L’attività criminale del gruppo di hacker LockBit è stata arrestata. La National Crime Agency (NCA) britannica, il Federal Bureau of Investigation (FBI) americano, l’Europol e una coalizione di forze di polizia internazionali hanno condotto una speciale operazione informatica per violare il sito degli hacker di LockBit.

Da quanto è emerso per adesso, l’operazione avrebbe avuto successo e le autorità sarebbero entrate in possesso dei dati a disposizione del collettivo dei criminali. Un portavoce del NCA e del Dipartimento di Giustizia americano, infatti, ha confermato il successo di tale operazione all’agenzia di stampa britannica Reuters, affermando di aver di fatto sgominato la banda di criminali informatici.

Il portavoce ha inoltre sottolineato come questa sia stata soltanto la prima fase dell’operazione, sostenendo come in futuro sarà resa nota una fase successiva orientata a fornire nuovi elementi per gli investigatori.

Attiva a partire dal 2019, LockBit si può definire una “azienda del cyber crimine”, la quale ha da sempre reclutato i propri membri nel dark web, spesso offrendo anche cifre stellari. L’obiettivo? Migliorare sempre di più gli attacchi informatici di tipo ransomware, che sono sempre stati la firma di LockBit.

LockBit è stato scoperto per la prima volta nel 2020, quando il suo omonimo software è apparso all’interno dei forum sulla criminalità informatica in lingua russa. La banda di criminali informatici non ha mai asserito di dare sostegno ad alcun governo.

Stando alle analisi dei funzionari statunitensi, in soli tre anni LockBit si è affermata come principale minaccia ransomware al mondo. La tipologia di attacchi era pressoché identica: tramite dei programmi informatici dannosi, infatti, i criminali infettavano i dispositivi digitali delle vittime, per poi chiedere un riscatto da pagare per sbloccarli.

Tra i vari attacchi internazionali condotti dal collettivo nel corso degli anni, è importante sottolineare come l’Italia sia stata colpita più volte: nel 2021, infatti, i sistemi informatici della Regione Lazio sono stati messi sotto scacco; nel 2023 è stato il turno di Acea e di Westpole, l’azienda che fornisce servizi cloud alla Pubblica Amministrazione italiana.