota il quale coinvolgerà inizialmente cinque di essi. In caso di successo dell’iniziativa, è logico presupporre che la stessa sarà estesa al resto dei 111 negozi statunitensi.

Per quanto riguarda le criptovalute le quali saranno accettate nelle transazioni, vi rientrano non soltanto il classico Bitcoin e il suo maggiore antagonista Ethereum (ETH), ma anche Bitcoin Cash (BCH), Wrapped Bitcoin (WBTC), Litecoin (LTC), i due maggiori memecoin, ovvero Shiba Inu (SHIB) e Dogecoin (DOGE), e cinque stablecoin ancorate al dollaro statunitense.

I clienti che decideranno di approfittare della nuova opportunità riceveranno un’e-mail con un codice QR, grazie al quale potranno procedere al pagamento utilizzando allo scopo il proprio wallet digitale. In vista del lancio ufficiale dell’iniziativa, i dipendenti dell’azienda hanno iniziato a seguire corsi di formazione su criptovalute, NFT e Web3 in modo da non farsi trovare impreparati.

Gucci e le criptovalute

La decisione presa da Gucci va a inserirsi in un momento di notevole attivismo nei confronti del cosiddetto Web3, esplicitato dal lancio di due collezioni NFT nel corso degli ultimi mesi: a febbraio è stata infatti lanciata la collezione “SUPERGUCCI”, in collaborazione con il brand di giocattoli SUPERPLASTIC, mentre nel mese successivo è stata la volta di “Gucci Grail”, dedicata ai possessori di NFT “blue chip” come Pudgy Penguins, Bored Apes e World of Women.

Il primo NFT in assoluto della casa di moda italiana è stato un film della durata di 4 minuti, intitolato “Aria”, ispirato all’omonima collezione di abbigliamento la quale è stata venduta nel passato mese di giugno per una cifra pari a 25mila dollari, nel corso di un’asta che è stata condotta sul web da Christie’s.

Gucci ha poi deciso di occuparsi anche di metaverso, tramite l’acquisto a febbraio di un terreno virtuale su The Sandbox, su cui è stato varato il Gucci Vault, un concept store online al quale è affidato in pratica di presidiare il settore facendo leva su una selezione di rari pezzi vintage della maison.

I contatti sempre più frequenti tra moda e innovazione finanziaria

I contatti tra moda e criptovalute sono sempre più frequenti, testimoniati dal crescente interesse di molti noti brand del settore nei confronti del Web3. Nel recente mese di marzo, Off-white, noto marchio che gravita nell’orbita di LVMH, ha iniziato ad accettare pagamenti in asset virtuali all’interno dei suoi negozi di Milano, Parigi e Londra. La stessa azienda transalpina, a sua volta, aveva già rilasciato NFT per conto di alcuni dei suoi più celebri brand come Bulgari, Hennessy e Louis Vuitton.

Sempre in ambito LVMH, Hublot, noto marchio di orologi di lusso, ha a sua volta rilasciato una collezione in edizione limitata acquistabile esclusivamente tramite utilizzazione di Bitcoin, per poi collaborare con Ledger, popolare fornitore di cold wallet per abbinare il lancio di un orologio e un Ledger Nano X in edizione limitata. Non sono da meno altri due brand di orologeria di lusso come Franck Muller e Norgain, i quali hanno aperto ai pagamenti in criptovalute, andando in tal modo incontro alla propria clientela più dinamica e orientata all’innovazione.

Anche la casa elvetica Philippe Plein ha a sua volta adottato gli asset virtuali, supportando i pagamenti in 15 di esse. Lo stesso fondatore ha dichiarato in un comunicato stampa la sua fede in una affermazione sempre più larga delle criptovalute, di cui si è peraltro dichiarato un fruitore, pur senza dare particolari in tal senso.

Attivi nel settore anche Dolce & Gabbana, la cui collezione di 9 NFT intitolata “Genesis” e ispirata a Venezia, ha attirato grande interesse, collezionando vendite record, tali da superare i 5,65 milioni di dollari. I token non fungibili della casa milanese sono stati messi in vendita esclusivamente su UNXD, una nuova piattaforma gestita dalla rete Polygon, lanciata nel corso dell’ultima estate con l’ambizione di diventare un vero e proprio punto di riferimento nell’ambito del lusso digitale

Infine, la maison digitale Fabricant, la quale non ha esitato ad intraprendere una collaborazione con l’azienda blockchain Dapper Labs, il cui risultato si è concretizzato sotto forma di un abito NFT venduto alla bella cifra di 9.500 dollari.

Dopo la mossa di Gucci, è comunque plausibile che molti altri marchi del lusso vorranno misurarsi con la nuova realtà rappresentata dagli asset virtuali, si tratti di semplici pagamenti oppure di vere e proprie creazioni NFT, dando ulteriore impulso ad un settore che vede sempre più a portata di mano l’ambita adozione di massa.

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