L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo di sempre maggior rilievo. Il varo di ChatGPT, con tutto il battage pubblicitario che ne è conseguito, ha reso evidente come l’AI sia destinata a caratterizzare dal punto di vista tecnologico un gran numero di attività, tanto da far temere le possibili ricadute a livello occupazionale. Tra i settori che già si stanno aprendo all’innovazione in tal senso, c’è anche quello delle criptovalute. Andiamo a vedere come.

Anche le criptovalute si aprono all’intelligenza artificiale

Com’è noto, le criptovalute si fondano su tecnologie di ultima generazione, a partire da quella blockchain. Non stupisce eccessivamente, quindi, il fatto che anche l’innovazione finanziaria abbia deciso di utilizzare l’intelligenza artificiale per alcune operazioni, in particolare quelle legate al trading crypto e alla rilevazioni delle possibili frodi.

Non è difficile immaginare come i programmi di intelligenza artificiale, abituati a maneggiare grandi quantitativo di dati, possano risultare effettivamente di aiuto nelle attività che necessitano di previsioni basate proprio su una mole enorme di informazioni. Oltre ai trader, però, anche chi deve rilevare operazioni fraudolente può essere messo nelle condizioni migliori per individuare modelli sospetti.

Della nuova realtà non potevano non tenere conto le aziende che si dedicano al lancio di criptovalute tese ad intercettare il favore degli investitori. Al momento sono già più di 100 i progetti che affermano di fondarsi sull’utilizzo dell’AI. Occorre però sottolineare che per molti di essi si tratta soltanto di un modo per destare curiosità, facendo riferimento ad un fenomeno di cui si dibatte sempre di più, dopo la decisione di Microsoft, Google e altre grandi aziende tecnologiche di utilizzarlo nei propri prodotti commerciali.

La domanda che ci si può porre, in conseguenza di quanto detto sinora, è quindi la seguente: quali sono i progetti crypto più importanti emersi sinora? Proviamo a rispondere al quesito.

The Graph (GRT)

Basta scorrere la classifica di CoinMarketCap relativa alla capitalizzazione di mercato per notare come tra le criptovalute collegate all’intelligenza artificiale, al momento, quella meglio posizionata sia The Graph (GRT). Si trova infatti al 41° posto della graduatoria, con un controvalore pari a quasi un miliardo e mezzo di dollari statunitensi.

Nato come protocollo di indicizzazione teso all’acquisizione di dati su Ethereum e IPFS, si tratta di una moneta ERC-20 dedicata ai cosiddetti Big Data. Impropriamente viene indicato come progetto collegato all’AI e proprio da questa tendenza ha tratto in effetti grande giovamento nel corso delle ultime settimane. In molti, infatti, hanno fatto due più due e pensato che anche The Graph, ritenuto basato sull’intelligenza artificiale, avrebbe usufruito dell’onda pubblicitaria in atto.

In realtà, se volessimo semplificare al massimo il discorso, The Graph rappresenta una sorta di motore di ricerca, come Google o Bing, il cui funzionamento avviene però su network decentralizzati. The Graph provvede ad interrogare ampie fonti decentralizzate riuscendo a restituire dati che sono utilizzabili da sviluppatori, utenti e App. All’interno dell’infrastruttura le Dapp possono pubblicare le proprie API consentendo agli interessati di reperire facilmente le informazioni e utilizzare gli strumenti di sviluppo.

Il progetto, che apre scenari estremamente promettenti in ambiti come la DeFi e il Web3, è stato messo in atto da Yaniv Tal (in qualità di project lead), Brandon Ramirez e Jannis Pohlmann. Annunciato nel corso del 2018 ha attratto importanti figure provenienti da Ethereum Foundation, RedHat e Barclays. L’azienda, di stanza a San Francisco, conta oggi oltre 30 dipendenti ed è riuscita a calamitare tra i finanziatori anche Coinbase.

Altro elemento di confusione è proprio quello relativo al fatto che il piano di sviluppo si fondi sui grandi quantitativi di dati, come accade per ChatGPT e gli altri chatbot di cui si fa un gran parlare in questi giorni. Occorre però ribadire con forza che ricondurre The Graph all’intelligenza artificiale è del tutto fuori luogo.

Inoltre, se proprio si intende provare ad approfittare della sua temporanea popolarità, si consiglia di farlo con grande prudenza. All’inizio dell’anno, infatti, GRT valeva circa 0,05 centesimi, mentre il 7 febbraio, approfittando anche del momento favorevole del mercato, ha conseguito il suo massimo pari a 0,22 centesimi. Proprio la violenza delle sue fluttuazioni impone di capire al meglio il momento di prendere posizione e quello del suo abbandono, se si intende realmente capitalizzare il proprio denaro.

SingularityNET (AGIX)

Anche il secondo progetto che andiamo ad esaminare è un token ERC-20. Si tratta di SingularityNET (AGIX), una piattaforma basata su blockchain che permette a chiunque sia intenzionato a farlo di creare, condividere e monetizzare servizi di intelligenza artificiale, grazie al suo marketplace dedicato. L’azienda ha messo insieme un vero e proprio team di sviluppatori di intelligenza artificiale e scienziati di robotica per conseguire questo risultato e offrire un servizio ad alto valore aggiunto.

Gli obiettivi che SingularityNET si propone nel lungo periodo sono la creazione di un ecosistema di agenti di intelligenza artificiale in grado di dare vita ad una proficua interazione utilizzando allo scopo le risorse della Fondazione OpenCog. Un ambiente in cui le persone siano in grado di creare, condividere e monetizzare i servizi di intelligenza artificiale su larga scala all’interno di un sistema decentralizzato.

In questo caso, quindi, siamo in presenza di un vero e proprio progetto incentrato su AI, operando a tutti gli effetti nel settore dell’intelligenza artificiale. Al tempo stesso, occorre mettere in risalto il fatto che proprio sul suo marketplace sono listati al momento appena 75 servizi di questo genere. Si tratta di un dato inferiore alle aspettative, alla luce del fatto che l’azienda ha fatto il suo esordio nel 2018.

Se è vero che ha dovuto anch’essa scontare gli effetti del Covid e il crypto winter, al tempo stesso si dovrebbe riflettere su un dato che è in effetti abbastanza eloquente. Oltre che su un altro fattore di una certa importanza, ovvero una volatilità estremamente pronunciata. A dimostrarla con dovizia di particolare la crescita del 1500% fatta registrare dal suo prezzo nel corso del 2021, prima di soccombere di fronte all’incedere degli orsi sul mercato nell’anno passato.

Al momento si trova all89° posto nella classifica di CoinMarketCap, capitalizzando poco meno di mezzo miliardo di dollari. Anche in questo caso si potrebbe assistere ad una notevole crescita nell’immediato futuro, sull’onda di una vera e propria febbre per tutto ciò che riguarda l’intelligenza artificiale.

Fetch.ai (FET)

In un elenco dedicato alle criptovalute collegate all’intelligenza artificiale, non può essere ignorato Fetch.ai (FET), attualmente posizionato al 119° posto nella classifica di CoinMarketCap,  con una capitalizzazione di mercato pari a circa 360 milioni di dollari.

Il progetto, nato nel 2017, è stato approntato da un ristretto team di sviluppatori di Cambridge, tra cui spiccano Toby Simpson, Humayun Sheikh e Thomas Hain e si è configurato come una sorta di alternativa a IOTA. Anche in questo caso, infatti, il destinatario dei lavori era l’Internet of Things (IoT), il processo che prevede la connessione alla rete internet degli oggetti di uso quotidiano, a partire dai classici dispositivi smart come i telefoni, gli impianti di illuminazione o per il trattamento dell’aria.

Fetch.ai mira in particolare a creare e sviluppare una piattaforma blockchain basata su intelligenza artificiale e apprendimento automatico. Una piattaforma tesa a rispondere alle necessità di miliardi di dispositivi e banche dati, in ogni parte del mondo, che necessitano di servizi in grado di automatizzarli e farli comunicare tra loro.

Per riuscirci, Fetch.ai sfrutta il potenziale mix tra blockchain e tecnologie AI, puntando a creare una rete in cui i device di aziende, attività economiche e privati siano infine messi nella condizione di scambiare informazioni dando vita ad un rapporto di collaborazione proficuo per tutti, con l’intento di andare infine ad operare in maniera autonoma in settori come quello dei trasporti, del turismo o della logistica.

La piattaforma si fonda a sua volta su un’infrastruttura dotata di un sistema “Multi Agent”, in pratica un libro mastro scalabile (caratteristica necessaria per fornire il necessario supporto ad un numero elevato di transazioni) e un sistema di calcolo sinergico in grado di gestire smart contract. Una volta a regime, il sistema approntato dovrebbe essere in grado di automatizzare settori al momento legati all’intervento umano. All’interno del sistema creato, la criptovaluta chiamata a fare da carburante per ogni transazione è il FET.

Anche in questo caso il progetto di partenza ha destato notevole interesse. Un interesse che è stato testimoniato in maniera eloquente dalle collaborazioni instaurate con aziende del calibro di Bosch e Telekom Innovation Laboratory, le quali hanno compreso in anticipo la portata di un progetto di questo genere.

Ocean Protocol (OCEAN)

Scorrendo la lista di CoinMarketCap, troviamo poi Ocean Protocol (OCEAN) al 138° posto, con una capitalizzazione pari a poco più di 280 milioni di dollari. Anche in questo caso siamo di fronte ad un protocollo open-source che si propone di favorire lo scambio e la monetizzazione di dati e servizi basati su di essi da parte di aziende e privati.

Ocean Protocol, in pratica, intende rendere disponibili i set di dati della sua piattaforma a startup e ricercatori, senza che gli stessi passino di mano. Lo scambio avviene tramite un software costruito proprio al fine di facilitarlo, mettendo in contatto gli utenti che necessitano di dati o che non dispongono delle risorse per archiviarli con quelli che si trovano nella situazione contraria. I fornitori, in cambio del lavoro prestato, ricevono in cambio OCEAN, la criptovaluta nativa della piattaforma.

Per rendere possibile ad ogni datatoken di essere scambiato, si utilizzano gli smart contract su Ocean Market, un AMM (Automated Market Maker) ideato per facilitarne anche il conio.

L’azienda è nata nel 2017, su impulso di Bruce Iun, già fondatore di BigChainDB, e Trent McConaghy, a sua volta esperto di intelligenza artificiale. Dopo aver raccolto 28 milioni di dollari dagli investitori, i due hanno quindi lavorato al lancio definitivo del progetto, arrivato nel 2020, con un’idea di fondo che fa ben comprendere la portata della sfida: impedire che i dati personali possano essere utilizzati per i loro fini dalle Big Tech. Idea che sembra essere stata recepita bene dal mercato.

Artificial Liquid Intelligence (ALI)

Artificial Liquid Intelligence (ALI), attualmente posizionato al 227° posto della classifica di CoinMarketCap, con circa 217 milioni di dollari di capitalizzazione, è un progetto collegato alla rete Alethea AI. L’azienda è proiettata in particolare verso lo studio teso a combinare l’intelligenza artificiale generativa alla tecnologia blockchain. Il protocollo decentralizzato è stato creato con il preciso intento di creare avatar intelligenti che utilizzano l’AI per consentire l’interazione tra personaggi e persone reali.

All’interno della piattaforma è stato creato un nuovo tipo di Non Fungible Token, denominato iNFT, il quale consente agli utenti di disporre di un NFT integrato con animazione AI, riconoscimento vocale e capacità di intelligenza artificiale generativa. Gli sviluppatori operanti sulla piattaforma possono utilizzare il protocollo iNFT per creare, progettare, addestrare e guadagnare dalle loro creazioni nel metaverso di Alethea, noto come Noah’s Ark.

Un grande sostenitore di Artificial Liquid Intelligence è Mark Cuban, miliardario noto anche per essere il proprietario dei Dallas Maverick, popolare franchigia della National Basketball Association (NBA). Dopo aver partecipato alla vendita di token privati ​​da 16 milioni di dollari della società nel 2021, ha affermato che il suo investimento è dovuto proprio all’idea di fondo di ALI, ovvero la combinazione in modo univoco degli avatar basati sull’intelligenza artificiale e la loro protezione sulla rete sotto forma di NFT.

Occorre anche ricordare, per capire meglio la portata dell’operazione, che il primo iNFT, Alice, è stato messo all’asta da Sotheby’s nel giugno 2021 e venduto per ben 478mila dollari.

Measurable Data Token (MDT)

Measurable Data Token (MDT) è un progetto varato da Dimitry Khovratovich, Dmitry Kiselev e Sergey Ponomarev e basato sulla blockchain di Ethereum. Al momento si trova al 477° posto della graduatoria di CoinMarketCap, con circa 40 milioni di dollari di capitalizzazione. Si tratta dell’ennesima piattaforma rivolta alla compravendita di grandi quantità di dati tra aziende e privati. In pratica, il possesso di MDT permette di pagare lo spazio di archiviazione sulla piattaforma o l’accesso ai servizi di elaborazione dati.

A testimoniare le potenzialità del progetto in questione sono le collaborazioni instaurate con Bitpay al fine di promuoverne l’adozione e l’utilizzo, con l’exchange Coinify e con Bancor, un protocollo basato su blockchain che consente la conversione di Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute senza alcuna necessità di dover passare per terze parti.

DeepBrain Chain (DBC)

DeepBrain Chain (DBC) è a sua volta posizionata al 678° posto della graduatoria di CoinMarketCap, capitalizzando circa 19 milioni di dollari. DCB rappresenta la prima piattaforma di intelligenza artificiale alimentata dalla tecnologia blockchain. La DeepBrain Cloud Platform è stata lanciata nell’aprile 2017, seguita a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione del whitepaper. La piattaforma decentralizzata, che offre costi ridotti e elevata protezione della privacy è stata progettato con il preciso intento di rivolgersi alle aziende che hanno la necessità di addestrare i modelli di intelligenza artificiale ed eseguire i programmi elaborati con l’intelligenza artificiale.

La rete principale di DeepBrain Chain è costruita su Polkadot Substrate e la sua peculiarità è di essere, almeno per ora, anche uno dei pochi progetti di calcolo ad alte prestazioni che è riuscito a conseguire un’implementazione su larga scala in una lunga serie di settori come il cloud gaming, il rendering visivo, i prodotti biofarmaceutici, la simulazione dei semiconduttori. Ha inoltre garantito ad un gran numero di aziende una potenza di calcolo GPU a sti estremamente convenienti. Sono già più di 50 i produttori di ogni parte del mondo che hanno adottato piattaforme cloud GPU ad alte prestazioni basate sulla rete DeepBrain Chain, fornendo centinaia di aziende e decine di migliaia di gruppi di sviluppatori di intelligenza artificiale.

Big Data Protocol (BDP)

Anche Big Data Protocol (BDP) si muove nell’ambito dei dati, di cui si propone di rappresentare un mercato equo e trasparente. Al momento si trova all’809° posto della classifica di CoinMarketCap, con poco più di 10 milioni e mezzo di capitalizzazione, ma proprio il progetto che ne è alla base potrebbe favorirne una rapida crescita.

La sua rete, in particolare, si avvale di un Data Oracle Network (DON), una rete di oracoli decentralizzati i quali riescono a fornire dati di mercato in tempo reale, garantendo che sia gli acquirenti che i venditori abbiano accesso a informazioni accurate sui prezzi.

I token che circolano al suo interno sono due:

  1. BDP, ovvero la valuta principale, utilizzata per un’ampia gamma di attività, che comprende l’acquisto e la vendita di dati, lo staking e la partecipazione alla governance della piattaforma. La criptovaluta BDP può essere impiegata per pagare le commissioni di transazione, svolgendo anche un ruolo centrale nel programma di data mining;
  2. bALPHA, progettato specificamente per il programma di data mining che ha luogo all’interno della piattaforma. Viene inoltre usato per le votazioni relative a quali asset di dati devono essere acquisiti e aggiunti alla piattaforma, per accedere a risorse di dati premium e partecipare ai processi decisionali.

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