Poche ore prima della scadenza fissata per il 30 aprile, OpenAI e il Garante della Privacy hanno trovato l’accordo per riattivare ChatGPT in Italia. L’organizzazione statunitense madre dell’arcinoto chatbot si è dunque adeguata alle richieste del GPDP, facendo sì che si sia sbloccata la questione e lo stesso software di intelligenza artificiale. Così da oggi pomeriggio, venerdì 28 aprile, ChatGPT è disponibile in Italia, accessibile senza il bisogno di utilizzare VPN o vie traverse

Cosa è cambiato e come usare ChatGPT in Italia

Un primo segnale positivo era emerso già l’altroieri, quando OpenAI aveva introdotto nuovi controlli per disattivare la cronologia delle chat, impedendo che le conversazioni con il chatbot venissero utilizzate come dati per addestrare i modelli di ChatGPT. E oggi, l’atteso ritorno online, in seguito all’adempimento di alcune delle richieste del Garante per la protezione dei dati personali (GPDP), che aveva messo a OpenAI alcune condizioni affinché il suo software fosse utilizzabile in Italia.

ChatGPT disponibile in Italia

Questo è il messaggio di verifica dell’età che viene mostrato da pochi minuti, messaggio che si presenta all’utente subito dopo aver effettuato l’accesso con le proprie credenziali a ChatGPT o in seguito a una nuova iscrizione. Si tratta di una delle condizioni dell’Autorità, cioè rendere più chiaro il fatto che il chatbot sia accessibile soltanto agli utenti maggiorenni o per i minori (13+) con consenso dei propri genitori o tutori. Nella stessa finestra OpenAI fornisce altre informazioni visualizzabili tramite link, da una parte per leggere la privacy policy di ChatGPT, aggiornata a ieri, 27 aprile, e dall’altra per conoscere meglio in che modo il chatbot viene addestrato.

Il Garante della Privacy ha spiegato alcuni dettagli in un comunicato stampa appena pubblicato, sottolineando i miglioramenti introdotti da OpenAI che sono serviti affinché ChatGPT sia tornato operativo:

  • ha introdotto un’informativa rivolta a tutti in cui illustra quali dati personali e con quali modalità vengono trattati per l’addestramento degli algoritmi del software;
  • ha ampliato l’informativa sul trattamento dei dati degli utenti, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e sul trattamento dei dati personali, ora accessibile nella finestra accennata sopra, comprendente anche la verifica dell’età;
  • ha inserito nella fase di registrazione a ChatGPT la richiesta della data di nascita prevedendo un blocco per gli utenti infratredicenni e per gli ultratredicenni minorenni senza il consenso dei genitori;
  • ha riconosciuto a utenti e non utenti europei il diritto di opporsi al fatto che i loro dati vengano trattati per addestrare gli algoritmi, predisponendo un modulo compilabile online (reperibile qui);
  • ha previsto per gli interessati la possibilità futura di far cancellare le informazioni ritenute errate;
  • ha chiarito che mentre continuerà a trattare i dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio li tratterà ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione.

Dunque, si tratta di un primo passo verso la regolamentazione, verso le normative sulla protezione dei dati personali e verso una maggior tutela della privacy degli utenti, in ottemperanza ai problemi sollevati dal Garante per la protezione dei dati personali. Non è tutto chiaramente, perché ci sono altre tappe già delineate dall’Autorità lo scorso 11 aprile da dover soddisfare per mettere il software effettivamente in regola, Autorità che spiega proseguirà nell’attività istruttoria avviata, portando avanti l’apposita task force costituita dall’Unione europea negli scorsi giorni.

Ma intanto, per usare ChatGPT, basta collegarsi su chat.opneai.com, accedere o registrare un nuovo account, quindi cliccare sul pulsante verde per tornare a chattare con ChatGPT.

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