Con il lancio di Amazfit Balance 2 (qui la nostra recensione) prima e di Amazfit T-Rex 3 Pro poi, la strategia di Zepp Health appare sempre più delineata. Il brand asiatico punta sempre più verso il mercato degli sportwatch, dominato da Garmin, grazie a una serie di funzioni che fino a poco tempo fa erano una prerogativa solo dei modelli più costosi.

È dunque lecito chiedersi se valga ancora la pena di spendere centinaia di euro in più per avere quelli che sono considerati i migliori dispositivi per lo sport sul mercato o se le alternative di Amazfit possono comunque essere considerate valide. Un discorso lecito se prendiamo in considerazione non solo i modelli più “economici” di Garmin, ma anche quelli più costosi.

Se è vero che i top di gamma come Forerunner 965 o 970 (qui la nostra recensione), Fenix 7 e Fenix 8 rappresentano lo stato dell’arte per corsa, trail running, ciclismo e per la maggior parte degli sport all’aria aperta, è anche vero che buona parte delle funzioni e delle metriche misurate poco interessano all’utente medio, che vuole un prodotto in grado di offrire il giusto equilibrio tra funzioni smart e funzioni sportive. E da questo punto di vista Amazfit sta crescendo tantissimo, arrivando a offrire il meglio di entrambi i mondi. Purtroppo per la concorrenza lo fa a prezzi molto competitivi, soprattutto se l’utente ha la pazienza di aspettare qualche mese dal lancio, quando ci sono inevitabili assestamenti di prezzo che aprono la strada a nuovi scenari.

Vediamo allora dove Amazfit è riuscita a superare il concorrente e dove in vece Garmin è ancora in vantaggio. Ovviamente questo non vuole essere un confronto basato su numeri ed analisi approfondite, quanto piuttosto un punto oggettivo della situazione attuale.

Non solo prezzi

Nonostante Garmin abbia un discreto numero di proposte anche nella fascia bassa di prezzo, Amazfit stravince a mani basse sotto questo punto di vista. Per il Forerunner più economico, il modello 55, servono 199 euro, per un Forerunner 165 si sale già a 279,99 euro, per arrivare nella fascia medio/alta servono 549,99 euro per un Forerunner 570 mentre il top di gamma arriva a 750 euro.

Amazfit Balance 2, che non nasconde le proprie velleità da sportwatch, è recentemente sceso al minimo storico di 199 euro, meno di un Forerunner base. E con una serie di funzioni smart che la concorrenza al momento si sogna. Anche il nuovissimo Amazfit T-Rex 3 Pro è ricco di funzioni sportive, e grazie ai quattro pulsanti fisici permette di avere una gestione simile, se non addirittura migliore, rispetto alla controparte Garmin. Il tutto con una dotazione di funzioni che ha poco da invidiare a Garmin, nei modelli più recenti di Amazfit è possibile misurare anche la potenza e sono state aggiunte diverse metriche per la corsa che sono più che sufficienti per i podisti amatoriali che non hanno bisogno di analisi tecniche iper approfondite.

Se guardiamo all’offerta “smart” di Garmin le cose non migliorano certamente, con vívoactive 6 in vendita a 329,99 euro e Venu 4 proposto a oltre 500 euro. Entrambi i modelli sono ricchi di funzioni per la salute, un campo dove Amazfit ha dimostrato di essere ben ferrata da parecchio tempo, con il modello Balance che ha rappresentato l’apice delle funzioni dedicate al benessere e alla salute.

Anche l’interfaccia degli Amazfit risulta solitamente più semplice da gestire, in particolare per le funzioni smart. Notifiche accessibili con un tocco, possibilità di installare applicazioni di terze parti, che sui Garmin sono molto limitate, e in generale una migliore autonomia, sia con lo schermo sempre attivo che lasciandolo spento per la maggior parte della giornata. Anche un’operazione banale come impostare una sveglia non è un’operazione sempre intuitiva su un Garmin.

Dal punto di vista dei prezzi insomma non c’è molta storia, Amazfit offre prodotti di buona qualità a prezzi nettamente inferiori. Solo gli sportivi più esigenti possono prendere in considerazione Garmin, a meno che non puntino a modelli di generazione precedente approfittando di ottimi sconti. In questo caso la differenza con Amazfit rimane ma è decisamente meno marcata.

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Tracking delle attività

Il tracking delle attività è un altro dei punti su cui Amazfit punta moltissimo. I modelli più recenti offrono il tracking di oltre 180 diverse tipologie di attività. Anche se lasciamo perdere i Forerunner, pensati soprattutto per la corsa e la bici, anche fēnix 8 non offre una varietà così ampia, e si ferma a poco più di 100 diverse attività. E visto che parliamo del miglior sportwatch multi attività di Garmin, la differenza è decisamente notevole.

Tralasciando l’utilizzo di fasce cardio, che garantiscono una maggiore precisione del rilevamento del battito cardiaco, gli smartwatch Amazfit e quelli Garmin sono molto vicini anche dal punto di vista della misurazione dell’attività del cuore. I più recenti BioTracker 6 del produttore asiatico sono ormai all’altezza dei migliori tracker in commercio. Garmin è ancora in vantaggio nelle attività di forza, come il sollevamento pesi o gli allenamenti alla panca, con un dettaglio decisamente più preciso anche per quanto riguarda il riconoscimento automatico dell’attività e il report relativo ai muscoli coinvolti.

I primi modelli Amazfit andavano più facilmente in crisi con le variazioni rapide della frequenza, tipico delle ripetute o degli sforzi improvvisi, ma con i sensori di ultima generazione le cose sono cambiate drasticamente, tanto da poter essere considerati molto affidabili e precisi.

Nel complesso quindi Garmin mantiene un leggero vantaggio, in particolare nell’individuare correttamente l’attività svolta, mentre Amazfit è imbattibile sul numero di attività coperte.

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Companion app

Se parliamo di companion app, le cose si fanno ancora più chiare, anche se per quanto riguarda Amazfit ci sono ancora alcuni problemi, nonostante lo sviluppo dell’applicazione prosegua praticamente senza sosta. Nel corso degli anni infatti Zepp, l’applicazione per la gestione di tutti i dispositivi del brand, è cambiata, è cresciuta e ha aggiunto decine di nuove funzioni. Lo stesso non si può dire per Garmin, che rilascia novità col contagocce, mantenendo sostanzialmente invariati l’aspetto e le funzionalità della propria companion app.

Il confronto tra le due applicazioni è decisamente impari, ma questo non è necessariamente un male. L’app Garmin è centrata sulla raccolta dei dati e sulla loro visualizzazione, senza schede dedicate al sonno o al benessere. Intendiamoci, le funzioni ci sono, se volete controllare la qualità del sonno basta aprire la relativa scheda nella sezione “In breve”, ma non ci sono funzioni aggiuntive e indicazioni particolari, se non qualche blando consiglio legato alla durata del sonno.

L’app Zepp può contare sull’integrazione con ChatGPT, che permette di creare piani di allenamento personalizzati semplicemente ponendo qualche domanda, senza dover scegliere tra varie opzioni. Garmin Connect permette di selezionare vari parametri in base all’obiettivo da raggiungere, ma l’interazione offerta da Zepp è indubbiamente più immediata. “Voglio correre i 5 Km in meno di 30 minuti”, e Zepp Coach creerà un programma adatto alle vostre esigenze, senza dover inserire alcun dato manualmente.

L’app degli smartwatch Amazfit offre inoltre una scheda dedicata a Zepp Aura, la funzione dedicata al miglioramento del sonno con report settimanali e mensili utili per ottenere un beneficio dal sonno. In generale l’aspetto sembra più curato e al passo coi tempi rispetto a Garmin, dove invece prevale l’efficienza della visualizzazione.

Per contro non sono pochi gli utenti che segnalano problemi di sincronizzazione (per la cronaca chi scrive usa smartwatch Amazfit da anni e non ha mai avuto problemi di questo genere), algoritmi non sempre precisi e in generale una certa lentezza nella risoluzione dei problemi. Va detto che negli ultimi anni Zepp Health ha chiarito la propria politica degli aggiornamenti e dopo il lancio di Amazfit Balance ha iniziato a essere molto più presente e organizzata sotto questo punto di vista. Proprio Amazfit Balance ha beneficiato di una enorme quantità di aggiornamenti che lo hanno progressivamente migliorato fino a renderlo uno dei migliori smartwatch in commercio.

Purtroppo uno dei limiti dell’app è l’impossibilità di effettuare una nuova sincronizzazione se i dati non sono stati copiati correttamente, anche una chiusura completa dell’app, inclusa la reinstallazione con pulizia della cache, non sempre risolvono il problema. Anche se i dati sono perfettamente visibili sullo smartwatch, quando l’utente incorre in queste situazioni non riesce a importarli sullo smartphone, e non ci sono piattaforme web, come invece nel caso di Garmin, che offrano una reale alternativa alla perdita dei dati.

Una situazione di sostanziale equilibrio quindi, con Garmin che garantisce una maggiore affidabilità rispetto ad Amazfit, che dal canto suo ha una app più completa, graficamente aggiornata e ricca di opzioni.

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In conclusione

Difficile dunque stabilire un vincitore netto, anche se la questione economica ha sicuramente un peso non indifferente nella scelta finale da parte dell’utente. I 300 euro di listino di Amazfit Balance 2 (recentemente sceso a 200 euro) ingolosiscono non poco, soprattutto se paragonati a 4-500 euro necessari per acquistare un Forerunner o un Venu, per non parlare delle cifre proibitive dei top di gamma.

Lo sportivo esigente non può prescindere da una piattaforma affidabile e precisa, e quindi rimarrà orientato su Garmin, soprattutto se utilizza il brand da anni e vuole mantenere lo storico. Viceversa chi si avvicina agli sportwatch senza troppe pretese, e vuole uno strumento per misurare le proprie prestazioni, capire come migliorarle e tenere traccia dei progressi, con il bonus rappresentato dalle numerose funzioni dedicate al fitness, troverà negli smartwatch Amazfit la  giusta risposta alle proprie necessità.

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