Dopo l’annuncio ufficiale della firma degli accordi vincolanti per la nascita di TikTok USA, iniziano ad emergere nuovi e importanti dettagli che aiutano a comprendere meglio chi controllerà davvero la piattaforma negli Stati Uniti, quali equilibri politici e finanziari siano in gioco e perché, nonostante la maggioranza americana, la vicenda resti tutt’altro che chiusa.

Come già raccontato, TikTok e ByteDance hanno siglato un’intesa con un consorzio guidato da Oracle, Silver Lake e MGX, con l’obbiettivo di separare le attività statunitensi dalla casa madre cinese e rispettare la legge vendi o vieta approvata dal Congresso. Tuttavia, le informazioni emerse nelle ultime ore aggiungono diversi tasselli chiave, soprattutto nel ruolo dell’amministrazione Trump, sugli interessi economici dei grandi investitori coinvolti e sulle zone grige dell’accordo.

Non solo Oracle, la rete di miliardari dietro TikTok USA

Secondo un’analisi approfondita pubblicata da Forbes, il nuovo TikTok USA non sarà solo una joint venture tecnologica, ma il risultato di una fitta rete di investitori miliardari, molti dei quali legati tra loro da rapporti di lunga data e, soprattutto, da legami diretti o indiretti con Donald Trump.

Oltre a Oracle (con una quota del 15%), Silver Lake e MGX, l’operazione coinvolgerebbe infatti:

  • Larry Ellison, cofondatore di Oracle e figura centrale dell’accordo, indicato come il vero perno dell’operazione
  • Michael Dell, citato dallo stesso Trump come investitore e partner strategico
  • Rupert Murdoch (tramite News Corp, la società madre di Fox News), il cui ingresso potrebbe sollevare interrogativi sul futuro equilibrio mediatico della piattaforma
  • fondi e investitori storici di ByteDance come KKR, Sequoia/HongShan e Susquehanna, che manterrebbero una parte rilevante del capitale attraverso affiliate

Formalmente, ByteDance resterò sotto la soglia del 20% (19,9%), ma oltre il 30% della nuova TikTok USA sarà detenuto da soggetti già legati all’azionariato di ByteDance, un dettaglio che molti legislatori statunitensi continuano a guardare con sospetto.

Un altro elemento che emerge con forza riguarda il ruolo strategico di Oracle, che non si limiterà a essere un investitore finanziario; come confermato Oracle sarà il fornitore dell’infrastruttura cloud, responsabile dell’archiviazione locale dei dati degli utenti statunitensi e di parte delle garanzie di sicurezza nazionale.

Non è un dettaglio secondario: secondo documenti normativi citati, circa il 15% del business complessivo di ByteDance dipenderebbe proprio dalle operazioni statunitensi gestite tramite Oracle; un’eventuale esclusione di TikTok dagli USA avrebbe dunque un impatto diretto sui ricavi e sui profitti del colosso americano, spiegando perché Ellison sia tornato con decisione su un dossier che nel 2020 era già fallito.

Dal punto di vista tecnico, le nuove informazioni confermano quanto anticipato, l’algoritmo di TikTok non verrà semplicemente sostituito, ma riqualificato e riaddestrato sui dati degli utenti statunitensi, ospitati su infrastruttura Oracle, con l’obbiettivo dichiarato di evitare manipolazioni esterne.

Tuttavia resta il nodo centrale: ByteDance concederà l’algoritmo in licenza, e questo lascia aperta la questione su quanto la separazione sia effettivamente netta. Non a caso, in passato la Cina aveva sostenuto che l’algoritmo fosse una tecnologia strategica soggetta a restrizioni all’esportazione, mentre la legge statunitense imponeva una rottura completa dei legami tecnologici.

Una contraddizione che, almeno per ora, viene aggirata più che risolta, e che potrebbe riemergere soprattutto nel momento decisivo, ovvero l’approvazione finale da parte di Pechino, che al momento non è affatto scontata.

Le fonti più recenti mettono inoltre in evidenza un aspetto spesso sottovalutato, l’operazione di TikTok USA è anche (se non soprattutto) un accordo politico; Donald Trump ha rivendicato pubblicamente il successo dell’intesa, sottolineando come la piattaforma sarà ora gestita da persone che amano il Paese, mentre il vicepresidente JD Vance ha annunciato che la lista completa degli investitori verrà resa pubblica nei prossimi giorni.

Nel frattempo, TikTok continua a rafforzare la propria posizione negli Stati Uniti, con oltre 170 milioni di utenti attivi, una presenza sempre più rilevante nel settore dell’informazione e un’espansione decisa su e-commerce e live shopping.

Se l’accordo dovesse chiudersi davvero entro il 22 gennaio come previsto, TikTok potrebbe finalmente mettere fine a una delle saghe più lunghe e controverse nel mondo tech; tuttavia, tra approvazioni interazionali mancanti, equilibri azionari complessi e un algoritmo ancora al centro del dibattito, gli utenti (e non solo) dovranno probabilmente pazientare ancora un po’ prima di poter parlare di una soluzione definitiva.