Meta Platforms, la società madre dei giganti dei social network Facebook e Instagram, è stata accusata di violazione del copyright.

Alla base delle accuse mosse nei confronti di Meta vi sarebbe il presunto utilizzo da parte di quest’ultima di migliaia di libri protetti da copyright senza la dovuta autorizzazione per addestrare Llama, il suo modello linguistico di intelligenza artificiale.

Nuovo grattacapo legale per Meta

Nonostante gli avvertimenti del team legale di Meta relativi ai rischi per l’utilizzo di libri senza le necessarie autorizzazioni per la formazione del modello basato sull’intelligenza artificiale, il colosso dei social network avrebbe deciso di procedere comunque e a rendere ancora più intricata la vicenda sono state le conversazioni su un server di Discord di Tim Dettmers, un ricercatore di Meta, relative all’acquisizione di un set di dati.

Pare che Dettmers abbia avviato delle conversazioni con l’ufficio legale di Meta, mettendo in evidenza le preoccupazioni sulla legalità dell’utilizzo di file di libri per i dati da sfruttare per l’addestramento e il team legale gli avrebbe sconsigliato l’uso immediato, citando problemi relativi a “libri con diritti d’autore attivi”.

Negli Stati Uniti la controversia giudiziaria promossa nei confronti di Meta è andata via via crescendo di dimensioni e ingloba ora due separate azioni legali.

Pare quasi scontato sottolineare quanto importante possa essere l’esito di tale controversia non soltanto per Meta ma per tutto il settore dei modelli linguistici basati sull’intelligenza artificiale: il suo esito, infatti, potrebbe avere ripercussioni su tutto il sistema e rendere più costoso lo sviluppo di questi modelli (ciò in quanto le aziende dovrebbero affrontare spese più elevate per reperire i necessari dati per l’addestramento).

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In sostanza, ancora una volta le tecnologie legate all’intelligenza artificiale finiscono sotto i riflettori e generano una buona dose di polemiche.

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