I guai degli ultimi giorni non fermano Instagram che tenta di rinnovarsi effettuando un rebrand di IGTV, piattaforma su cui il social di proprietà di Facebook aveva puntato per sfidare YouTube. IGTV dunque si chiamerà Instagram TV e non sarà disponibile esclusivamente sulla sua app dedicata ma sarà accessibile anche dall’app principale di Instagram.
Instagram e Facebook non navigano in buone acque
I social guidati da Mark Zuckerberg non stanno godendo di ottima salute viste le recenti dichiarazioni di Frances Haugen riguardanti il “cross-check” operato da Facebook sui profili più influenti, sistema che ha portato questi profili a infrangere le regole del social senza subire conseguenze. Altre indiscrezioni della Haugen hanno invece fatto luce sull’impatto di Instagram sulla salute mentale dei propri utenti più giovani.
L’ultima delle peripezie dei social capitanati da Facebook è il down di tutti i servizi occorso l’altro ieri che ha fatto perdere al gigante dei social circa 6 miliardi di dollari. Ecco quindi che il rebrand di IGTV in Instagram TV somiglia a una sorta di resa all’evidente flop della piattaforma “parallela” al popolare social. IGTV è nata nel giugno 2018 e doveva essere un’alternativa al gigante della condivisione video su internet YouTube.
Purtroppo il format non ha mai avuto l’appeal desiderato, stroncato parzialmente anche da TikTok, inseguito poi proprio da Instagram con l’implementazione dei Reel ad agosto 2020. La spinta sui Reel è stata molto più forte e meglio strutturata rispetto ad Instagram TV, vista la maggiore esposizione nell’app principale, la possibilità di mostrare pubblicità e la facoltà di avere lo stesso Reel sia su Facebook che su Instagram.
Il vero problema dei Reel risiede però nella monetizzazione dei contenuti proposti dai creator, a differenza di quanto accade con YouTube con gli Shorts e TikTok. Facebook ha promesso che metterà a disposizione dei creator 1 miliardo di dollari entro la fine del 2022 e una parte di quel denaro finirà sicuramente ai creator di Reels. Continuerà ad essere pesante, a meno di cambiamenti, l’assenza di un sistema dedicato per la monetizzazione dei videomaker, che è poi ciò che spinge gli utenti a caricare il proprio lavoro su una piattaforma.
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