Ben 15 truffe ogni ora: questo sarebbe il dato relativo alle truffe che avvengono sul web e collegate al settore delle criptovalute. Una quantità tale da far capire nel modo più preciso possibile la stretta in atto da parte delle autorità di regolamentazione dei mercati finanziari di ogni parte del mondo sugli asset virtuali.

A svelare il dato è stato un rapporto elaborato da Solidus Labs, una società che si incarica di delineare il rischio collegato all’utilizzo della blockchain. Nella redazione dello studio, gli analisti hanno provveduto a monitorare 12 reti, tra cui quelle di Ethereum, Polygon e BNB Chain in un arco temporale che va dal 10 al 27 ottobre. In questo periodo le truffe rilevate sono state ben 188.525, sotto forma di smart contract fraudolenti.

Lo studio afferma che questi contratti intelligenti contract fraudolenti sono distribuiti automaticamente e risultano facilmente replicabili. Grazie a questa modalità i criminali informatici sono in grado di eseguire migliaia di attacchi di importo limitato, i quali risultano difficili da individuare per exchange, regolatori e autorità. A ricordare questo dato è stata Kathy Kraninge, in precedenza direttrice del Consumer Financial Protection Bureau (CFPB) degli Stati Uniti, ora vicepresidente per gli affari normativi di Solidus Labs.

Secondo Solidus Labs. la blockchain più permeabile alle truffe è quella di Binance

Lo studio ha anche fatto luce sui token che possono essere equiparati ad attività fraudolente. Ammonterebbe al 12% il totale di quelli BEP, il token nativo di BNB Chain, che  mettono in evidenza caratteristiche pericolose per gli investitori. Proprio la blockchain di Binance viene quindi ad assumere la scomoda posizione di infrastruttura più permeabile per chiunque intenda mettere in atto un raggiro nel settore delle criptovalute.

All’inizio di ottobre, BNB Chain è stata teatro di una truffa che ha provocato la perdita di ben 100 milioni di dollari. Grazie ai rapporti intrattenuti dall’azienda con la maggior parte dei validatori della catena, una parte di questi fondi sono stati congelati, tramite la pubblicazione di un aggiornamento software.

Nel corso del 2021, Samy Karim, coordinatore dello sviluppo aziendale e dell’ecosistema di Binance, aveva peraltro sottolineato durante  il Consensus 2021 di CoinDesk come l’azienda non possa essere considerata responsabile per le frodi che si verificano sulla catena. “BSC è un’infrastruttura pubblica senza autorizzazione, quindi chiunque può implementare progetti su di essa. Ci sono attori dannosi e hack, gli exploit in DeFi non sono nuovi e sicuramente non sono esclusivi di BSC”. Più di un ascoltatore aveva marchiato questa affermazione alla stregua di una vera e propria ammissione di una situazione praticamente fuori controllo. Secondo DeFi Llama, BNB Chain rappresenterebbe il 10% di tutto il valore bloccato in DeFi, coi suoi 5,6 miliardi di dollari, mentre Ethereum, raggiunge il 58% dello stesso, a quota 32 miliardi di dollari.

Proprio Ethereum va a cogliere la seconda posizione in questa non certo positiva graduatoria, con il protocollo ERC-20 di Ethereum: nel suo caso l’8% dei token varati sulla blockchain ha evidenziato caratteristiche fraudolente. Per effetto di questo dato, Solidus Labs ha stimato che non meno di 910 milioni di dollari in Ether siano stati riciclati tramite exchange centralizzati e regolamentati nell’ambito di vere e proprie truffe.

Di solito le truffe in questione sono portate avanti sotto forma di rug pulls, ovvero la proposta di progetti da parte di soggetti i quali, una volta che siano state raccolte risorse sufficienti, provvedono a sparire e a far perdere le proprie tracce. Una modalità sempre molto praticata, in particolare in ambito DeFi, la quale purtroppo sembra sempre conservare grande appeal agli occhi degli investitori più ingenui.

Tra quelle che però stanno prendendo piede, Solidus Labs segnala le truffe in cui è previsto l’impiego di un token già molto noto per implementare lo smart contract truffaldino, confidando sul fatto che proprio la notorietà del token spinge la controparte ad abbassare le proprie difese.

Anche gli attacchi hacker sono in aumento, secondo Chainalysis

Il rapporto di Solidus Labs ripropone un tema già conosciuto dalle società che si occupano di cybersecurity, ma i pericoli per chi investe in criptovalute non si esauriscono di certo qui. Basta in effetti dare uno sguardo all’ultimo studio pubblicato da Chainalysis per appurare come siano in aumento anche gli attacchi  da parte dei pirati informatici.  In particolare, il mese di ottobre è stato uno dei più proficui in assoluto per gli hacker.

È stata Kimberly Grauer, direttore della ricerca di Chainalysis, a ricordare come la quantità di valore sottratta mediante attività di hacking potrebbe alla fine del mese raggiungere il massimo dell’anno, preludendo ad una fine dell’anno scoppiettante sotto questo particolare punto di vista. La stragrande maggioranza di questi attacchi va a prendere di mira la finanza decentralizzata, rischiando di provocare l’allontanamento di un gran numero di investitori. Sempre secondo Chainalysis, i rug pulls nel corso del 2021 hanno fruttato ai truffatori la bella cifra di 2,8 miliardi di dollari.