OpenAI sta affrontando un altro reclamo sulla privacy nell’Unione Europea, Dopo l’Italia e la Polonia, ora anche l’Austria ha da ridire sulle cosiddette allucinazioni di ChatGPT.

Noyb, associazione no-profit per i diritti sulla privacy, sta infatti presentando l’ultimo reclamo GDPR contro ChatGPT all’autorità austriaca per la protezione dei dati per conto di un denunciante anonimo, descritto come un “personaggio pubblico”, che ha scoperto che il chatbot ha sbagliato la sua data di nascita.

Secondo quanto stabilito dal GDPR, le persone nell’UE hanno una serie di diritti legati alle informazioni che li riguardano, incluso il diritto alla correzione di dati errati. Noyb sostiene che OpenAI non rispetta questo obbligo relativamente al risultato fornito dal suo chatbot, poiché ha affermato che la società ha rifiutato la richiesta del denunciante di correggere la sua data di nascita errata.

Stando a quanto riferito OpenAI ha risposto che era tecnicamente impossibile correggerla e ha offerto al denunciante la possibilità di filtrare o bloccare i dati su determinati prompt, come il nome del denunciante.

Le allucinazioni di ChatGPT possono creare disinformazione sulle persone

La politica sulla privacy di OpenAI afferma che gli utenti che notano che il chatbot AI ha generato “informazioni di fatto inesatte su di te” possono inviare una richiesta di correzione, tuttavia la società avverte che data la complessità tecnica del funzionamento dei suoi modelli, potrebbe non essere in grado di correggere l’inesattezza in ogni caso.

In tal caso OpenAI suggerisce agli utenti di richiedere la rimozione completa delle proprie informazioni personali dall’output di ChatGPT.

Noyb afferma che non spetta a OpenAI scegliere quali di questi diritti siano disponibili per le persone e Maartje de Graaf, avvocato specializzato in protezione dei dati presso noyb, ha dichiarato che “Inventare informazioni false è di per sé piuttosto problematico. Ma quando si tratta di false informazioni sulle persone, le conseguenze possono essere gravi”.

La società ha affermato che chiederà alla DPA austriaca di indagare sul reclamo relativo al trattamento dei dati di OpenAI, oltre a esortarla a imporre una multa per garantire la futura conformità, tuttavia ha aggiunto che è “probabile” che il caso venga trattato attraverso la cooperazione dell’UE.