Neppure lavorando di fantasia in quel di Toyota avrebbero potuto immaginare un finale di 2023 peggiore di questo: il colosso giapponese ha ufficializzato il richiamo di oltre un milione di vetture in tutto il mondo per rischi connessi al funzionamento dell’airbag; contestualmente, la controllata Daihatsu Motor — che già da anni ha abbandonato il mercato europeo – ha annunciato la sospensione delle vendite di tutti i propri modelli a seguito di indagini che hanno fatto emergere l’avvenuta falsificazione dei risultati di test di sicurezza relativi a un totale di 64 modelli di vari marchi del gruppo.

Daihatsu: test di sicurezza falsificati per tantissimi modelli

Nelle scorse ore, a seguito di quanto emerso dall’indagine di una commissione indipendente di sicurezza presieduta da Makoto Kaiami, Daihatsu ha annunciato la sospensione delle spedizioni di tutte le proprie auto a livello globale, dunque quelle in produzione sia in Giappone che all’estero. Tale commissione era stata incaricata dopo alcune irregolarità già rilevate nei mesi scorsi e ha fatto emergere una situazione decisamente più seria.

Il conteggio racconta di un totale di 174 irregolarità in ben 25 categorie di test, che si sommano a quelle relative al rivestimento delle portiere emerse ad aprile e a quelle nei test di collisione laterale di maggio. Parliamo di 3 motori stradali e ben 64 modelli di auto di vari marchi — Daihatsu, Toyota, Mazda e Subaru —, alcuni ormai usciti di scena ma altri ancora in produzione. In particolare, Toyota è coinvolta con 22 modelli e un motore.

Le falsificazioni dei test di sicurezza da parte di Daihatsu riguardano principalmente la collisione laterale: il marchio ha ammesso di aver fatto uso di airbag di qualità superiore unicamente per le vetture impiegate nei test, salvo poi ripiegare su qualità inferiori per i modelli messi in vendita dopo aver ottenuto l’omologazione.

A questo punto vi starete giustamente chiedendo per quanti anni queste pratiche siano andate avanti, ebbene tenetevi forte: sebbene il modus operandi sia divenuto abituale a partire dal 2014, alcune irregolarità sono state rilevate addirittura su un modello risalente al 1989.

La sola buona notizia per noi clienti Europei è che nessuno dei modelli incriminati dei marchi Daihatsu, Toyota, Mazda e Subaru è arrivato da noi. Non sono stati altrettanto fortunati i clienti in Giappone, America del Sud e Sud-Est asiatico.

A seguito dello scandalo — che rischia di allargarsi dopo che il ministero dei trasporti giapponese ha annunciato l’avvio di ispezioni dedicate negli stabilimenti del marchio —, Daihatsu — che per il gruppo Toyota rappresenta un significativo 7% — metterà in atto una profonda riorganizzazione interna.

Toyota richiama 1,12 milioni di auto: airbag rischiosi per i bambini

Come si diceva in apertura, comunque, c’è anche un’altra grossa magagna a rovinare la conclusione del 2023 di Toyota: il produtore giapponese ha ufficializzato una corposa operazione di richiamo per un problema ad un sensore che potrebbe rendere gli airbag pericolosi per i bambini occupanti il sedile del passeggero. In questo caso, l’operazione è globale e coinvolge anche l’Europa, per un totale di 1,12 milioni di auto richiamate.

In cosa consiste il problema? È presto detto: un sensore dedicato all’airbag non sarebbe infallibile nel distinguere adulti e bambini seduti al lato del passeggero, con la conseguenza di non modulare la potenza di scoppio e di mettere a repentaglio l’incolumità degli occupanti più piccoli.

I modelli Toyota coinvolti sono stati prodotti dal 2020 al 2022 e non mancano nomi popolari come RAV4, Corolla, Avalon e Camry, nonché Lexus come ES300H, ES350, ES250 e RX350 Highlander. Quella appena partita è di fatto la seconda parte di un’operazione di richiamo già avviata negli USA ma riguardante poche migliaia di RAV4.

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