Keychron è uno dei produttori di tastiere meccaniche più attivi, nonostante si tratti di un prodotto in cui le novità arrivano con il contagocce. In mezzo a tante novità però trovano posto anche alcuni “evergreen”,  prodotti sul mercato da parecchio tempo ma che continuano ad avere un interesse elevato da parte degli acquirenti, e che faticano a essere sostituiti.

È il caso di Keychron K6, tastiera meccanica compatta che staziona sulla nostra scrivania da parecchie settimane e di cui oggi vi parliamo in maniera più dettagliata in una recensione un po’ diversa dal solito.

Compatta, solida e personalizzabile

Keychron K6

Keychron K6 è una tastiera decisamente compatta, visto che utilizza un fattore di forma al 65% delle tastiere complete, ma ciò nonostante ha poche mancanze. Non sono presenti il tasto “End” e quello “Del”, ma se riuscite a sopravvivere a queste assenze allora non dovreste avere grossi problemi di utilizzo.

Le dimensioni, 317 x 107 millimetri, con un’altezza compresa fra i 30 e i 37 millimetri, permettono di trovarle spazio anche nelle scrivanie affollate. Se poi ci aggiungete un poggia polsi, come quello in resina presente sul sito Keychron, l’ergonomia ne trarrà ulteriore beneficio. Il produttore offre diverse opzioni tra cui scegliere, a partire dal frame in plastica o in alluminio, con una sostanziale differenza nel peso.

La versione in alluminio può essere acquistata solo con la retroilluminazione RGB, mentre la variante in plastica permette di scegliere anche la retroilluminazione bianca, più adatta per chi vuole qualcosa di “serioso” da utilizzare in ufficio o in ambiti lavorativi. È inoltre possibile scegliere fra tre diverse tipologie di switch e altrettante colorazioni. L’esemplare in prova è dotato di frame in plastica, LED bianchi, switch Gateron G Pro meccanici di colore blu, i più rumorosi del lotto.Keychron K6

Il rumore è comunque più contenuto rispetto ad altre tipologie di switch, risultando meno fastidioso in ambienti comuni ma comunque decisamente alto. Se lavorate in uffici pieni di colleghi vi consigliamo di optare per gli switch rossi o marroni, decisamente più discreti. Pur essendo compatta, con tasti non particolarmente grandi, non ci sono stati particolari problemi di adattamento e nel giro di un paio di giorni la velocità di digitazione diventa più che accettabile. Buona la qualità dei keycaps, di tipo see-through, che permettono quindi ai LED sottostanti di illuminare le lettere, facilitandone l’utilizzo in ambienti bui, anche se dopo 5-6 settimane di utilizzo si notano già i primi segni di usura, con i tasti che sono più lucidi nei punti di maggiore contatto. Niente di grave comunque, vista la solidità della plastica utilizzata, possiamo ipotizzare che tra qualche anno i tasti saranno ancora perfettamente leggibili, solo con qualche segno di usura in più.

Ottima la possibilità di utilizzare la tastiera con il cavo o a batteria, così da offrire una maggiore libertà di utilizzo lasciando allo stesso tempo il desktop più ordinato. L’autonomia si aggira sui 15 giorni, con retroilluminazione sempre accesa e un utilizzo medio di 8-10 ore, mentre spegnendo i LED è possibile raggiungere circa un mese di utilizzo. Se invece preferite la tranquillità del cavo, sul lato sinistro è presente un connettore USB-C, da usare anche per la ricarica, che vi permette di lavorare senza dover pensare ai consumi.

Keychron K6

Ottima ma non perfetta

Vista così questa Keychron K6 sembrerebbe esente da qualunque difetto, ma c’è qualcosa che non convince. Abbiamo volutamente allungato i tempi del test per riuscire a prendere maggiormente confidenza con quelle che sono indubbiamente delle limitazioni per chi scrive parecchie ore al giorno, in particolare testi.

La prima di queste limitazioni emerge confrontando la tastiera con i modelli più recenti, che supportano la tecnologia VIA, ideale per personalizzare il comportamento di ogni tasto. Non è quindi possibile rimappare i tasti o utilizzare i due tasti modificatori per creare scorciatoie, macro o altre funzioni molto utili, soprattutto per i programmatori. Al netto di questa limitazione però l’utilizzo per chi passa il proprio tempo a scrivere codice  non presenta grosse sfide.

Keychron K6

Per chi invece scrive tutto il giorno, soprattutto in italiano, c’è un grosso problema che impone una curva di apprendimento piuttosto lunga, soprattutto per chi viene da un’altra tastiera meccanica. Come gran parte delle tastiere di questo genere, anche Keychron K6 utilizza un layout US ANSI, che non prevede quindi caratteri accentati. Se avete usato un prodotto di questo tipo saprete che è sufficiente impostare il layout International English sul vostro sistema operativo e premere uno dei due apici (`o ‘) prima della lettera da accentare per ottenere lettere con accento grave o acuto.

Con questa tastiera invece è necessario premere il tasto Fn1 prima di inserire l’accento grave, visto che il simbolo “`” è posizionato al di sotto del tasto ESC e non è possibile in alcun modo cambiare il funzionamento. Capite quindi che diventa più macchinoso inserire i caratteri accentati e se utilizzate una qualsiasi altra tastiera Keychron compatibile con VIA (come la V8 che abbiamo recensito qui) ci vorranno parecchi giorni per ottenere una buona velocità di scrittura senza dimenticare nessun carattere accentato.

Peccato perché la presenza dei tasti retroilluminati, grazie ai keycaps see-through, rende questa tastiera molto comoda per chi lavora di notte (magari con switch silenziosi) o in ambienti scuri. Uno dei difetti delle tastiere con LED south facing è proprio la difficoltà di vedere le lettere, problema che si pone soprattutto per chi non ha particolare dimestichezza con il posizionamento dei tasti.

Va inoltre detto che le dimensioni particolarmente compatte, unite a un tradizionale layout lineare, non favoriscono certo l’ergonomia, soprattutto per chi (come chi scrive questo articolo) utilizza prevalentemente una tastiera con layout “Alice”. Le dimensioni leggermente ridotte dei tasti e la vicinanza tra le varie file di tasti provoca un affaticamento che alla lunga si fa sentire, obbligando quindi a prendersi qualche pausa ogni 2-3 ore di utilizzo.

In conclusione

Se cercate una tastiera compatta, solida e destinata a durare nel tempo, Keychron K6 fa sicuramente al caso vostro. Se però pensate di utilizzarla per periodi prolungati durante il giorno, tenete presente i limiti descritti, in particolare quello legato all’ergonomia, perché alla lunga potrebbe crearvi qualche problema.

Il prezzo, insieme alla durabilità, è indubbiamente uno dei suoi punti di forza, visto che potete trovarla sullo store ufficiale a partire da poco più di 60 euro.