TikTok è ormai da tempo oggetto di grandi polemiche, tanto da essere stato giudicato in un articolo del 2020 il peggior social di sempre. Un giudizio abbastanza curioso, alla luce del fatto che i contenuti attuali, che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore, hanno soppiantato le guide iniziali, le quali stavano al contrario avviando l’app cinese verso un inglorioso fallimento, segno evidente che il problema è eventualmente il suo pubblico.

Per cercare di andare incontro alle critiche, Tik Tok ha comunque avviato una serie di mutamenti, l’ultima delle quali riguarda la necessità di aver conseguito la maggiore età per poter organizzare un live streaming. Al momento, infatti, bastano 16 anni e non meno di mille follower per poterlo fare, una possibilità che sarà oggetto di restrizione a partire dal prossimo 23 novembre. Per spiegare quanto sta accadendo, l’azienda ha pubblicato un post sul suo blog, in cui afferma testualmente: “Per proteggere i nostri utenti e creatori e supportare il loro benessere, lavoriamo costantemente per far evolvere le salvaguardie che mettiamo in atto”.

TikTok, le modifiche sui live streaming

TikTok ha annunciato una serie di modifiche alla sua funzione di live streaming, di cui la parte attinente all’età è naturalmente quella che salta subito agli occhi. Tra le altre occorre segnalare però anche la restrizione per quanto riguarda gli inviti ad eventi fondati su contenuti adatti ad un pubblico più maturo, anche in questo caso con il limite minimo fissato ai 18 anni. Questo accorgimento potrebbe rivelarsi utile per quei live streaming al momento distribuiti nella pagina For You di un utente e su un feed live separato che gli utenti possono scorrere e i quali possono propagare contenuti non adatti ai più piccoli.

Oltre agli accorgimenti sulla sicurezza, TikTok ha poi annunciato nuovi strumenti a favore dei creatori che ospitano live streaming sulla piattaforma. Tra di esse spicca il limite di cinque ospiti nel corso di una diretta, oltre all’aggiornamento della sua funzione di filtro delle parole chiave, con cui i creatori possono limitare i commenti che ritengono non appropriati.

Nelle prossime settimane sarà lanciata una versione aggiornata di questa funzione, la quale invierà un promemoria agli interessati e suggerirà nuove parole chiave che i creatori potrebbero infine decidere di aggiungere all’elenco. Per riuscirci, lo strumento provvede ad esaminare il contenuto rimosso con più frequenza da un LIVE, individuando parole simili nei commenti e suggerendo di conseguenza all’host la possibilità di aggiungerle a quelle già indicate. L’azienda sostiene che nella fase di test della nuova funzione sarebbe quasi raddoppiato il numero di utenti i quali utilizzano il filtro delle parole chiave tra i creatori LIVE più popolari.

A corollario di queste aggiunte, TikTok ha quindi aggiunto la seguente considerazione: “Vogliamo che la nostra community sfrutti al meglio le opportunità che LIVE può offrire senza compromettere la sicurezza. Riteniamo che questi aggiornamenti leader del settore possano proteggere ulteriormente i membri più giovani della nostra community mentre iniziano e costruiscono la loro presenza online.”

Bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?

Si tratta a ben vedere di una mossa saggia e tale da rispondere ad un fatto ben preciso: TikTok è il social preferito tra gli adolescenti, una fascia di pubblico in cui sta consolidando sempre di più le proprie posizioni. Nel corso degli ultimi mesi ha fatto discutere in Italia, ove pure ancora non vanta un grande pubblico, per il ricorso ad esso fatto da Silvio Berlusconi nel corso della campagna elettorale, presto imitato da altri politici, con esiti al minimo controversi. Mentre all’estero ha destato scalpore un’indagine della BBC dalla quale è emerso come le famiglie siriane presenti nei campi profughi sarebbero andate in diretta per chiedere consigli agli spettatori, facilitati da intermediari che hanno fornito alle stesse attrezzature per ospitare gli streaming.

Si tratta naturalmente di utilizzi non consentiti, come del resto non lo erano i contenuti creati nel preciso intento di truffare le persone con filmati falsi spacciati per video provenienti dall’Ucraina nella prima fase dell’attacco russo. L’azienda, però, non può dirsi del tutto estranea a quanto sta accadendo, se si pensa che ByteDance, proprietaria di TikTok collabora con agenzie di influencer incaricate di addestrare i creatori a ospitare live streaming e invitare gli spettatori a lasciare una mancia. Le entrate dei regali virtuali sono in seguito divise tra il creatore, TikTok e l’agenzia che si attiva allo scopo, secondo quanto riferito da Rest of World. Insomma, anche in questo caso sembra essere preso molto seriamente il vecchio detto latino “pecunia non olet”.

Resta ora da capire se quello operato sarà soltanto un primo passo in direzione di una maggiore sicurezza per gli utenti, o se invece TikTok ritenga di aver fatto tutto il suo dovere per impedire un utilizzo distorto del suo social media. Nel secondo caso potrebbe ritrovarsi ben presto sotto accusa da parte delle famiglie stesse, sempre più preoccupate per il suo possibile influsso negativo sugli adolescenti.

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