Dopo mesi di annunci e avvertimenti, le sanzioni contro gli utenti del “pezzotto” sono finalmente arrivate. Il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Lecce, ha identificato 2.282 utenti distribuiti in 80 province italiane che accedevano illegalmente a contenuti protetti tramite reti IPTV pirata.

Stretta sulla pirateria: piovono multe in tutta Italia

L’operazione, che al momento ha raggiunto il 96% del completamento, ha portato alla notifica di 2.189 verbali. Durante i mesi di marzo e aprile 2025, le persone coinvolte sono state convocate presso le sedi locali delle forze dell’ordine, dove hanno ricevuto le sanzioni amministrative previste dalla legge 22 aprile 1941, articolo 174-ter.

È importante sottolineare che in Italia non esiste un vero e proprio reato di pirateria: chi utilizza abusivamente opere protette è soggetto a sanzione amministrativa pecuniaria che va da 154 a 1.032 euro, con possibilità di sequestro delle attrezzature utilizzate. La sanzione base è di 154 euro, ma può aumentare in caso di reiterazione.

Le indagini, condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lecce, hanno individuato una vastissima rete illegale che trasmetteva contenuti televisivi a pagamento delle principali piattaforme broadcast. L’operazione era partita nel dicembre del 2022 con il sequestro di una centrale di trasmissione illegale a Lecce, dove era attiva un’organizzazione criminale che gestiva una lucrosa attività di IPTV illegale con server dislocati in diversi paesi europei.

Da quel momento è iniziata una complessa indagine che ha permesso agli investigatori di tracciare i pagamenti effettuati dagli utenti finali tramite carte di credito o piattaforme di pagamento digitali come Postepay o PayPal. Questo processo, durato diversi mesi, ha consentito di individuare con certezza e precisione i fruitori dei servizi illegali, arrivando a identificare puntualmente oltre 2.000 persone.

Come riportato nella nota ufficiale, a febbraio erano stati distribuiti alle varie sedi territoriali gli elenchi nominativi di coloro che avevano visto partite illegalmente, completi di schede individuali contenenti i dettagli degli acquisti effettuati tramite servizi di pagamento elettronico.

Durante l’operazione sono stati anche identificati 13 soggetti residenti all’estero, per i quali si procederà con una separata attività di notifica, oltre a 4 casi di decesso e 2 di irreperibilità accertata.

La Guardia di Finanza ha anche dichiarato che sono in corso procedure per identificare altri clienti individuati in indagini attivate con altre 3 Procure. In parallelo sono in fase di sviluppo due distinti procedimenti penali presso la Procura di Roma, grazie al protocollo operativo siglato con GdF e AGCOM.

La novità più rilevante di questa operazione è sicuramente l’applicazione per la prima volta su vasta scala delle sanzioni agli utenti finali, non solo ai gestori delle piattaforme illegali. Si tratta di un cambio di passo significativo nella lotta alla pirateria audiovisiva in Italia che fino ad ora aveva portato a ben pochi risultati concreti.

L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa dedicata alla lotta contro la pirateria audiovisiva nel calcio, organizzata dalla Lega Serie A. L’Amministratore Delegato Luigi De Siervo ha sottolineato l’importanza storica di questo passo:

Oggi è un giorno storico, stiamo raccontando un passo ulteriore per recuperare delle risorse fondamentali e portare gli utenti a capire l’importanza degli abbonamenti. La Guardia di Finanza ha fatto un lavoro eccellente, chiunque usa il pezzotto in Italia lascia una traccia indelebile che le forze dell’ordine ora sono in grado di ricostruire arrivando a individuare gli utenti finali. Al di là di tutto, in generale se si paga tutti, si pagherà di meno.

De Siervo ha poi lanciato un avvertimento chiaro: chi dovesse proseguire con attività illegali dopo essere stato identificato, potrebbe essere sanzionato con multe fino a 5.000 euro. L’obiettivo dichiarato è quello di recuperare le “pecorelle smarrite” che hanno oltrepassato la linea della legalità, contribuendo a un fenomeno che danneggia non solo il calcio ma l’intera industria culturale italiana, con perdite stimate in centinaia di milioni di euro.

Queste, invece, le parole di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della Lazio:

Questa è una norma che può essere applicata per sortire gli effetti che tutti aspettano. Da oggi in poi c’è tolleranza zero da parte delle istituzioni e della politica. Abbiamo creato una norma che speriamo possa produrre risultati, penso che oggi si è arrivati a un sistema che risolve tutti i problemi.

Anche Sky Italia, attraverso le parole dell’Amministratore Delegato Andrea Duilio, ha espresso soddisfazione per l’operazione:

Voglio ringraziare il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza per l’importante attività di contrasto alla pirateria. Grazie al loro lavoro, milioni di persone che ogni giorno scelgono la legalità vengono concretamente tutelate. Le sanzioni rappresentano l’inizio di un cambiamento culturale necessario: colpiscono un senso di impunità ancora troppo diffuso e combattono un fenomeno che distrugge valore e posti di lavoro in molti settori, dallo sport all’audiovisivo.

Duilio ha inoltre sottolineato come queste sanzioni rappresentino l’inizio di un necessario cambiamento culturale, volto a colpire un diffuso senso di impunità e combattere un fenomeno che distrugge valore e posti di lavoro in numerosi settori, dallo sport all’audiovisivo.

Questa operazione rappresenta l’applicazione pratica della legge anti-pirateria in vigore da febbraio 2024 (legge 93/2023, nota come “legge anti-pezzotto”), che ha introdotto misure più severe e strumenti più efficaci per contrastare la pirateria audiovisiva, permettendo di colpire l’intera filiera illegale, dai fornitori di servizi fino agli utenti finali.

La lotta alla pirateria audiovisiva continua dunque a intensificarsi, con risultati concreti e la promessa di ulteriori azioni in futuro. La legge italiana anti-pirateria, definita da De Siervo come “la più avanzata” nel suo genere, sembra finalmente mostrare i suoi effetti.