Il mercato degli smart tracker si arricchisce di un nuovo contendente che propone un approccio quantomeno unico nel suo genere. Si chiama πTag (si legge “Pi Tag”) e combina compatibilità universale, autonomia elevata e un design mai visto nella categoria. Parliamo di un’idea che nasce da un progetto di crowdfunding il quale sembra aver già attirato l’attenzione degli utenti più appassionati. Eccolo nel dettaglio.

πTag è un localizzatore universale pensato per chi vive tra i due ecosistemi

L’obiettivo di πTag è permettere di ritrovare oggetti importanti come chiavi, portafogli o zaini, indipendentemente dal tipo di smartphone posseduto. È infatti compatibile sia con Apple sia con Google Find Hub; si tratta di una combinazione rara nel settore e lo rende adatto a utenti che utilizzano iOS e Android vivendo dunque con un piede in due ecosistemi, potremmo dire.

Il dispositivo appartiene alla categoria dei tracker senza connettività diretta, che sfruttano la rete dei telefoni vicini per segnalare la posizione. Quando un dispositivo compatibile si trova nelle vicinanze, il tag invia in modo anonimo la sua posizione al proprietario, garantendo privacy e semplicità.

πTag è il nuovo smart tracker con schermo e-ink compatibile con iOS e Android 8

Per quanto concerne le dimensioni, queste restano estremamente ridotte, parliamo di 6,2 centimetri di lunghezza per appena 3,5 millimetri di spessore, e il peso è di circa 28 grammi. Il corpo è certificato IP65, quindi resistente alla polvere e agli spruzzi d’acqua, ed è costruito in materiali leggeri ma robusti.

Non sono previsti abbonamenti o costi di servizio, e in caso di smarrimento in spazi chiusi è possibile far emettere al dispositivo un segnale acustico per individuarlo facilmente.

Uno degli elementi più interessanti del πTag è la presenza di un display e-ink da 1,57 pollici, una tecnologia solitamente usata negli e-book e, di recente, in alcuni tablet o smartphone di nicchia. Lo schermo a inchiostro elettronico, capace di visualizzare anche immagini a colori, può mostrare informazioni personalizzate, come il nome dell’oggetto, un logo o un messaggio di contatto, utile in caso di ritrovamento.

Il beneficio dell’adozione dell’e-ink è indubbiamente il suo consumo energetico minimo che garantisce un’autonomia fino a 10 mesi con una sola carica. Inoltre, è anche possibile verificare lo stato della batteria direttamente dall’applicazione.

A differenza di molti tracker che usano batterie a bottone non sostituibili, il πTag integra una batteria ricaricabile da 100 mAh; la ricarica avviene tramite porta USB-C, e in poco più di un’ora il tag torna al 100%.

Compatibilità e funzionalità

Una volta configurato, come accennato, il πTag può essere associato a un iPhone o a un telefono Android attraverso le rispettive piattaforme di tracciamento. In caso di smarrimento, l’utente può:

  • Visualizzare la posizione aggiornata del dispositivo su mappa;
  • Attivare un segnale sonoro per trovarlo nelle vicinanze;
  • Ricevere una notifica automatica se il tag viene rilevato da un altro smartphone compatibile.

Il produttore spiega che la precisione del tracciamento dipende dalla densità di dispositivi collegati alle reti Apple o Google nelle vicinanze, ma anche che il πTag riesce a funzionare correttamente anche in ambienti chiusi, dove il segnale GPS non arriva.

Prezzo e disponibilità

Il progetto è attualmente in corso su Kickstarter, dove viene proposto al prezzo di 50 dollari per i sostenitori iniziali, e sembra che l’iniziativa abbia ricevuto un buon riscontro grazie all’originalità del design e all’idea di un tag davvero universale. Le prime spedizioni sono previste per febbraio 2026.

Resta da capire se la precisione e l’affidabilità della connessione saranno all’altezza dei rivali più blasonati, ma l’idea di un localizzatore “ibrido” che adotta tecnologie diverse dal resto della categoria lo rende già uno dei tracker più interessanti sul panorama attuale, rimanendo in attesa del debutto ufficiale.