Nel vasto panorama dell’intelligenza artificiale applicata al mondo reale, dove automotive, robotica e data center si intersecano sempre più spesso generando un ecosistema complesso, dinamico e in continua evoluzione, le dichiarazioni di Elon Musk tornano come sempre a far rumore. L’ultimo annuncio, condiviso tramite un post su X (ex Twitter), non soltanto ribadisce le ambizioni di Tesla sul fronte hardware, ma le amplifica ulteriormente, delineando un futuro in cui l’azienda potrebbe addirittura produrre più chip IA di tutti gli altri attori del settore messi insieme; un obbiettivo che, come spesso accade, richiede una buona dose di ottimismo, e altrettanto scetticismo.

Tesla punta a una produzione record di chip IA (secondo Musk)

Secondo Elon Musk, Tesla dispone da anni di un team di ingegneria avanzato per chip e schede di intelligenza artificiale, responsabile dei milioni di chip già distribuiti tra auto e data center; una precisazione che, ovviamente, lascia spazio a una certa interpretazione: l’imprenditore infatti mette sullo stesso piano hardware molto differenti tra loro, dai vecchi NVIDIA Drive PX 2 montati sulle prime Tesla fino ai chip proprietari più recenti, passando per componenti che, spesso e volentieri, non appartengono alla stessa categoria prestazionale.

L’attuale generazione integrata nelle auto Tesla è A14, ma Musk conferma che il tape-out di A15 è ormai vicino. Ancora più significativa è la promessa, ripetuta con enfasi, di una nuova iterazione ogni 12 mesi, come se si trattasse di un ciclo annuale tipico del mondo smartphone; una cadenza che, a oggi, pochissime realtà del settore possono permettersi. Parallelamente è già iniziato il lavoro su A16, a dimostrazione di una pipeline decisamente aggressiva.

Il passaggio che ha suscitato le reazioni più scettiche riguarda però la produzione, Musk sostiene che Tesla si aspetta di costruire chip in volumi maggiori di tutti gli altri chip di intelligenza artificiale messi insieme; considerando la capacità produttiva attuale di NVIDIA, AMD, Intel, Qualcomm e delle molte altre realtà coinvolte nel mercato degli acceleratori, l’affermazione sembra (come sempre) molto più vicina a una dichiarazione d’intenti che a una previsione concreta.

A livello produttivo, Tesla continua a collaborare sia con Samsung che con TSMC, pur manifestando interesse nei confronti delle fonderie Intel e valutando la possibilità di costruire una fabbrica proprietaria, la cosiddetta TeraFab. In un contesto globale dove la disponibilità di chip rimane limitata, l’idea non è certo priva di logica, anche se richiede investimenti e tempi di realizzazione tutt’altro che immediati.

Come spesso accade nelle dichiarazioni pubbliche del CEO di Tesla, anche questa volta non manca un collegamento diretto alle ambizioni più futuristiche dell’azienda; Musk afferma infatti che i nuovi chip salveranno milioni di vite, grazie a formidabili progressi nel campo della guida sicura e, soprattutto, grazie a nuove forme di assistenza medica rese possibili dal robot umanoide Optimus.

Qui le certezze iniziano però a vacillare: presentato per la prima volta nel 2022, Optimus non ha ancora mostrato capacità autonome e, anzi, secondo le ultime indiscrezioni la sua produzione sarebbe rallentata sensibilmente. All’inizio dello scorso anno Musk aveva dichiarato che i robot sarebbero stati operativi nelle fabbriche Tesla entro l’anno, ma al momento non esistono dimostrazioni concrete di tali funzionalità.

Un elemento reale invece è la presenza dell’altra azienda di Musk, xAI, che oggi sviluppa prodotti già attivi e funzionanti come il chatbot Grok, il generatore di immagini Aurora e il motore di ricerca DeepSearch; è ovvio ipotizzare una qualche forma di sinergia tecnologica tra Tesla e xAI, soprattutto su temi come l’ottimizzazione del design dei chip tramite tecniche avanzate di IA.

Come sempre accade quando Musk parla di futuro, tecnologia e rivoluzioni imminenti, è difficile separare le reali intenzioni ingegneristiche dall’enfasi comunicativa; l’idea di chip IA proprietari con nuove iterazioni annuali è certamente affascinante e testimonia gli enormi investimenti dell’azienda nel settore. Molto più complessa invece è la visione di una produzione maggiore dell’intero resto del mercato o di robot in grado di offrire cure mediche avanzate a tutti. Non ci resta che attendere in attesa che ai proclami seguano dimostrazioni concrete e roadmap più trasparenti.