Nella giornata di ieri, 26 dicembre, OpenAI ha annunciato che diventerà un’azienda a scopo di lucro, una società benefit, principalmente. Ha definito i piani con cui cambierà la sua struttura, già allontanatasi da tempo dal suo status originario di organizzazione non profit, con l’obiettivo dichiarato di garantire che l’intelligenza artificiale generale (AGI) sia di beneficio per l’umanità.

Come e perché cambia OpenAI, e cosa c’entra l’intelligenza artificiale generale

L’azienda madre di ChatGPT, da società senza scopo di lucro che era agli albori, nei primi tempi in cui nell’amministrazione c’era anche Elon Musk, rientra oggi fra le organizzazioni definibili come ibride profit/non profit, un’evoluzione che, in sostanza, è stata necessaria per poter continuare a investire nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, ambito che necessita di sempre più soldi.

Proprio il fatto che ne servano moltissimi è stata la discriminante di questa transizione, ormai ufficiale considerando quanto ha spiegato la stessa OpenAI, la quale ha confermato che l’attuale struttura aziendale verrà sostituita con una gestita dalla divisione profit dell’organizzazione.

Il prossimo anno diventerà cioè una Public Benefit Corporation (PBC in sigla), come Anthropic e xAI di Elon Musk, ovvero una società a scopo di lucro a tutti gli effetti ma Benefit, che opera per il bene della società, divisione che avrà il controllo sulle operazioni e sull’attività di OpenAI lasciando al ramo non profit il solo ruolo di supervisione, ramo che non verrà tuttavia troncato.

Le due divisioni di OpenAI, ovvero quella profit e quella non profit, nel 2025 si scambieranno dunque i ruoli, “per diventare più di un laboratorio e di una startup: dovremo diventare un’azienda duratura e portare avanti la missione di garantire che l’AGI sia di beneficio a tutta l’umanità”, si legge nel post citato e linkato sopra.

Per AGI si intende l’intelligenza artificiale generale (Artificial General Intelligence in inglese), ovvero un tipo di AI che sarebbe capace di fare qualsiasi cosa un essere umano sia in grado di imparare a fare, una nuova tecnologia che potrebbe avere un impatto enorme sulla scienza, sull’innovazione e, di conseguenza, sulla vita delle persone.

Il mese scorso, durante un’intervista, l’amministratore delegato di OpenAI Sam Altman ha ipotizzato che l’intelligenza artificiale generale potrebbe diventare realtà già l’anno prossimo visto che queste tecnologie si stanno evolvendo più velocemente del previsto. Ma al momento, di fatto, non si conoscono i tempi necessari per arrivare a sviluppare qualcosa del genere.

Intanto, OpenAI intende non restare indietro rispetto agli altri attori, cercando di mantenere buona parte del controllo sul settore mettendo al comando dell’intera organizzazione la sua divisione a scopo di lucro: “Le centinaia di miliardi di dollari che le grandi aziende stanno investendo nello sviluppo dell’intelligenza artificiale dimostrano cosa serve davvero a OpenAI per continuare a perseguire la missione. Ancora una volta abbiamo bisogno di raccogliere più soldi di quelli che avevamo immaginato. Gli investitori vogliono sostenerci ma, a questo punto, hanno bisogno di un capitale convenzionale e di un’offerta meno strutturale” riporta il comunicato stampa citato.