Apple torna nuovamente ad essere protagonista di accese proteste da parte degli sviluppatori per via della tassa del 30% dell’App Store. Questa volta tocca a Telegram che ha presentato un reclamo antitrust ufficiale all’autorità dell’Unione Europea che controlla la libera concorrenza.

Il 30% di tassa è troppo per i developer

Secondo quanto pubblicato dal Financial Times, Telegram si unisce ad altre due grandi aziende (Spotify e Rakuten) per richiedere l’intervento dell’Unione Europea per quanto riguarda il tetto di commissioni del 30% dell’App Store che tutti gli sviluppatori devono corrispondere ad Apple. Non è un segreto ormai che, fra grandi e piccoli sviluppatori, la tassa richiesta da Apple sia considerata troppo alta e che obbligare gli utenti a scaricare app da un’unica fonte (App Store) sia un elemento punitivo per la competizione.

La mossa di Telegram si muove in risposta ad una lettera pubblicata qualche giorno fa da Pavel Durov, CEO di Telegram, al cui interno viene più volte sottolineato come i costi di gestione dell’App Store siano enormemente inferiori a quelli che l’azienda di Cupertino genera dalle vendite delle app.

Google nuovamente nel mirino della UE

Volgendo lo sguardo da un’altra parte ma restando focalizzati sull’operato (discutibile?) delle grandi compagnie hi-tech, Reuters indica che l’acquisizione di Fitbit da parte di Google sarà protagonista di un severo controllo da parte delle autorità di regolamentazione dell’UE. In molti non vedono di buon occhio che un’azienda come Google possa ottenere l’accesso ad informazioni molto personali come l’attività fisica, il battito cardiaco e molto altro.

Google, dal canto suo, ha già fatto sapere che non ha intenzione di fare uso di queste informazioni per la creazione di campagne pubblicitarie ad hoc, ma sembra che questa mossa non abbia fatto desistere l’Unione Europea dal volerci vedere più chiaro in questa situazione.