Il CEO di Apple, Tim Cook, ha inviato un messaggio forte e chiaro ai suoi dipendenti: la rivoluzione dell’intelligenza artificiale è la prossima grande sfida e il colosso di Cupertino non solo deve partecipare, ma deve vincerla. Un discorso appassionato, quasi un grido di battaglia, tenuto durante una rara riunione plenaria per scuotere l’azienda e definire la rotta per il futuro imminente.

La notizia, riportata inizialmente da Mark Gurman di Bloomberg, arriva subito dopo la trimestrale, in cui lo stesso Cook aveva anticipato agli investitori un significativo aumento degli investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale. In queste ore quel messaggio è stato tradotto per i dipendenti in un obiettivo ancora più esplicito e ambizioso, che delinea una strategia che, ancora una volta, non punta a essere la prima, ma la migliore.

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L’IA è la nuova frontiera, parola di Tim Cook

Durante l’incontro, durato circa un’ora e tenutosi nell’auditorium del campus di Cupertino, Tim Cook non ha usato mezzi termini. Ha definito la rivoluzione dell’intelligenza artificiale “grande o più grande” di fenomeni che hanno cambiato il mondo come internet, gli smartphone, il cloud computing e le app.

Di fronte a una platea di dipendenti Tim Cook ha assicurato che l’azienda farà tutti gli investimenti necessari per raggiungere l’obiettivo e diventare la miglior azienda che sfrutta l’intelligenza artificiale a proprio favore, radunando le forze interne attorno a quella che è vista come la più grande opportunità tecnologica del nostro tempo.

Non essere i primi, ma essere i migliori: la classica strategia Apple

Tim Cook, con grande onestà intellettuale, sembra aver riconosciuto che l’azienda è rimasta indietro rispetto ai suoi competitor nel campo dell’intelligenza artificiale. Un ritardo reso evidente, ad esempio, dalla posticipazione significativa degli aggiornamenti promessi per l’assistente vocale Siri, nonostante il lancio recente delle funzionalità raggruppate sotto l’ombrello di Apple Intelligence (trovate il nostro approfondimento a questo indirizzo).

Tuttavia il CEO ha trasformato questa debolezza in un punto di forza, ricordando la storica strategia di Apple. “Raramente siamo stati i primi“, avrebbe affermato Cook. E ha continuato elencando una serie di esempi iconici:

C’era un PC prima del Mac; c’era uno smartphone prima dell’iPhone; c’erano molti tablet prima dell’iPad; c’era un lettore MP3 prima dell’iPod.

Il messaggio chiave è chiaro: non importa chi arriva per primo, ciò che conta è chi inventa la versione “moderna” e definitiva di un prodotto, rendendolo iconico e trasformando il mercato. Apple, quindi, non punta a vincere la corsa, ma a definire la destinazione finale.

Apple si sta preparando a una nuova, grande battaglia con un approccio che le è familiare: osservare, imparare e, al momento giusto, sferrare l’attacco decisivo per ridefinire le regole del gioco. Resta solo da vedere come e quando questa ambizione si trasformerà in prodotti e servizi concreti per gli utenti.