Nonostante le vendite da record, la nuova Nintendo Switch 2 si trova già al centro di una polemica tecnica che rischia di compromettere l’esperienza in modalità portatile; come spesso accade quando un dispositivo raggiunge milioni di utenti in pochi giorni, anche i piccoli difetti emergono con una rapidità sorprendete e, in questo caso, parliamo di un problema che molti hanno definito il tallone di Achille del nuovo display da 7,9 pollici.
Secondo quanto emerso da test indipendenti, la console soffre di immagini sfocate e scie persistenti, un difetto che è stato rilevato scientificamente e che trova un’origine inaspettata: un tempo di risposta dei pixel insolitamente lento, nonostante i 120 Hz dichiarati.
Vediamo insieme perché accade questo fenomeno, quali compromessi ha scelto Nintendo e cosa significa concretamente per chi gioca in mobilità.
Il tempo di risposta del display di Nintendo Switch 2 sorprende, ma in negativo
La radice del problema è piuttosto chiara, il tempo di risposta medio dei pixel, ossia l’intervallo che un pixel impiega per cambiare completamente colore; in un display moderno, soprattutto su console da gioco, questo parametro è determinante per garantire immagini nitide nei movimenti rapidi.
I dati emersi sono eloquenti, secondo quanto rilevato dal canale YouTube Monitors Unboxed lo schermo della Switch 2 impiega in media 33,3 millisecondi per cambiare colore, un valore che supera di gran lunga i circa 6 millisecondi tipici degli LCD IPS moderni; per avere un termine di paragone, il display della Switch originale si fermava a 21 millisecondi, quindi più veloce del nuovo modello.
Anche il tester cinese Chimolog, in una misurazione indipendente, ha confermato il problema con un valore di 17,06 millisecondi, comunque superiore a qualsiasi display recente di pari fascia.
Questa lentezza significa che i pixel non fanno in tempo a concludere la transizione cromatica prima dell’arrivo del fotogramma successivo, lasciando come risultato un effetto di smearing, ovvero scie visibili che sporcano l’immagine, specie durante le panoramiche e i giochi più frenetici.
Molti si sono chiesti come sia possibile che un display così lento sia stato scelto per una console di nuova generazione, la risposta risiederebbe principalmente in un compromesso strategico di Nintendo: il nuovo pannello è più grande (7,9 pollici contro i 6.2 pollici del precedente), più luminoso (430 nit contro 310 nit) e con risoluzione più elevata (1080p contro 720p).
L’aumento delle dimensioni e la frequenza di aggiornamento a 120 Hz richiedono più energia, quindi per bilanciare l’autonomia l’azienda ha deciso di rinunciare all’Overdrive, una tecnologia che fornisce più tensione ai pixel per accelerare il cambio colore.
L’Overdrive è ormai presente nella stragrande maggioranza dei display dedicati al gaming perché migliora notevolmente i tempi di risposta, tuttavia il suo utilizzo avrebbe comportato un incremento importante del consumo energetico, riducendo ulteriormente l’autonomia già messa alla prova dal nuovo hardware. In altre parole, la priorità è stata preservare la durata della batteria, anche a costo di sacrificare la nitidezza dell’immagine nei giochi veloci.
Molti di voi si staranno chiedendo se la frequenza di aggiornamento a 120 Hz, tanto pubblicizzata, possa almeno parzialmente compensare questo problema, la risposta purtroppo è negativa: un pannello con tempo di risposta così lento non riesce a sfruttare la velocità di aggiornamento, perché il pixel rimane in transizione anche dopo che è stato inviato il nuovo frame; il risultato è che il vantaggio teorico dei 120 Hz viene quasi del tutto annullato, lasciando un’esperienza che in movimento può sembrare perfino più sfocata di quella di un buon pannello a 60 Hz con risposta rapida.
È corretto sottolineare che il display di Switch 2 porta anche importanti migliorie rispetto alla generazione precedente, una copertura del 98% dello spazio colore DCI-P3 contro il 79% del modello originale per colori più saturi e fedeli, una luminosità più alta che migliora la leggibilità all’aperto e una risoluzione che sale al Full HD a 1080p. Tuttavia, per chi apprezza un’immagine sempre nitida durante i movimenti rapidi, questi vantaggi potrebbero non bastare a far dimenticare l’effetto smearing.
In molti concordano sul fatto che la sola soluzione in grado di risolvere in modo strutturale il problema sarebbe l’adozione di un pannello OLED, quest tecnologia infatti, oltre a garantire tempi di risposta quasi istantanei, migliorerebbe anche il contrasto complessivo, la resa HDR e la percezione di profondità dell’immagine. Non è chiaro però se Nintendo deciderà di proporre una variante OLED, come accaduto con la prima Switch, o se manterrà l’attuale display fino al prossimo ciclo di aggiornamento.
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