Dopo che Apple ha sfoggiato le proprie tecniche di stampa 3D con l’Apple Watch Series 11 e Ultra 3, iFixit il team celebre per i teardown più meticolosi e completi del web, ha pubblicato un’analisi dettagliata che getta nuova luce su come Cupertino stia utilizzando questa tecnologia nei suoi dispositivi. Al centro dell’indagine c’è l’iPhone Air e, in particolare, la sua porta USB-C realizzata anch’essa con stampa 3D. Scopriamone nel dettaglio i segreti.

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iFixit svela un pattern misterioso sulla porta USB-C di iPhone Air

Durante il teardown dell’iPhone più chiacchierato di questa generazione di dispositivi, gli esperti di iFixit hanno notato un dettaglio insolito:

“Una superficie circolare simile a una catena, visibile a scala 50 µm, che ha lasciato perplessi anche i veterani della stampa 3D.”

Questa struttura microscopica ha spinto gli analisti a dubitare della tesi più diffusa, secondo cui Apple stava usando una tecnica chiamata binder jetting, in cui una polvere metallica viene unita da un legante adesivo.

Invece, i dati raccolti suggeriscono che Apple stia utilizzando una tecnica molto più sofisticata, descritta per la prima volta in uno studio medico del 2019, dove venivano creati pattern da 10-50 µm su superfici in titanio mediante ablazione laser pulsata. Lo scopo originale era rendere le protesi antibatteriche, una proprietà che, naturalmente, l’iPhone Air non possiede, ma il principio tecnico sembra essere lo stesso.

Le similitudini con il processo usato sugli Apple Watch

Confrontando le proprie osservazioni con il comunicato ufficiale di Apple sul processo produttivo dei nuovi Apple Watch, iFixit ha trovato conferme indirette.

Apple ha descritto una distesa di macchine, ognuna con sei laser, che costruiscono 900 strati di titanio per ogni cassa,” scrive il team. “Pur non nominando esplicitamente l’ablazione laser pulsata, la descrizione coincide perfettamente con le nostre conclusioni.”

In parole povere, Apple utilizza più laser sincronizzati per fondere e modellare con precisione estrema il titanio, strato dopo strato, minimizzando scarti e deformazioni.

Secondo iFixit, questo approccio offre numerosi benefici rispetto alle tecniche additive più comuni:

  • Evita il surriscaldamento del materiale circostante,
  • Riduce deformazioni e scolorimenti,
  • Ottimizza il consumo energetico e di materiale.

Uno sguardo attento al “titanio di grado aerospaziale”: concretamente utile o solo marketing?

iFixit ha anche approfondito la definizione di “aerospace-grade titanium” usata da Apple per l’iPhone Air, evidenziando che non corrisponde a un vero standard metallurgico riconosciuto. È piuttosto una formula di marketing per indicare l’uso di leghe ad alta resistenza simili a quelle impiegate nel settore aerospaziale.

Nonostante la precisione del processo, l’analisi conclude che la stampa 3D non migliora la riparabilità del dispositivo. Le componenti stampate in titanio non sono infatti “replicabili a casa” né facilmente sostituibili, confermando che la tecnologia serve più alla produzione che all’assistenza.

Come già accennato nei nostri precedenti articoli dedicati al programma Self Service Repair, Apple continua a offrire manuali ufficiali e strumenti di riparazione professionali attraverso il suo portale dedicato. Tuttavia, il processo rimane tutt’altro che semplice in quanto per accedere ai ricambi e alle istruzioni ufficiali è spesso necessario passare tramite il sistema di credito cauzionale di Apple o attendere l’arrivo dei componenti originali.

In sostanza, il teardown di iFixit dimostra come Apple stia sperimentando tecniche di manifattura avanzatissime, che si basano su scoperte nel campo della ricerca medica e applicazioni nell’elettronica di consumo. Una mossa che non solo rafforza l’efficienza produttiva, ma che auspichiamo in futuro possa migliorare drasticamente la riparabilità dei prodotti ideati in California.