Quando OpenAI ha lanciato GPT-5 la scorsa settimana, l’obbiettivo era quello di creare un modello universale capace di gestire in autonomia ogni richiesta, eliminando la necessità di scegliere manualmente tra le diverse varianti di intelligenza artificiale; una promessa che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto mandare in pensione il selettore dei modelli, definito dallo stesso Altman come un’interfaccia lunga, complicata e poco amata. A distanza di pochi giorni però, il selettore è tornato, e sembra anche più complesso di prima.
Tre nuove modalità per GPT-5 e il ritorno dei modelli legacy
Con un post sul popolare social network X, Sam Altman ha annunciato che tutti gli utenti ChatGPT ora possono scegliere tra tre nuove impostazioni:
- Auto -> il router automatico che decide quale versione del modello usare in base alle richieste
- Veloce -> per risposte rapide, anche a scapito della profondità
- Riflessione -> per risposte più lente ma più articolate e complesse
Per gli utenti abbonati c’è anche una novità inaspettata, il ritorno dei modelli legacy come GPT-4o, GPT-4.1 e o3, rimossi appena la scorsa settimana; GPT-4o torna visibile di default nel selettore, mentre gli altri possono essere riattivati dalle impostazioni.
Altman ha anche anticipato che la personalità di GPT-5 sarà aggiornata per essere più accattivante ma non fastidiosa rispetto a GPT-4o, e che in futuro OpenAI punterà a una personalizzazione per utente molto più spinta.
Il ritorno del selettore di modelli è il segnale che il router automatico di GPT-5, pensato per semplificare l’esperienza, non ha convinto del tutto; già il giorno del lancio diversi utenti avevano segnalato prestazioni altalenanti rispetto ai modelli precedenti, costringendo Altman a rispondere in un’AMA (Ask Me Anything) su Reddit.
La questione non è banale, instradare un prompt verso il modello giusto richiede di bilanciare preferenze personali, tipo di domanda e velocità di risposta, il tutto in pochi millisecondi; ma non sempre la scelta automatica riesce a soddisfare tutti, soprattutto considerando che molti utenti sviluppano un forte attaccamento a un modello specifico, non solo per la rapidità o la verbosità, ma anche per lo stile e il carattere delle risposte.
L’attaccamento agli LLM è un fenomeno relativamente recente e poco studiato, basti pensare che a San Francisco centinaia di persone hanno organizzato un funerale per il modello Claude 3.5 Sonnet di Anthropic quando è stato ritirato, o che in certi casi l’interazione con chatbot avanzati ha persino contribuito a episodi di instabilità psicologica.
In questo scenario, OpenAI si trova davanti a una sfida complessa, garantire prestazioni elevate e al tempo stesso rispettare le preferenze personali degli utenti, che spesso si affezionano a modelli specifici per ragioni che sfuggono alle metriche tecniche.
Le nuove modalità di GPT-5 e il ritorno dei modelli legacy sono già disponibili per tutti gli utenti, con opzioni aggiuntive per chi ha un abbonamento a ChatGPT Plus; resta da capire se il selettore, anziché semplificare, finirà per complicare ulteriormente l’esperienza.
Quel che è certo è che OpenAI sembra intenzionata a iterare rapidamente, e non è escluso che nei prossimi mesi arrivino ulteriori novità per rendere l’uso di ChatGPT più personalizzato e, possibilmente, meno dispersivo.
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