Com’è ormai noto, Tesla sta lavorando a Optimus, un robot umanoide che sin dal suo avvento ha destato notevoli preoccupazioni e polemiche. Proprio sul progetto è tornato ad esprimersi Elon Musk, il CEO della azienda dedita alla produzione di auto elettriche. Lo ha fatto all’interno di un articolo il quale è stato pubblicato sulla rivista ufficiale della Cyberspace Administration of China, l’ente governativo cui è affidato il compito di sovrintendere su Internet e sicurezza dei dati.

Si tratta di un’intera sezione che il fondatore dell’azienda, e di SpaceX, ha voluto dedicare al progetto che è stato giudicato fondamentale per lo sviluppo di Tesla. Il modo in cui lo ha descritto, però, sembra destinato a rinfocolare le polemiche che ne hanno salutato l’annuncio, dato nel corso del Tesla Day dell’anno passato, quando pure si era cercato di alleggerire la sua portata facendo apparire sul palco un essere umano dotato di un costume.

Sin dal primo momento, infatti, si era iniziato a delineare un quadro in cui a Tesla Bot, questo il nome del robot in questione, si prevede di affidare il compito di svolgere una serie di attività generali di base all’interno delle fabbriche del gruppo, principalmente nell’intento di ridurre il carico sui suoi dipendenti. In molti, però, non hanno potuto fare a meno di pensare che la sua produzione sia volta anche a far fronte a potenziali future carenze di lavoratori.

Il discorso che ne consegue è quindi denso di implicazioni. Tradizionalmente, i rapporti tra le parti sociali, aziende e sindacati dei lavoratori, si fondano anche su un dato come quello relativo alla disponibilità di manodopera. Quando questa tende a mancare, le aziende vanno in pratica a perdere potere contrattuale, il quale si rafforza nell’ipotesi opposta. La presenza di robot sui posti di lavoro, in grado di sostituire i lavoratori in carne e ossa, può quindi trasformarsi in un deterrente all’attività sindacale e depotenziare lo sciopero come arma di contrattazione sul piano salariale e dei diritti degli stessi. Non stupisce perciò l’accoglienza negativa nei confronti di Optimus.

Cosa ha detto Elon Musk su Tesla Optimus

Le dichiarazioni affidate da Elon Musk alla pubblicazione della Cyberspace Administration of China sembrano fatte apposta per rilanciare le polemiche. L’uomo più ricco del mondo, infatti, parte da una constatazione abbastanza condivisibile: le auto di oggi sono sempre più simili a robot su ruote, intelligenti e connesse al web. Non dovrebbe stupire, quindi, che in un quadro di questo genere stiano diventando realtà anche i robot umanoidi.

Una tendenza in cui si è inserita Tesla, che nel 2021 ha lanciato un robot umanoide generico denominato Tesla Bot, simile per altezza e peso ad un adulto, in grado di sollevare, trasportare o raccogliere oggetti pesanti, camminare velocemente a piccoli passi e dotato di un’interfaccia interattiva per comunicare con le persone, sotto forma di uno schermo ad altezza viso.

Secondo Musk, il motivo che ha spinto l’azienda a progettarlo deriva dalla constatazione che la società umana si basa sull’interazione tra persone fornite di ben determinate sembianze, dimensioni, forma e capacità. Se si pretende che un robot si adatti all’ambiente e sia in grado di fare ciò che fanno gli umani, deve avere grosso modo le stesse caratteristiche di un essere umano.

Sin qui nulla di straordinario o particolarmente sconvolgente. Il problema inizia quando l’uomo d’affari di origine sudafricana passa a parlare delle funzioni dei Tesla Bot, affermando che sono stati concepiti nel preciso intento di di andare a sostituire le persone in compiti ripetitivi, noiosi e pericolosi. Già qui sembrano confermati i timori espressi all’atto della loro presentazione, destinati però a consolidarsi dalle affermazioni successive.

La visione su cui si regge il progetto Optimus, infatti, è di fare di questi automi un servizio per le famiglie. I robot, in pratica, sarebbero chiamati a svolgere compiti come quelli di cucinare, falciare prati e prendersi cura degli anziani. Naturalmente, per poterlo fare devono evolversi sino a diventare abbastanza intelligenti, mentre agli umani spetta il compito di conseguire la necessaria capacità di produrre macchine in serie.

Se i robot a quattro ruote, le automobili, hanno cambiato il modo in cui le persone viaggiano e vivono, i robot possono fare altrettanto, ma su un piano molto più ampio. La potenza degli automi, in definitiva, potrebbe aprire le porte ad un’era di abbondanza di beni e servizi. Se secondo Elon Musk l’unico problema a quel punto potrebbe provenire dalla eventuale scarsità di esseri umani, i critici del progetto affermano però che proprio la robotica utilizzata in questo modo potrebbe distruggere l’organizzazione del lavoro com’è attualmente conosciuta. Una distruzione gravida di conseguenze se non si propongono correttivi a quella sociale.

Basta in effetti dare uno sguardo ai rapporti formulati sul tema dell’automazione del lavoro, per capire la delicatezza della discussione in atto. O al libro “Il futuro senza lavoro” di Martin Ford, un imprenditore della Silicon Valley secondo il quale soltanto il reddito minimo universale può porre argine alla nuova situazione che si verrebbe a creare, con la proliferazione dei robot e la loro sostituzione all’uomo sui posti di lavoro. Insomma, se non siamo dalle parti di Terminator, poco ci manca.

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