Il fatto che non se ne parli non significa certo che tutto si sia fermato, al Kennedy Space Center infatti gli ingegneri della NASA lavorano senza sosta per consentire il lancio della missione Artemis II, attualmente prevista per il novembre 2024.

Lo scorso aprile l’agenzia spaziale americana ha presentato i membri di quello che sarà l’equipaggio della suddetta missione, ora i quattro astronauti hanno potuto vedere per la prima volta, con i propri occhi, la navicella Orion grazie alla quale potranno condurre la propria missione che li porterà intorno alla Luna il prossimo anno.

I preparativi per la missione Artemis II continuano, ma la NASA guarda già ad Artemis III

Jeremy Hansen, uno dei quattro astronauti della missione Artemis II, ha reso molto bene l’idea dell’emozione causata dal trovarsi per la prima volta di fronte alla navicella Orion:

Sta iniziando a sembrare molto, molto reale. Non è un sogno. È un programma. È un vero hardware. Ieri, abbiamo trascorso molto tempo incontrando altri team sul posto e (vedendo) quanto lavoro c’è da fare e quanto duramente stanno lavorando… Lo stanno affrontando, nel corso del prossimo anno e mezzo circa per cercare di riportarci sulla luna per la prima volta in oltre 50 anni.

Anche il comandante della futura missione, Reid Wiseman, ha espresso entusiasmo per la possibilità di vedere con i propri occhi i preparativi della navicella sulla quale viaggeranno:

Siamo entusiasti. È un grande giorno quando cammini dietro l’angolo della struttura Operazioni e Checkout di Neil Armstrong e c’è la tua astronave su cui viaggerai – ‘la nave’, come la chiamano (qui). E abbiamo avuto modo di guardarci dentro e uscire, ed è stato davvero affascinante.

La missione Artemis II avrà lo scopo di testare i sistemi di supporto vitale della navicella Orion durante un viaggio verso la Luna e ritorno di circa 10 giorni, con l’intento di convalidare le capacità e le tecniche necessarie agli esseri umani per vivere e lavorare nello spazio profondo; sarà infatti presumibilmente la missione successiva, Artemis III, a vedere il ritorno fisico dell’uomo sulla Luna.

C’è dunque ancora molto da fare prima della partenza, nonostante i lavori procedano come da programma (la capsula Orion, il suo modulo di servizio costruito in Europa e il razzo Space Launch System sono tutti sulla buona strada per il lancio entro la fine del 2024), ci sono ancora alcuni aggiustamenti da fare per quel che concerne lo scudo termico: gli scienziati della NASA stanno infatti analizzando lo scudo termico della navicella Orion utilizzata nella missione Artemis I di dicembre.

Tale componente, ha subito carbonizzazione ed erosione irregolari durante il suo rientro ad alta temperatura e, sebbene la capsula di Orion non sia stata danneggiata, gli ingegneri stanno effettuando dei test per capire meglio perché lo scudo termico non si è comportato come previsto.

Jim Free, direttore della divisione esplorazione della NASA, ha dichiarato al riguardo:

Penso che sia sicuramente il più grande problema aperto, penso che siamo sulla strada per quella causa principale con la disposizione finale in aprile. Ovviamente, prenderemo la decisione giusta per tenerli al sicuro. Se quella decisione è che dobbiamo fare qualcosa di drastico, allora lo faremo. Ma in questo momento, siamo sulla buona strada per arrivare alla causa principale, e da lì prenderemo la decisione finale.

navicella Orion missione Artemis II NASA

Nonostante dunque i lavori per i preparativi della missione Artemis II procedano in maniera adeguata, la NASA guarda già anche alla futura missione Artemis III attualmente in programma per il 2025; a questo proposito desta qualche preoccupazione nell’agenzia spaziale americana il lander SpaceX, una variante del razzo Starship della compagnia di Musk.

La NASA, fa sapere Jim Free, ha recentemente discusso il programma con gli ingegneri presso la struttura di test di volo “Starbase” di SpaceX vicino a Boca Chica, in Texas, dove la società si sta preparando per un secondo volo di prova del booster Super Heavy e della Starship stadio superiore. Il primo volo di prova del 20 aprile infatti non può essere considerato un successo, l’azienda dovrà dunque lanciare abbastanza voli di successo per dimostrare affidabilità, effettuare il rifornimento da nave a nave e quindi organizzare un atterraggio lunare senza pilota.

Al momento, nonostante tutto, l’agenzia spaziale americana rimane concentrata sulla data di dicembre 2025 ma, se il programma non dovesse essere rispettato, si potrebbe optare per alcuni cambiamenti, magari una missione in orbita lunare per Artemis 3 invece di un atterraggio sulla Luna se l’astronave non è pronta o si presenta qualche altro grosso problema.

Potrebbe interessarti anche: La missione Artemis II testerà l’innovativo sistema di comunicazione laser O2O