Lyten, una delle più importanti aziende americane nella produzione di batterie, ha inviato al Gruppo Stellantis e ad altri produttori di auto elettriche i primi campioni di batterie al Litio-Zolfo. La fase successiva consiste nell’attuazione di una lunga tornata di test. Le batterie al Litio-Zolfo, in particolare, presentano una densità energetica enorme e non utilizzano nichel o cobalto.

Cosa sono le batterie Litio-Zolfo

In vista di una futura possibile commercializzazione, Stellantis testerà presto le batterie al Litio-Zolfo di Lyten, dopo che quest’ultima ha inviato i primi campioni di questa tipologia innovativa di batteria. Si tratta di celle Li-S a sacchetto da 6,5 Ah, le quali dovranno superare in maniera positiva i test dei produttori di auto elettriche.

Dan Cook, amministratore delegato e fondatore di Lyten, ha affermato: “Questo traguardo è il risultato di anni di lavoro dedicato e innovazione da parte del team Lyten. Siamo solo al primo step del nostro cammino per incrementare la capacità delle nostre celle Litio-Zolfo”.

Le batterie al Litio-Zolfo fanno parte di un ampio ventaglio di progetti finalizzato a sostituire le attuali batterie agli ioni di litio e questa tipologia di batterie sembra essere sempre più una delle soluzioni più accreditate. Infatti, i benefici delle batterie al Litio-Zolfo sono molteplici: in primo luogo, hanno un’enorme densità energetica (circa 500 Wh/kg); inoltre, lo zolfo è uno degli elementi naturali più abbondanti sulla Terra; infine, non verrebbero impiegati nel catodo materiali critici come il nichel, manganese e cobalto, così da produrre un’impronta di carbonio inferiore al 65% rispetto alle batterie agli ioni di litio.

Gli aspetti negativi nell’impiego di tali batterie, però, fanno sicuramente da contraltare. Infatti, un grande limite è rappresentato dalla loro durata estremamente limitata, nell’ordine della decina di cicli di ricarica.

Che cos’è il temibile “effetto navetta” e come Lyten è riuscito a mitigarlo

Una delle controindicazioni più rilevanti nell’utilizzo di batterie Litio-Zolfo consiste nel cosiddetto “effetto navetta” del polisolfuro nella cella, ossia la formazione di molecole di polisolfuri di litio nel catodo che si muovono verso l’anodo. Nel momento in cui l’anodo viene ricoperto di polisolfuri, rimane isolato elettricamente e quindi la cella smette di funzionare. Tutto questo avviene in pochissimi cicli di ricarica.

Per attenuare “l’effetto navetta”, Lyten ha realizzato una particolare struttura in grafene all’interno del catodo. Con questa struttura non solo verrebbe eliminata la problematica principale, ma verrebbe anche migliorata la stabilità e la conduttività complessiva della batteria in questione.

L’invio da parte di Lyten di questo primo prototipo di batteria rappresenta un passo importante verso la sua commercializzazione. Oltre a Stellantis, infatti, nella fase di sperimentazione saranno coinvolti altri importanti produttori. Tra questi sarà presente anche Chrysler, che ha già impiegato una batteria al Litio-Zolfo di Lyten nella concept car Halcyon e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti ha concesso a Lyten 4 milioni di dollari per accelerarne lo sviluppo. Ad oggi, Lyten ha raccolto oltre 410 milioni di dollari di capitale proprio.