Come tutte le piattaforme di streaming anche Spotify sottopaga gli artisti, ma a breve una parte di questi non otterrà più nulla di concreto dai loro brani, se non il fatto di esistere sui server della società.

A partire dall’inizio del 2024 i brani che non raggiungono la soglia minima di 1.000 stream nei 12 mesi precedenti non avranno diritto ad alcun pagamento.

Spotify sostiene che le canzoni con meno di 1.000 ascolti annuali generano in media 3 dollari all’anno, che apparentemente non è molto, a meno che un artista non ne abbia parecchie, ma è comunque antipatico per gli artisti emergenti non vedersi riconoscere nemmeno quel poco.

Gli artisti con meno di 1.000 stream negli ultimi 28 giorni non possono nemmeno partecipare al programma di marketing recentemente lanciato da Spotify che consente agli artisti di pagare lo streamer per il posizionamento sui feed domestici.

Spotify non pagherà nulla per i brani con meno di 1.000 stream in un anno

La società spiega che la soglia dei 1.000 stream annuali ha lo scopo di contrastare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale che stanno inondando la piattaforma.

Spotify afferma che i creatori di contenuti fraudolenti spesso cercano di ingannare il sistema pubblicando un volume elevato di brani che generano singolarmente pochi centesimi, ma che sommati accumulano parecchio denaro nel tempo.

In quest’ottica l’azienda ha annullato molti pagamenti anche per i cosiddetti contenuti della categoria “rumori”, come ad esempio le registrazioni della pioggia che cade su un tetto e altri suoni destinati al relax e per fornire rumore bianco.

I tagli non avranno impatto su tutte le registrazioni del rumore, ma solo su quelle di durata inferiore a due minuti, tuttavia Spotify sta attualmente cercando di abbassare i pagamenti per questo tipo di contenuti rispetto alle canzoni.

Spotify afferma che il denaro risparmiato con la nuova politica verrà ridistribuito a coloro che superano la soglia di 1.000 riproduzioni all’anno che secondo l’azienda sono il 95,5%.

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