Secondo il Wall Street Journal il mercato degli NFT starebbe in pratica collassando, con dati prossimi allo zero in termini di vendite. Una tesi draconiana la quale, però, viene in pratica smentita dai dati ufficiali. Proprio nel corso dell’ultima settimana, infatti, le cinque collezioni più vendute hanno generato un giro d’affari pari a circa un miliardo di dollari, tra vendite sul mercato primario e quello secondario.

Il celebre giornale finanziario aveva preso come base per la sua analisi i dati di Nonfungible, una piattaforma dedita proprio all’analisi dei mercati NFT, secondo i quali il numero di vendite di NFT sarebbe diminuito del 92% rispetto al massimo storico messo a segno nel settembre del 2021. Un dato eloquente, cui vanno ad aggiungersi quelli relativi al numero di wallet attivi nei mercati NFT su Ethereum, che hanno fatto registrare una diminuzione nell’ordine dell’88%, rispetto al picco fatto registrare nel novembre del 2021.

Si potrebbe a questo punto eccepire che in effetti gli ultimi dati costituiscano la classica eccezione che conferma la regola. Ci sono però altri studi i quali sembrano smentire la drastica conclusione del Wall Street Journal, ovvero quelli forniti da Dune Analytics. Andiamo quindi a conoscerli meglio per cercare di comprendere l’effettiva realtà.

I dati di Dune Analytics

Dando una rapida occhiata, dai dati on-chain di Dune Analytics sembra emergere una realtà molto diversa da quella prefigurata da Nonfungible, tale da suggerire che il mercato degli NFT è in realtà ancora sostenuto. In particolare, il numero di utenti e transazioni risulta molto maggiore rispetto al report utilizzato da WSJ per il suo articolo.

Dune Analytics, inoltre, aggiunge un ulteriore dato a sostegno della sua analisi, ovvero quello relativo al volume giornaliero in USD per gli NFT di Ethereum, che ha di recente raggiunto il livello più alto da febbraio. In particolare, il primo giorno di maggio OpenSea, uno dei più popolari marketplace di settore, ha fatto registrare un volume di affari pari a quasi 500 milioni di dollari. A favorirlo in particolare la vendita dei nuovi NFT di Yuga Labs per il metaverso di Otherside, che ha addirittura mandato in tilt la blockchain di Ethereum.

Contro la tesi del giornale statunitense si è scagliato anche Tom Schmidt, partner della società di venture capital Dragonfly Capital, il quale ha messo in risalto come il quotidiano non abbia neanche consultato il dato relativo al fatturato prodotto in dollari.

Occorre poi registrare un altro trend che il Wall Street Journal non ha tenuto in mente, ovvero il fatto che all’interno del mercato degli NFT, si vanno evidenziando dei sotto-settori che, a differenza di aree ormai inflazionate, stanno facendo registrare performance di grande interesse. È in particolare Nansen, una piattaforma di analisi che è solita suddividere le collezioni di token non fungibili per tipologia, a mostrare come i brand ormai affermati, ad esempio Azuki Token, Mutant Ape Yacht Club e Bored, indicati come “Blue Chip”, stanno facendo registrare prestazioni molti migliori rispetto a quelli prodotti dal gaming e dal mondo artistico.

Un dato del resto attestato dall’indice Nansen Blue Chip-10, il quale monitora i primi 10 progetti NFT, aumentato nell’ordine dell’81% dall’inizio dell’anno. Un dato che spicca ancora di più ove raffrontato a quelli delle migliori collezioni di NFT di giochi e arte, calati nello stesso arco temporale rispettivamente del 49 e del 39%.

Un fenomeno, quello relativo al rafforzamento delle migliori collezioni NFT, che è del resto stato messo in evidenza all’interno di un’analisi condotta da NFTstatistics.eth, sotto forma di un grafico condiviso dal quale emerge che le prime cinque collezioni (Azuki, BAYC, Doodles, CloneX e Moonbirds) stanno in questo momento guidando l’intero mercato degli NFT su Ethereum, mentre il resto è al minimo in una fase di stanca.

Perché la differenza di vedute?

Naturalmente, la discrepanza dei dati di Nonfungible rispetto a quelli di Dune Analytics è ora sotto osservazione, proprio per cercare di capire cosa l’abbia originata. Una delle versioni più accreditate è quella che fa risalire la differenza al fatto che il primo tenga conto dei dati di vendita relativi al gioco di Axie Infinity.

In effetti volumi di vendita di Axie Infinity hanno raggiunto un picco storico di oltre 40 milioni di dollari il 4 novembre del 2021, per poi iniziare un graduale ripiegamento sino a mezzo milione al giorno. Un trend il quale potrebbe aver inciso non poco sull’analisi da cui è scaturita la conclusione del Wall Street Journal, ma che rischia di stravolgere la visione d’insieme, come fa rilevare NFTstatistics.eth, secondo il quale il calo di popolarità dei giochi P2E non dovrebbe spingere a proclamare il decesso dell’intero settore degli NFT.

Al tempo stesso, occorre anche sottolineare come la conclusione del giornale finanziario rappresenti solo l’ultimo atto di un vero e proprio stillicidio di notizie in tal senso. Basterebbe ricordare come di crisi si sia iniziato ad accennare dopo il totale fallimento del tentativo di rivendere il primo tweet di Jack Dorsey, che era stato acquistato lo scorso anno per quasi 3 milioni di dollari da Sina Estavi.

Quando l’imprenditore iraniano aveva cercato di rivenderlo, l’asta si era rivelata fallimentare, se non addirittura catastrofica, tanto che la proposta più alta arrivata si era fermata a quota 7mila dollari. Per capire meglio i contorni dell’accaduto basterà ricordare come la base d’asta era di 48 milioni di dollari, che a Estavi sembrava un obiettivo raggiungibile sull’onda emotiva scatenata dalle notizie dell’ingresso nel capitale azionario di Twitter da parte di Elon Musk e dalla sua offerta successiva tesa ad acquisirne il controllo.

La situazione è in movimento

La realtà, però, ancora una volta potrebbe dare ragione agli antichi latini, che erano soliti affermare come la virtù si trovi sempre nel mezzo. Un detto che applicato al mercato degli NFT potrebbe essere tradotto come la semplice presa d’atto che lo stesso non è in crisi, bensì in un momento di assestamento, tale da indurre ad una pausa di riflessione coloro i quali sono realmente interessati a sfruttare il fenomeno.

In pratica, chi intende acquistare snobba le collezioni meno importanti e riserva i propri sforzi per gli NFT dei soggetti più rilevanti. E, ancora, non cede di fronte ad offerte chiaramente fuori mercato come quella relativa al Non Fungible Token di Jack Dorsey.

Una semplice constatazione che, del resto, sembra essere stata fatta propria da Sotheby’s e Christie’s , le due celebri case d’asta le quali hanno di recente deciso di impegnarsi in un settore ritenuto evidentemente fertile, a dimostrazione che il mercato non è morto, ma semplicemente in una fase di ridefinizione, dal quale potrebbe emergere riveduto e corretto di fronte agli eccessi degli esordi.

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