Il drone, seppur sembri un apparecchio recente e di alta tecnologia, è ricco di una storia che risale ai primi anni del 1900. I primi droni infatti sono stati utilizzati in ambito militare nella prima guerra mondiale, con un notevole sviluppo durante la seconda guerra mondiale. Negli ultimi due decenni, hanno guadagnato popolarità grazie alla miniaturizzazione delle tecnologie e alla disponibilità di droni accessibili al grande pubblico.

Al giorno d’oggi, l’utilizzo dei droni è sempre più diffuso, abbracciando settori che vanno dalla fotografia e dal semplice svago, fino ad arrivare alla sicurezza aerea, all’agricoltura e alla cinematografia. Tuttavia, l’aumento del numero di droni in circolazione ha sollevato preoccupazioni in merito alla sicurezza e alla privacy, portando i governi di tutto il mondo a introdurre regolamenti mirati per controllarne l’utilizzo.

A tal fine la Commissione Europea ha emesso il Regolamento Delegato (UE) 2019/945, il quale stabilisce le specifiche tecniche e i criteri di progettazione per i droni, insieme al Regolamento (UE) 2019/947 che riguarda le direttive e i procedimenti sull’impiego di tali dispositivi, ma nel corso del 2024 però, sono entrate in vigore nuove disposizioni normative con regole più restrittive e severe.

Vediamo in dettaglio quali sono i requisiti per guidare un drone e quali sono le novità.

Regolamento droni 2024, cosa serve per essere in regola

Come anticipato in precedenza i Regolamenti Europei 2019/945 e 2019/947 stabiliscono in dettaglio le direttive riguardanti la progettazione, la produzione e l’impiego dei droni in Europa. Nello specifico il Regolamento (UE) 2019/945 definisce le specifiche tecniche e i requisiti per la progettazione dei droni nell’Unione Europea, stabilisce norme riguardanti le caratteristiche tecniche, la sicurezza, l’identificazione e la tracciabilità dei droni, mentre il Regolamento (UE) 2019/947 riguarda le norme e le procedure per l’utilizzo dei droni nell’Unione Europea: include disposizioni relative alla registrazione dei droni, le certificazioni che devono possedere i piloti, i requisiti operativi, le restrizioni di volo e le misure di sicurezza.

Tutte queste norme richiedono che gli UAS (Sistemi Aeromobili Senza Equipaggio) vengano classificati e categorizzati in base alle loro caratteristiche tecniche e a seconda della categoria assegnata, vengono poi applicati dei requisiti precisi per regolamentare il loro uso. Prima di tutto, è necessario individuare a che classe appartenga il proprio drone: a partire dal 2024 infatti, nessun drone potrà essere messo in vendita se non dispone di una specifica classe.

Ecco quindi cosa serve per essere in regola con il drone.

Categorie per il funzionamento dei droni

I droni vengono suddivisi in categoria aperta, categoria speciale e categoria certificata.

Categoria aperta

Per quelli che appartengono alla “categoria aperta“, possono essere utilizzati senza richiedere un’autorizzazione preliminare, a condizione che vengano fatti volare a vista, mantenuti a un’altitudine inferiore a 120 metri e che non superino un peso massimo di volo di 25 kg. In base al peso del drone inoltre, ci sono anche delle limitazioni riguardo alla distanza minima che deve essere mantenuta dalle persone non coinvolte durante il volo. Inoltre, il pilota è tenuto a registrarsi presso l’ente aeronautico competente. La categoria aperta è a sua volta suddivisa in sottocategorie: A1, A2 e A3.

  • La sottocategoria A1, differenzia il drone in base al peso: minore di 250 grammi o maggiore di 250 grammi ma minore di 900 grammi.
  • La sottocategoria A2 prevede i droni con peso dai 900 grammi ai 4 chili, per questo motivo è vietato farli volare su assembramenti di persone e deve distare dalle persone non coinvolte almeno 30 metri se la velocità di volo è maggiore a 11 chilometri orari, in caso fosse inferiore la distanza si riduce a 5 metri. Oltre al manuale utente, è previsto un corso di formazione on line con esame teorico dell’ENAC e addestramento pratico autonomo.
  • La sottocategoria A3 comprende i droni con un peso tra i 4 ed i 25 chili. In questo caso è necessario evitare di sorvolare su qualsiasi persona e deve essere mantenuta una distanza orizzontale di almeno 150 metri da zone commerciali, industriali e residenziali ed è previsto un corso teorico con test finale dell’ENAC.

Categoria speciale

Nella fascia di “categoria speciale“, vengono impiegati droni che richiedono un’autorizzazione specifica dall’autorità aeronautica, ad esempio non rimangono sotto la vista del pilota. Per coloro che utilizzano droni in questa categoria, è necessario completare una formazione teorica e pratica con il rilascio di un certificato.

Categoria certificata

I droni di “categoria certificata” invece, non verranno trattati in questo articolo, in quanto sono particolari droni che dispongono di elevati standard di sicurezza. Dispongono infatti di un’apertura alare di almeno 3 metri. Le normative applicabili in questa categoria non si discostano significativamente da quelle dell’aviazione tradizionale con equipaggio.

Ma cosa si può fare con un drone sotto i 250 grammi?

Quelli minori di 250 grammi (esempio il DJI Mavic Mini) possono volare sulle persone ma non sugli assembramenti, e per il loro utilizzo è sufficiente il manuale d’istruzioni. Per quelli maggiori di 250 grammi ma minori di 900 grammi (esempio il DJI Air 3 Fly), è vietato volare sulle persone ed in questo caso oltre al manuale d’uso deve essere fatto un corso di formazione on line con esame teorico da parte dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile).

Il patentino pertanto, non serve per i droni sotto i 250 grammi di peso, per tutti gli altri sì, tuttavia non è l’unico requisito necessario, è infatti obbligatoria anche la registrazione del pilota e l’immatricolazione sul portale D-Flight, oltre che all’assicurazione di Responsabilità Civile. Il portale D-Flight è infatti una piattaforma digitale creata dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV) in collaborazione con l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) in Italia. Questa piattaforma è stata progettata per gestire e monitorare il traffico dei droni, fornendo un sistema centralizzato per la registrazione degli operatori e l’autorizzazione dei voli.

Tutti gli operatori di droni che intendono utilizzare i propri dispositivi in Italia devono registrarsi sul portale D-Flight e questo include sia gli operatori ricreativi che quelli commerciali. Oltre alla registrazione degli operatori, il portale D-Flight consente anche l’immatricolazione dei droni. Ogni drone deve essere associato a un operatore registrato e deve essere identificato in modo univoco all’interno del sistema. Un’altra delle principali funzioni del portale D-Flight è garantire la sicurezza delle operazioni di volo dei droni e garantire la conformità con le normative nazionali e internazionali. Monitorando e gestendo il traffico dei droni, il portale aiuta a prevenire incidenti e a garantire un utilizzo sicuro dello spazio aereo.

Cosa succede se non registro il mio drone

Come appena anticipato, per sapere quali droni vanno registrati, bisogna valutarne il peso: la registrazione dell’operatore sul portale D-Flight è obbligatoria, ad esclusione dei droni con peso inferiore a 250 grammi, e deve essere effettuata solo una volta per ciascun operatore e in Italia, l’ENAC, ha lasciato la delega al portarle D-Flight. Una volta effettuata la registrazione, verrà rilasciato all’operatore un codice alfanumerico di 16 caratteri, il cosiddetto Codice Operatore EASA, che deve essere stampato sotto forma di QR-code e applicato sul proprio drone.

In sintesi, la registrazione al portale D-Flight crea solo ed esclusivamente l’account, è necessaria quindi la registrazione come operatore UAS, cioè operatore di drone. Qualora veniste sorpresi a pilotare un drone con peso superiore a 250 grammi senza esservi prima registrati, andrete incontro a sanzioni pecuniarie non irrilevanti, fino a 1032 euro di multa e fino ad un anno di reclusione. Le conseguenze sono quindi previste e citate dall’articolo 30 del Regolamento ENAC e dall’articolo 1216 del Codice della Navigazione. Se volete sapere cosa serve per registrare un drone, è sufficiente visitare il sito di D-Flight e iniziare creando un account gratuito sul portale.

Quanto costa registrare un drone?

Il prezzo è veramente irrisorio, si può infatti optare per un abbonamento base di circa 6 euro all’anno, o pro al prezzo di circa 24 euro all’anno.

costo registrazione di un drone

Cosa cambia nel 2024 per i droni

A partire dal 2024, qualsiasi drone prima di essere venduto e quindi acquistato, deve essere registrato ad una classe e di questo ne è responsabile non solo il produttore, ma anche l’importatore e il distributore. Coloro che già possiedono un drone senza marcatura da prima del 2024, potranno ovviamente continuare ad utilizzarlo, e sarà automaticamente classificato nella categoria OPEN A1 o OPEN A3. Quelli inferiori a 250 grammi, verranno classificati nella OPEN A1, e potranno essere utilizzati con le precedenti regole.

Quelli con peso maggiore a 250 grammi, saranno messi nella classe OPEN A3, quindi con più restrizioni e limiti. Sempre da quest’anno, ogni drone venduto dovrà essere classificato come classe C, in questo modo l’acquirente saprà esattamente che tipo di drone sta comprando e quali sono le regole previste. Quindi le classi OPEN A1 corrispondono alla C0 e alla C1 in base al peso, la OPEN A2 corrisponde alla C2, ed infine la OPEN A3 corrisponde alla C3 e alla C4. Un’altra novità riguarda i droni della categoria speciale, che per poter volare devono disporre di un sistema di identificazione remota (ID Remote) sempre attivo e aggiornato, che potrà essere applicato esternamente, purché rispetti i requisiti di conformità.

In conclusione con l’espansione sempre crescente dell’uso dei droni in una vasta gamma di settori, le normative che li regolano sono diventate fondamentali per garantire la sicurezza e la protezione della privacy. Il 2024 ha quindi segnato un momento di cambiamento significativo, con l’introduzione di regolamenti più rigorosi e restrittivi nell’Unione Europea. Le nuove normative pongono un’enfasi particolare sulla sicurezza e sulla privacy, con requisiti più stringenti per la registrazione dei droni e la formazione degli operatori e questo assicura che le operazioni di volo siano eseguite in modo responsabile e sicuro, riducendo al minimo i rischi per la sicurezza pubblica e la privacy delle persone.

La suddivisione dei droni in diverse categorie, come aperta, speciale e certificata, è stata ulteriormente definita nel 2024 le restrizioni e i requisiti specifici per ciascuna categoria offrono una guida chiara agli operatori sulle loro responsabilità e sui limiti operativi. Infine, l’introduzione di una marcatura obbligatoria per ogni drone venduto assicura che gli acquirenti siano pienamente consapevoli delle normative e delle regole applicabili al loro nuovo dispositivo. Le nuove normative nell’Unione Europea per questo 2024 rappresentano un passo importante verso la regolamentazione per l’utilizzo dei droni. Mentre possono comportare sfide iniziali per gli operatori, si prevede che queste modifiche contribuiscano a garantire un utilizzo sicuro e responsabile, promuovendo nel contempo l’innovazione e lo sviluppo del settore.