Amazfit Balance 2 è arrivato sul mercato globale lo scorso mese di giugno, dopo un lancio iniziale limitato ai confini cinesi, con l’intento di portare avanti quanto di buono fatto dal suo predecessore, ormai prossimo al pensionamento a causa del supporto software limitati a 2 anni. L’interesse nei suoi confronti è stato e continua a essere tanto, grazie a tutto quello che è riuscito a dare il precedente modello, ed è per questo che lo abbiamo al nostro polso fin dal suo lancio in Italia e oggi, a distanza di un po’ di settimane, è giunto il momento di parlarvene. A distanza di un paio d’anni da quando vi abbiamo parlato del precedente modello, è arrivato il momento di Amazfit Balance 2.
Indice:
Confezione e accessori
Partiamo dalla confezione perché è la prima cosa che salta all’occhio una volta che lui arriva a casa. È di forma rettangolare, giusto per anticipare che nasconde uno smartwatch, e al suo interno contiene non solo Amazfit Balance 2 con tanto di basetta di ricarica e manuali ma anche ben due cinturini in silicone, uno di colore nero e uno di colore arancione: perciò include ben due cinturini di colore diverso, da utilizzare come ricambio o per creare la propria combinazione preferita. All’arrivo non c’è alcun cinturino agganciato ad Amazfit Balance 2, perciò ne va scelto uno e poi con tanta buona pazienza va aggiunto al dispositivo nudo e crudo. Tutti e due i cinturini sono fatti dello stesso materiale, immaginiamo silicone, e alla vista non risultano granché perché sembrano di bassa qualità, però in realtà sono ottimi perché non irritano neppur minimamente la pelle, anche se ben stretti, e non mostrano alcun segno di usura anche a distanza di settimane.



Caratteristiche fisiche, costruzione e display
Amazfit Balance 2 riprende il design e la cassa del modello precedente e li aggiorna in chiave moderna, così da offrire un look capace di far contenti tutti, innovatori e nostalgici, e una maggiore robustezza a livello costruttivo, così da risultare alla vista e al tatto ancora più solido. E lui, infatti, è bello da vedere col suo aspetto da orologione elegante-sportivo ed è roccioso a livello fisico grazie a un assemblaggio impeccabile e a materiali di prima qualità, come alluminio, policarbonato e vetro zaffiro; in mano e al polso è veramente solido e lo è anche nell’uso di tutti i giorni, non mostrando segni di usura dopo settimane di utilizzo. Il rovescio della medaglia è che risulta bello massiccio e più grande e pesante del modello precedente, arrivando a misurare 47,4 x 47,4 x 12,3 mm e a pesare 43 g.






































Fisicamente include i soliti elementi e cioè i fori per i due altoparlanti, il microfono e il barometro, due tasti fisici di cui uno zigrinato e uno a rotella, entrambi solidi e con un bel clic alla pressione, i pin per la ricarica tramite basetta, i sensori vari nella parte inferiore e un bel display AMOLED che risulta estremamente luminoso e molto ben definito e vivido. Nulla di spiacevole da dire qui perché lui è bello, al netto delle preferenze soggettive, è costruito molto bene, seppur questo significhi dimensioni e peso maggiori rispetto al predecessore, e possiede tutto ciò che serve per durare nel tempo ed essere facile da usare, soprattutto se si pensa al tasto a rotella per navigare nel sistema e all’eccellente display protetto da un vetro zaffiro. E, per finire, c’è una sua caratteristica che potrebbe sembrare banale ma che nella vita di tutti i giorni fa la differenza in positivo: grazie ai nuovi materiali di cui è composta la parte inferiore, la zona dei sensori resta sempre pulita e libera per far sì che le misurazioni siano sempre precise e questo anche sudando, sporcandosi, indossandolo in modo aderente e non pulendolo mai; questa cosa è ottima perché il modello precedente nel giro di qualche giorno accumulava sporcizia e pelle morta sui sensori, anche non sudando, e questa cosa talvolta impediva le misurazioni da parte dei sensori, tanto da richiederne una pulizia.
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Zepp OS e app Zepp
Lui utilizza il sistema operativo proprietario di Amazfit, Zepp OS, nella versione 5 annunciata in occasione del suo lancio, che si muove con fluidità e reattività grazie alle nuove ottimizzazioni e soprattutto a un nuovo SoC al suo interno ancora più potente di quello del predecessore. Bene o male, comunque, è il solito sistema operativo visto e rivisto con gli altri prodotti dell’azienda con in più una lente di ingrandimento per migliorare la leggibilità di alcune parti del sistema, la funzione BioCharge, che non è ancora disponibile per lui però dovrebbe arrivare in futuro, qualche applicazione nuova, come quella per il golf e per il jet lag, e qualche affinamento per le notifiche; a parte questo, nel complesso è uguale alla versione 4 presente nel predecessore e così nel complesso è anche l’applicazione per smartphone, che è, al netto di qualche elemento, la solita vista con gli smartwatch di Amazfit, sia graficamente che a livello di funzioni.
















































Anche se è la solita, peraltro rinnovata completamente qualche mese fa, dobbiamo spendere qualche parola nei suoi confronti perché fra tutte quelle per gestire questo genere di dispositivi è senza dubbio quella più bella, chiara e funzionale: fra i suoi punti di forza, a parte il design chiaro e minimale fatto di grafici e dati, ci sono la divisione in schede, la personalizzazione, il supporto al tema scuro, la fluidità, la velocità di sincronizzazione dei dati e soprattutto il supporto a più dispositivi simultaneamente. Ok Zepp OS 5 che è bene o male il solito sistema operativo con le solite cose, ma l’applicazione per smartphone di Amazfit è di un livello superiore rispetto a quelle della concorrenza e con Amazfit Balance 2 riesce a dare il meglio di sé perché mette a disposizione tutte le sue funzioni, anche a livello di watchface e mini-applicazioni scaricabili dallo store.
Funzioni smart, chiamate e AI
Amazfit Balance 2 integra tutto quello che serve per essere chiamato smartwatch e lo fa senza avere a bordo Wear OS, il che è un punto a favore dell’autonomia. Partiamo col dire che lui supporta le chiamate e che rispetto al solito lui possiede ben due altoparlanti, anziché uno: rispondere e parlare al telefono con lui è un piacere perché il volume degli altoparlanti non solo è più pieno e nitido ma è anche leggermente più alto rispetto a quello a cui siamo abituati; poi il microfono funziona bene e dall’altra parte ci sentono vicini e in modo chiaro, perciò lui è top da questo punto di vista. Dobbiamo poi passare subito alle notifiche perché anche da questo punto di vista lui non ha nulla da invidiare alla concorrenza, anche dotata di Wear OS: ha il pieno supporto alle notifiche, almeno usando Android, con tanto di personalizzazione per renderle ancora più smart e un vero e proprio centro notifiche, accessibile tramite swipe verso l’alto dalla home, nel quale visualizzare e leggere qualsiasi cosa venga notificata sullo smartphone, immagini incluse; e la cosa bella è che supporta più o meno tutto, non solo le applicazioni di messaggistica, e permette di rispondere ai messaggi di WhatsApp, Instagram, Telegram, Google Messaggi, ecc., tramite una mini-tastiera, tramite frasi predefinite, tramite emoji e soprattutto tramite la voce e frasi contestuali utilizzando Zepp Flow 2.0.
































Ed è proprio questo il suo aspetto chiave lato smart perché Zepp Flow è un vero e proprio assistente vocale e in quanto tale non solo permette di rispondere ai messaggi con la voce ma permette anche di eseguire un sacco di azioni come un qualsiasi altro assistente vocale: infatti lui si basa sullo stesso motore di ChatGPT e permette di fare di tutto, come avviare attività sportive, alzare il volume dell’altoparlante, aumentare la luminosità del display, fare ricerche, di conoscere le previsioni meteo e di fare un sacco di altre cose; e tutto questo con un’ottima reattività, con una grafica abbastanza moderna e tramite scorciatoie all’interno delle watchface, applicazione dedicata e persino un widget. A ciò si aggiungono una serie di applicazioni e di personalizzazioni utili a renderlo ancora più smart e personale: basti pensare che lui può contare su uno store proprietario di mini applicazioni con cui poter aver accesso alle funzioni più comuni di cui si ha bisogno, oltre a tante applicazioni preinstallate per la salute, per la quotidianità, per i promemoria, per lo sport e per la parte smart; non mancano, infatti, sveglia, promemoria, memo vocale, meteo, calendario, tessere associative, barometro, bussola, ciclo mestruale, musica (con possibilità di riprodurne anche dallo storage interno di 32 GB), sole e luna, altimetro, cronometro, conto alla rovescia, elenco delle cose da fare, pomodoro timer e soprattutto Zepp Pay, che è l’applicazione proprietaria per effettuare i pagamenti digitali tramite NFC e wallet Curve. Per finire una considerazione sulla vibrazione, elemento fondamentale non solo per la sveglia e per la navigazione all’interno del sistema tramite tasto a rotella ma anche e soprattutto per le notifiche: lui ha un feedback aptico di ottimo livello e quasi paragonabile a quello di un Pixel di recente generazione perché è bello secco (del tipo toc toc toc…), è corposo, è forte ed è preciso quando abbinato alle interazione di sistema. Oltre che del Bluetooth è dotato anche della connessione Wi-Fi, ma come nei suoi tanti fratelli non serve granché perché permette appena di scaricare gli aggiornamenti di sistema.
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Sport
Lui è uno smartwatch con un occhio di riguardo nei confronti dello sport e questo è chiaro da subito perché leggendo la scheda tecnica viene fuori che supporta oltre 170 modalità sportive, fra le quali spiccano golf e HYROX e troviamo persino i giochi da tavolo come dama e scacchi e modalità assurde come “spalatura della neve“. Non sappiamo a chi servano queste oltre 170 modalità sportive e quanto vengano registrate con precisione, ma ci sono. Non c’è qualche cosa di praticabile che lui non supporti e il bello è che delle modalità sportive più comuni è in grado di registrare i dati in modo specifico, così da fornire un quadro ancor più completo e personale dell’allenamento svolto; in casi del genere non si limita a registrare i dati soliti come ossigeno nel sangue, battiti cardiaci, calore consumate, passi e via dicendo ma registra le caratteristiche specifiche dell’allenamento, in modo tale da avere anche un quadro dei progressi e dell’andamento nel lungo periodo.






















Supporta poi la condivisione dei dati con applicazioni di terze parti, come Google Fit, Strava e Adidas Running, accessori esterni come fascia cardio per la corsa e misuratore di potenza per il ciclismo, l’importazione dei file di rotta, PeakBeats e supporta soprattutto le mappe offline, utili per la navigazione soprattutto in caso di escursioni; a queste si aggiungono funzioni che sfruttano l’intelligenza artificiale, che combinano speciali algoritmi e i dati raccolti dai sensori, come Zepp Allenatore e Zepp Coach AI Chat, che insieme svolgono la funzione di un allenatore personale focalizzato sulle prestazioni, sugli obiettivi e sulle caratteristiche fisiche personali. Non si fa mancare poi i soliti accessori integrati utili per sport all’aria aperta, come barometro, bussola e soprattutto A-GPS, che è veloce e molto preciso nella geolocalizzazione grazie anche all’aiuto altri cinque sistemi di navigazione. Per quello che abbiamo potuto vedere, utilizzandolo per i nostri allenamenti calistenici in palestra con riconoscimento automatico delle attività, i dati raccolti sono veritieri, affidabili e in linea con quelli di altri prodotti; quello che più sorprende di lui è la prontezza con cui reagisce alle variazioni di ossigeno nel sangue e della frequenza cardiaca e con cui si adatta agli stimoli diversi durante l’allenamento: da questo punto di vista, lui è top e non si perde niente.
Sonno
Amazfit Balance 2 è un vero e proprio coach per il sonno perché è in grado di raccogliere una enorme quantità di dati e di fornire report dettagliati su ogni elemento che lo caratterizza, con tanto di grafici, andamenti e suggerimenti utili per migliorarlo. Lui registra i pisolini, l’HRV, i periodi di veglia, il sonno leggero, il sonno profondo, le fasi REM, la temperatura cutanea, l’RHR, l’ossigeno nel sangue, la frequenza dei battiti cardiaci, la frequenza respiratoria, lo stress e le apnee, perciò tutto quello che serve per creare dei report approfonditi e attendibili sulla qualità, sulla regolarità e sulla durata del sonno. E così fa perché il tracciamento del sonno è fra i suoi punti forti e fra i migliori per quanto riguarda questo genere di prodotti: lui non sbaglia un colpo, nel senso che non capita mai che non abbia registrato qualche valore, e soprattutto è estremamente preciso nella raccolta dei dati e nel riconoscere quando ci addormentiamo e svegliamo, anche di giorno.




































I valori che lui mostra non solo sono in linea con quelli di tutti gli altri dispositivi con cui abbiamo avuto a che fare, modello precedente compreso, ma sono veritieri e attendibili: cioè lui sa esattamente come abbiamo dormito ed effettivamente noi abbiamo dormito come dice lui, in termini di durata, qualità e regolarità. I dati che mostra trovano riscontro nelle abitudini e nelle attenzioni di tutti i giorni, dati vitali inclusi, e questo lo si nota ancor di più tenendo d’occhio e analizzando il valore Prontezza, che è una specie di riassunto del recupero notturno quotidiano basato su tutti i dati che lui raccoglie e di cui abbiamo parlato sopra. Prontezza è un indicatore di come è andato il recupero notturno di mente e corpo e come tale fornisce indicazioni di quanto e come si è pronti a livello fisico e mentale per affrontare la giornata dopo il risveglio: può sembrare banale e inaffidabile all’apparenza, ma possiamo assicurarvi che nell’uso di tutti i giorni è fondamentale perché fornisce un dato immediato sul benessere fisico e mentale, con tanto di grafici, storici e parametri singoli, e poi è super attendibile perché ci sentiamo e siamo pronti fisicamente e mentalmente esattamente come lui dice. Il tutto, come se non bastasse, è condito da Zepp Aura, che è il solito ottimo assistente digitale di Amazfit che mostra dati, grafici e suggerimenti sul sonno per dormire meglio, per recuperare di più durante le ore di sonno, per scaricare lo stress e per riposare rilassati.

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Salute
Oltre al sonno, lui mette in primo piano la salute e questo significa non solo monitorare i parametri vitali più importanti ma anche farlo con una accuratezza di alto livello. E sì perché Amazfit Balance 2, sfruttando il nuovo sensore BioTracker 6.0 PPG, è affidabile in tutte le misurazioni che fa e questo fa sì che sia un ottimo strumento per avere un quadro generale e sempre aggiornato sulla propria salute. Lui misura l’HRV, l’RHR, lo stress, l’SpO2, la frequenza cardiaca, la temperatura cutanea, i passi, la distanza percorsa, i piani e le calorie bruciate e lo fa sempre in maniera pronta adattandosi in tempo reale alle variazioni e affidabile tirando fuori dati che effettivamente corrispondono a quelli reali. Non ha problemi di passi in più o in meno, di calorie bruciate sovrastimate, di distanza percorsa inattendibile, di ossigeno nel sangue basso e di frequenza cardiaca alta, come spesso accade con prodotti concorrenti: lui non ha problemi di alcun genere ed è affidabile, perciò su di lui ci si può fare affidamento in ogni contesto.


































Da quello che abbiamo potuto vedere è sempre stato così e non ha mai perso un colpo nelle misurazioni risultando sempre sul pezzo e affidabile, soprattutto per quanto riguarda la frequenza cardiaca dato che è il parametro vitale che misura più soggetto a variazioni. Lui poi non si limita a mostrare i dati raccolti in modo misero, cosa comunque possibile, ma, così come per il sonno, li mixa fra loro per fornire delle funzioni sulla salute un po’ più articolate, fatte di andamenti, bei grafici ricchi di dettagli e consigli, sia tramite l’applicazione per smartphone che tramite il suo display. Può misurare i valori in tempo reale, in base agli intervalli selezionati nelle impostazioni oppure manualmente su richiesta, perciò offre un’ampia scelta per quanto riguarda il monitoraggio. Le uniche sua mancanze da questo punto di vista riguardano l’assenza di funzioni avanzate e attuali per il monitoraggio della salute, come ECG, rigidità arteriosa, pressione sanguigna, BIA e indice antiossidanti, che invece bene o male ritroviamo nei suoi diretti concorrenti e che gli avrebbero permesso di essere uno strumento ancora più completo sotto questo aspetto.
Autonomia
In compenso però offre un’autonomia da primo della classe e trovarne altri come lui è estremamente difficile. Amazfit Balance 2 include, pensate un po’, una batteria da 658 mAh e questa, in abbinata al sistema operativo proprietario, gli permette di avere un’autonomia super, anche con always-on-display, touch-to-wake e raise-to-wake attivi. Premesso che l’autonomia è soggetta a una miriade di fattori, come numero di notifiche ricevute, luminosità e accensioni del display, sensori attivi, intervalli di misurazioni, uso del GPS e via dicendo, lui è in grado di fornire comunque un’autonomia eccellente in ogni condizione e superiore di gran lunga a quella di qualsiasi altro concorrente, soprattutto con a bordo Wear OS.
L’azienda dichiara per lui un’autonomia di 21 giorni con un uso tipico e lui effettivamente è capace di raggiungerli, ma non solo: da quello che abbiamo avuto modo di vedere, lui offre un’autonomia solida e un consumo della batteria lineare e lento, anche con un uso intenso, e permette di raggiungere senza problemi 15-20 giorni di autonomia di uso massiccio, che possono arrivare anche a una trentina con un uso normale; noi lo abbiamo ricaricato, per esempio, una sola volta da quando lo stiamo usando e con questa seconda ricarica (appena tirato fuori dalla scatola la batteria era al 70%) va per i 25 giorni di autonomia. È chiaro che, come tutti i dispositivi a batteria, più spesso è usato e più funzioni vengono usate e meno dura la batteria, però senza dubbio lui offre un’autonomia da primo della classe e come pochi altri, da contare sulle dita di una mano, sono capaci di fare. Amazfit Balance 2 è eccellente da questo punto di vista e fa meglio, molto meglio, anche del suo predecessore, che già metteva in campo un’autonomia di alto livello. Peccato solo che lui si ricarichi solo attraverso la basetta proprietaria e pin perché sarebbe stato comodo e attuale se si fosse ricaricato tramite induzione; si ricarica completamente in poco meno di 2 ore, perciò non rapidamente ma nemmeno in maniera lenta.

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Conclusioni
Ed eccoci arrivati al momento più importante dell’intero discorso, cioè alle conclusioni. Allora, Amazfit Balance 2 preso singolarmente è un prodotto verso il quale non c’è quasi nulla da dire perché è valido, ben costruito, funziona bene, è affidabile e ha un’autonomia incredibile. Il suo problemone è il confronto con gli altri e quindi la concorrenza, soprattutto quella interna: lui nel complesso non offre niente di più e di nuovo, per esempio, di un Amazfit Balance e di un Amazfit Active 2 Premium, che costano in questo momento rispettivamente intorno ai 130 e ai 90 euro; sì, magari dà qualche giorno di autonomia in più, include qualche sport strano in più e offre qualche cosettina leggermente migliore qua e là, ma nel complesso è il solito prodotto di Amazfit con la stessa e identica esperienza degli altri, soprattutto dei due sopraccitati.
A questo si aggiunge che non offre alcuna funzionalità nuova e avanzata per il monitoraggio della salute e anzi perde la BIA che c’è nel modello precedente. E, francamente, tenendo conto di tutto questo, i 299,90 euro richiesti per l’acquisto sono troppi e il suo prezzo di listino sarebbe dovuto essere di 249 euro al massimo, perciò non più alto di quel del modello precedente. Capiamoci: lui quello che deve fare lo fa e lo fa anche bene, cioè non c’è qualche cosa che non vada in lui e che non funzioni, anzi è accurato e funziona alla grandissima, però costa troppo per quello che offre perché possiede sempre le stesse solite funzioni che vediamo da anni con niente in più e di nuovo e che offrono anche i suoi fratelli, vecchi e nuovi, che costano un terzo o meno della metà. Lui va comprato solo se si vuole lui e basta, altrimenti non ci sono ragioni specifiche per farlo e tanto vale acquistare un Amazfit Active 2 Premium a una novantina di euro.
Pro:
- super autonomia;
- brillantezza e luminosità del display;
- accuratezza delle misurazioni;
- costruzione estremamente solida;
- ottima applicazione per smartphone;
- affidabilità e ottimo funzionamento;
- buona parte smart.
Contro:
- prezzo decisamente elevato;
- nessuna funzione avanzata per la salute;
- assenza della BIA del modello precedente;
- assenza della ricarica a induzione;
- troppi sport che non servono.
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